info@studiopizzano.it

Chiama: 0825 1686748

Associati e tesserati: diritti, doveri e differenze nel mondo delle associazioni sportive

21 Marzo, 2024

Nel complesso e dinamico mondo delle associazioni sportive, la distinzione tra le figure dell’associato e del tesserato assume un’importanza fondamentale per comprendere appieno le diverse sfaccettature della partecipazione alla vita associativa e all’attività sportiva. Nonostante i termini “associato” e “tesserato” siano spesso utilizzati in modo intercambiabile nel linguaggio comune, essi identificano in realtà due status ben distinti, ciascuno con le proprie peculiarità, diritti e obblighi. Questa distinzione diventa ancora più rilevante alla luce delle recenti evoluzioni normative che hanno interessato il settore, come il D.lgs. n. 36/2021, che ha introdotto una definizione puntuale del tesseramento. In questo articolo, ci proponiamo di esplorare in modo approfondito e dettagliato le caratteristiche di queste due figure, analizzando le previsioni legislative, le interpretazioni giurisprudenziali e le implicazioni pratiche che ne derivano, al fine di offrire un quadro esaustivo e chiaro di questa tematica così rilevante per il mondo associativo sportivo.

I diritti e gli obblighi dell’associato: un’analisi del dettato normativo e delle sue implicazioni

L’art. 16 del Codice Civile rappresenta il punto di partenza imprescindibile per comprendere la posizione dell’associato all’interno di un’associazione. Tale norma, infatti, stabilisce che l’atto costitutivo e lo statuto devono definire in modo puntuale e dettagliato i diritti e gli obblighi spettanti agli associati, nonché le condizioni per la loro ammissione. Tra i doveri fondamentali dell’associato, assume particolare rilievo quello di corrispondere la quota associativa, una somma di denaro la cui entità e periodicità di versamento sono solitamente determinate dallo statuto. La quota associativa rappresenta infatti un contributo essenziale per sostenere i costi di gestione dell’ente e per garantirne il funzionamento, consentendo all’associazione di perseguire le proprie finalità istituzionali.

Oltre all’obbligo di versare la quota, lo statuto può prevedere per gli associati una serie di diritti e prerogative, che spaziano dal diritto di voto nelle assemblee alla facoltà di partecipare attivamente alla vita associativa, fino alla possibilità di concorrere all’elezione delle cariche sociali. Tuttavia, nel disciplinare tali aspetti, l’associazione deve sempre rispettare il principio di parità di trattamento tra gli associati, evitando di introdurre clausole discriminatorie o di riservare solo ad alcune categorie specifici diritti, come quello di voto. Questa esigenza di garantire un trattamento ugualitario trova il suo fondamento nella natura stessa del contratto associativo, che si caratterizza per la condivisione di uno scopo comune da parte degli aderenti.

L’ammissione e il recesso dell’associato: profili giuridici e prassi applicative

Il contratto di associazione si caratterizza per essere un contratto a struttura aperta, il che significa che non sono ammesse clausole volte a vietare l’ingresso di nuovi aderenti o a rimettere all’arbitrio degli amministratori la valutazione delle domande di ammissione. Questa peculiarità risponde all’esigenza di garantire la massima partecipazione e il costante rinnovamento della compagine associativa, in linea con le finalità di promozione sociale e sportiva che connotano le associazioni dilettantistiche.

Ciò non esclude, tuttavia, la possibilità di prevedere requisiti e condizioni per l’ingresso, purché questi siano validi per tutti gli aspiranti associati e non si traducano in un’ammissione automatica per coloro che li soddisfano. La richiesta di adesione, infatti, costituisce una proposta contrattuale, che necessita dell’accettazione da parte dell’associazione, secondo le modalità previste dallo statuto. Sul punto, la giurisprudenza è concorde nel ritenere che non esista un diritto incondizionato all’ammissione, fermo restando che l’eventuale rigetto della domanda da parte dell’organo competente debba essere adeguatamente motivato, in ossequio ai principi di trasparenza e correttezza che devono ispirare l’agire dell’associazione.

Una volta ammesso, l’associato conserva comunque il diritto di recedere dall’associazione in qualsiasi momento, salvo il caso in cui abbia assunto l’obbligo di farne parte per un tempo determinato. La dichiarazione di recesso deve essere comunicata per iscritto agli amministratori e ha effetto con lo scadere dell’anno in corso, purché sia fatta almeno tre mesi prima, a meno che non sussista una giusta causa, nel qual caso l’efficacia è immediata. Questa disciplina mira a contemperare l’esigenza di tutelare la libertà di associazione dell’individuo con quella di garantire una certa stabilità alla compagine associativa, evitando che improvvisi e ingiustificati recessi possano comprometterne il funzionamento.

La figura del tesserato: definizione, caratteristiche e rapporti con l’associazione

Accanto all’associato, nel variegato panorama dello sport dilettantistico assume sempre maggiore rilievo la figura del tesserato, la cui definizione è stata recentemente cristallizzata nell’art. 15 del D.lgs. n. 36/2021. Ai sensi di tale norma, il tesseramento è l’atto formale con il quale la persona fisica diviene soggetto dell’ordinamento sportivo ed è autorizzato a svolgere attività sportiva con un’associazione o società sportiva, con i Gruppi Sportivi Militari o i Corpi civili dello Stato o, nei casi ammessi, direttamente con una Federazione sportiva nazionale, una Disciplina sportiva associata o un Ente di promozione sportiva, anche paralimpici.

Il tesseramento si configura quindi come un rapporto trilaterale, che coinvolge il tesserato, l’associazione sportiva e l’organismo affiliante, anche se, in base al regolamento di funzionamento del Registro 2.0 del CONI, è possibile tesserarsi direttamente agli Organismi sportivi, senza la mediazione delle associazioni. Questa previsione, introdotta per semplificare le procedure e favorire la massima partecipazione all’attività sportiva, non deve tuttavia far perdere di vista il ruolo centrale che le associazioni sportive dilettantistiche svolgono nella promozione dello sport di base e nell’avviamento alla pratica sportiva.

Il tesseramento conferisce al soggetto una serie di diritti e facoltà, tra cui quello di partecipare all’attività e alle competizioni organizzate o riconosciute dall’ente affiliante, nonché di concorrere, in presenza dei requisiti previsti, a ricoprire le cariche dei relativi organi direttivi e di partecipare alle assemblee degli organi consiliari, secondo le previsioni statutarie e regolamentari. Questi diritti testimoniano l’importanza del tesseramento non solo come condizione per lo svolgimento dell’attività sportiva, ma anche come strumento di partecipazione democratica alla vita degli organismi sportivi.

La coesistenza di associati e tesserati: una pluralità di posizioni e ruoli

All’interno di un’associazione sportiva dilettantistica possono coesistere diverse figure, ciascuna con un diverso grado di coinvolgimento e partecipazione:

  • l’associato tesserato, che oltre a condividere le finalità dell’ente pratica anche l’attività sportiva;
  • l’associato non tesserato, che partecipa alla vita associativa ma non svolge attività sportiva;
  • il solo tesserato che pur praticando lo sport di riferimento non è formalmente un associato.

Questa varietà di posizioni riflette la complessa articolazione del mondo associativo sportivo, in cui la partecipazione può assumere forme e intensità differenti, a seconda degli interessi e delle aspirazioni individuali. L’associato tesserato rappresenta senza dubbio la figura più completa e quella che meglio incarna lo spirito di condivisione e partecipazione che anima le associazioni sportive dilettantistiche. Egli, infatti, non solo aderisce ai valori e alle finalità dell’ente, ma contribuisce attivamente al perseguimento degli obiettivi associativi attraverso la pratica sportiva, mettendo a disposizione il proprio tempo, le proprie energie e le proprie capacità.

L’associato non tesserato, pur non prendendo parte direttamente all’attività sportiva, riveste comunque un ruolo fondamentale nella vita dell’associazione, in quanto partecipa alle assemblee, elegge gli organi direttivi e contribuisce alle scelte strategiche dell’ente. La sua presenza testimonia come l’adesione a un’associazione sportiva non si esaurisca nella mera pratica di uno sport, ma implichi una condivisione più ampia di valori e obiettivi, che possono essere perseguiti anche attraverso forme di partecipazione diverse da quella strettamente agonistica.

Infine, il solo tesserato, pur non essendo formalmente un associato, rappresenta una figura altrettanto rilevante, in quanto contribuisce, con la propria attività sportiva, a realizzare le finalità dell’ente e a promuoverne l’immagine e la reputazione. Inoltre, attraverso il tesseramento, egli diviene parte integrante dell’ordinamento sportivo, acquisendo diritti e doveri che vanno al di là del mero rapporto con l’associazione di appartenenza.

Esempi pratici

Di seguito vengono forniti alcuni esempi pratici

Esempio #1

Mario è un appassionato di pallavolo e decide di iscriversi all’associazione sportiva dilettantistica “Volley Club”. Oltre a versare la quota associativa annuale, Mario partecipa attivamente alle assemblee, contribuendo alle scelte strategiche dell’ente, e si candida per entrare nel consiglio direttivo. Parallelamente, egli prende parte agli allenamenti e alle competizioni organizzate dalla FIPAV, la Federazione Italiana Pallavolo, alla quale l’associazione è affiliata. In questo caso, Mario riveste sia il ruolo di associato che quello di tesserato, incarnando pienamente lo spirito di partecipazione e condivisione che anima le associazioni sportive dilettantistiche.

Esempio #2

Giovanna è una sostenitrice della missione e dei valori dell’associazione “Gym for All”, che promuove l’inclusione sociale attraverso lo sport. Pur non praticando alcuna disciplina sportiva, Giovanna è un’associata a tutti gli effetti: versa regolarmente la quota associativa, partecipa alle assemblee e contribuisce attivamente all’organizzazione delle iniziative culturali e di sensibilizzazione promosse dall’associazione. La sua presenza testimonia come l’adesione a un’associazione sportiva non si esaurisca nella mera pratica di uno sport, ma implichi una condivisione più ampia di valori e obiettivi.

Esempio #3

Luca è un promettente atleta di judo e, seguendo le procedure previste dal regolamento di funzionamento del Registro 2.0 del CONI, decide di tesserarsi direttamente con la Federazione Italiana Judo, Lotta, Karate e Arti Marziali (FIJLKAM), senza aderire ad alcuna specifica associazione sportiva dilettantistica. Grazie al tesseramento, Luca acquisisce il diritto di partecipare alle competizioni organizzate dalla FIJLKAM e di concorrere, in presenza dei requisiti previsti, a ricoprire le cariche dei relativi organi direttivi. Pur non essendo formalmente un associato, Luca contribuisce, con la propria attività sportiva, a promuovere la disciplina del judo e i valori ad essa sottesi.

Esempio #4

L’associazione sportiva dilettantistica “Sport per tutti” ha previsto nel proprio statuto quote associative differenziate in base all’età degli associati: una quota ridotta per i minori di 18 anni e per gli over 65, e una quota ordinaria per tutti gli altri. Inoltre, è prevista una quota agevolata per i nuclei familiari che iscrivono più di un componente. Queste differenziazioni, basate su criteri oggettivi e non discriminatori, mirano a favorire la massima partecipazione all’attività sportiva, tenendo conto delle diverse esigenze e possibilità economiche degli associati.

Esempio #5

Laura presenta domanda di ammissione all’associazione sportiva dilettantistica “Tennis Club”, ma riceve un rigetto senza alcuna motivazione. Ritenendo tale rifiuto illegittimo, Laura chiede chiarimenti all’associazione, la quale, dopo un riesame della situazione, si rende conto di non aver agito correttamente e provvede a fornire una adeguata motivazione del diniego, basata su criteri oggettivi e predeterminati previsti dallo statuto. Questo esempio evidenzia come, pur non esistendo un diritto incondizionato all’ammissione, l’associazione sia tenuta ad agire con trasparenza e correttezza, motivando adeguatamente le proprie decisioni.


Domande e risposte

D: È possibile prevedere quote associative differenziate per diverse categorie di associati?
R: Sì, l’autonomia statutaria riconosciuta alle associazioni consente di prevedere quote associative differenziate sulla base di criteri oggettivi e non discriminatori, come ad esempio l’età, l’anzianità di appartenenza all’associazione o la tipologia di attività sportiva praticata. Tuttavia, tali differenziazioni devono essere ragionevoli e proporzionate, e non devono tradursi in un trattamento ingiustificatamente deteriore per alcune categorie di associati.

D: Un’associazione può rifiutarsi di ammettere un nuovo associato senza fornire alcuna motivazione?
R: No, sebbene non esista un diritto incondizionato all’ammissione, l’eventuale rigetto della domanda deve essere adeguatamente motivato dall’organo competente, in ossequio ai principi di trasparenza e correttezza che devono ispirare l’agire dell’associazione. La motivazione deve fare riferimento a criteri oggettivi e predeterminati, evitando ogni forma di discriminazione o arbitrarietà.

D: Il recesso dell’associato ha sempre efficacia immediata?
R: No, salvo il caso di giusta causa, la dichiarazione di recesso ha effetto con lo scadere dell’anno in corso, purché sia comunicata per iscritto agli amministratori almeno tre mesi prima. Questa previsione mira a contemperare l’esigenza di tutelare la libertà di associazione dell’individuo con quella di garantire una certa stabilità alla compagine associativa, evitando che improvvisi e ingiustificati recessi possano comprometterne il funzionamento.

D: È possibile tesserarsi a una Federazione sportiva nazionale senza essere associati a una specifica associazione sportiva?
R: Sì, in base al regolamento di funzionamento del Registro 2.0 del CONI, il tesseramento agli Organismi sportivi può avvenire anche direttamente, senza la mediazione delle associazioni sportive dilettantistiche. Questa previsione, introdotta per semplificare le procedure e favorire la massima partecipazione all’attività sportiva, non deve tuttavia far perdere di vista il ruolo centrale che le associazioni sportive dilettantistiche svolgono nella promozione dello sport di base e nell’avviamento alla pratica sportiva.

Articoli correlati