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ASD, la trasformazione dei proventi decommercializzati in proventi esenti IVA e l’impatto sulla permanenza nel regime 398/1991

16 Marzo, 2024

Il panorama fiscale delle associazioni sportive dilettantistiche (ASD) è destinato a subire una profonda trasformazione a partire dal 1° gennaio 2025. Il decreto milleproroghe ha infatti posticipato l’entrata in vigore di una disposizione, introdotta dal D.L. n. 146/2021 in risposta a una procedura di infrazione dell’Unione Europea, che modificherà l’art. 4 del D.P.R. n. 633/1972. Tale norma renderà esenti IVA le prestazioni rese dalle ASD ai propri soci, iscritti, associati o partecipanti, in conformità agli scopi istituzionali, segnando il passaggio dei proventi decommercializzati a proventi esenti IVA. Questa rivoluzione fiscale avrà ripercussioni significative sull’applicazione del regime forfettario previsto dalla Legge n. 398/1991, con conseguenze di vasta portata per il settore sportivo dilettantistico.

Il quadro normativo attuale

Attualmente, le prestazioni rese dalle ASD ai propri associati, a fronte di corrispettivi specifici, godono di un trattamento fiscale particolarmente favorevole. Tali operazioni, infatti, sono considerate completamente irrilevanti ai fini IVA, in virtù di una sorta di “finzione giuridica” che le colloca al di fuori del campo di applicazione dell’imposta. Si pensi, ad esempio, alle quote di partecipazione a un corso di nuoto organizzato da un’associazione sportiva per i propri iscritti: questi proventi, allo stato attuale, sono decommercializzati e non concorrono alla formazione del reddito imponibile dell’ente. Tuttavia, questo scenario è destinato a cambiare radicalmente a partire dal 1° gennaio 2025, quando le medesime operazioni saranno attratte nell’alveo dell’IVA, seppur in regime di esenzione ai sensi dell’art. 10 del D.P.R. n. 633/1972.

Le implicazioni della riforma fiscale

La metamorfosi dei proventi decommercializzati in proventi esenti IVA non è una mera questione terminologica, ma ha conseguenze concrete e dirompenti per le associazioni sportive dilettantistiche. In primo luogo, a partire dal 1° gennaio 2025, la stragrande maggioranza delle ASD sarà obbligata a richiedere l’attribuzione del numero di partita IVA, un adempimento che comporterà nuovi oneri amministrativi e gestionali. Ma l’aspetto forse più critico riguarda l’impatto di questa riforma sull’applicazione del regime forfettario previsto dalla Legge n. 398/1991. Infatti, sebbene l’esenzione IVA possa apparire, a prima vista, come una misura favorevole, in realtà essa rischia di precludere a numerose associazioni sportive la possibilità di beneficiare del regime forfettario, con un aggravio significativo del carico fiscale.

Un esempio concreto

Per comprendere appieno la portata di questa rivoluzione fiscale, è utile considerare un esempio concreto. Si immagini un’associazione sportiva dilettantistica che, nell’anno 2024, abbia registrato i seguenti proventi:

  • 80.000 euro di quote associative;
  • 120.000 euro per sponsorizzazioni;
  • 300.000 euro di proventi derivanti da corsi e attività sportive rivolte agli associati (attualmente decommercializzati).

Nel regime vigente, l’associazione determina il reddito imponibile IRES applicando una percentuale di redditività del 3% ai soli proventi commerciali, rappresentati dalle sponsorizzazioni. L’IVA sulle sponsorizzazioni, pari a 26.400 euro, viene detratta al 50%, con un importo da versare di 13.200 euro. Grazie al fatto che i proventi commerciali non superano la soglia di 400.000 euro, l’associazione può legittimamente applicare il regime forfettario della Legge n. 398/1991.

Tuttavia, lo scenario cambia drasticamente dal 1° gennaio 2025. I proventi derivanti dai corsi e dalle attività sportive per gli associati, fino ad ora decommercializzati, assumeranno rilevanza commerciale, pur essendo esenti IVA. Questa trasformazione inciderà in modo determinante sulla verifica dei requisiti per l’accesso al regime forfettario: infatti, i proventi commerciali dell’associazione (sponsorizzazioni + ex proventi decommercializzati) ammonteranno a 420.000 euro, superando la fatidica soglia dei 400.000 euro. Conseguentemente, l’ASD sarà esclusa dall’ambito di applicazione della Legge n. 398/1991 e dovrà determinare il reddito imponibile IRES secondo le regole ordinarie, con un aggravio fiscale non trascurabile.

Conclusioni

La trasformazione dei proventi decommercializzati in proventi esenti IVA rappresenta una sfida significativa per le associazioni sportive dilettantistiche. Questa modifica normativa, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2025, potrebbe impedire a numerose ASD di applicare il regime forfettario previsto dalla Legge n. 398/1991, obbligandole a determinare il reddito da assoggettare a IRES secondo i criteri ordinari.

È fondamentale che le associazioni sportive si preparino adeguatamente a questa transizione, valutando attentamente l’impatto delle nuove disposizioni sulla loro situazione specifica e adottando le misure necessarie per adeguarsi alle nuove norme. Sarà inoltre importante monitorare eventuali ulteriori chiarimenti o modifiche legislative che potrebbero intervenire nei prossimi mesi, al fine di garantire una gestione corretta e consapevole delle attività associative.


Domande e risposte

Quali sono le principali novità introdotte dalla riforma fiscale per le ASD?
La riforma prevede la trasformazione dei proventi decommercializzati in proventi esenti IVA, obbligando la maggior parte delle ASD a richiedere la partita IVA a partire dal 1° gennaio 2025.

Quali sono le conseguenze dell’esenzione IVA sui proventi delle ASD?
L’esenzione IVA sui proventi delle ASD, pur sembrando una misura favorevole, rischia in realtà di precludere a molte associazioni la possibilità di applicare il regime forfettario della Legge n. 398/1991, con un aumento del carico fiscale.

Come inciderà la riforma sulla verifica dei requisiti per l’accesso al regime forfettario?
La riforma inciderà in modo significativo sulla verifica dei requisiti per l’accesso al regime forfettario, poiché i proventi commerciali delle ASD, comprendenti anche gli ex proventi decommercializzati, concorreranno al raggiungimento della soglia di 400.000 euro.

Quali adempimenti saranno richiesti alle ASD a seguito della riforma?
A partire dal 1° gennaio 2025, la maggior parte delle ASD sarà obbligata a richiedere l’attribuzione del numero di partita IVA, con un aumento degli oneri amministrativi e gestionali.

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