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La quota di frequenza ai corsi in una Associazione Sportiva Dilettantistica: tutto quello che c’è da sapere

20 Aprile, 2024

Le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) sono organizzazioni senza scopo di lucro che promuovono attività sportive a livello amatoriale. Per poter partecipare ai corsi e alle attività organizzate da queste associazioni, i soci sono tenuti a pagare una quota di frequenza. In questo articolo approfondiremo nel dettaglio cos’è la quota di frequenza, a cosa serve, chi la stabilisce, quando va pagata e quali sono le differenze rispetto alla quota associativa. Vedremo anche alcuni esempi concreti di come le ASD gestiscono le quote e risponderemo alle domande più frequenti sull’argomento.

Cos’è esattamente la quota di frequenza?

La quota di frequenza è un contributo economico che i soci di un’ASD devono versare per poter partecipare ai corsi e alle attività organizzate dall’associazione. È diversa e si aggiunge alla quota associativa, che invece è il contributo annuale che ogni socio deve pagare per far parte dell’associazione.

La quota di frequenza serve specificamente a coprire i costi dei corsi, come ad esempio:

  • il compenso per gli istruttori e i tecnici sportivi
  • l’affitto delle strutture e degli impianti sportivi
  • l’acquisto e la manutenzione di attrezzature e materiali
  • le spese organizzative e gestionali dei corsi

Grazie alle quote di frequenza, le ASD possono offrire corsi di qualità a prezzi accessibili per i soci, in linea con la loro natura non profit.

Chi stabilisce l’importo della quota di frequenza?

L’importo della quota di frequenza viene stabilito dal consiglio direttivo dell’ASD, che valuta attentamente i costi da sostenere per organizzare i corsi e le attività1. È importante che la quota sia proporzionata ai servizi offerti e sostenibile per i soci.

Molte associazioni prevedono quote di frequenza differenziate in base a diversi fattori, ad esempio:

  • la tipologia di corso (corsi base, avanzati, agonistici)
  • la durata del corso (mensile, trimestrale, annuale)
  • l’età dei partecipanti (corsi per bambini, adulti, over 65)
  • il numero di lezioni o allenamenti settimanali
  • il livello tecnico e l’esperienza degli istruttori

In ogni caso, le quote di frequenza devono sempre essere comunicate in modo chiaro e trasparente a tutti i soci, indicando esattamente cosa includono.

Quando si paga la quota di frequenza?

La quota di frequenza va pagata prima dell’inizio del corso o dell’attività, secondo le modalità e le scadenze stabilite dall’associazione1. Solitamente il pagamento può essere effettuato:

  • in un’unica soluzione all’inizio del corso
  • in più rate durante il periodo di svolgimento del corso (es. rate mensili o trimestrali)
  • con un abbonamento annuale, se il corso ha una durata continuativa

È molto importante rispettare puntualmente le scadenze di pagamento per non incorrere in sanzioni o nella sospensione dalla partecipazione ai corsi. Eventuali ritardi andrebbero sempre concordati preventivamente con l’associazione.

Differenze tra quota di frequenza e quota associativa

Nelle ASD la quota di frequenza ai corsi è un contributo distinto e aggiuntivo rispetto alla quota associativa annuale. Mentre la quota associativa dà diritto a essere socio dell’ASD e a partecipare alla vita associativa, la quota di frequenza serve specificamente per prendere parte ai corsi e alle attività.

Questa distinzione permette una maggiore flessibilità dell’offerta dell’associazione per venire incontro alle diverse esigenze dei soci. Chi vuole solo tesserarsi per usufruire di alcuni servizi di base (es. convenzioni, sconti, accesso agli impianti) può pagare la sola quota associativa. Chi invece vuole frequentare uno o più corsi deve pagare anche le relative quote di frequenza.

Un’altra differenza importante è che la quota associativa deve essere uguale per tutti i soci, mentre le quote di frequenza possono essere diversificate in base al tipo di corso e di partecipante, come abbiamo visto. L’importante è che le differenze siano sempre motivate da ragioni oggettive e non discriminatorie.

Aspetti fiscali delle quote di frequenza

Dal punto di vista fiscale, le quote di frequenza pagate dai soci per i corsi rientrano tra i cosiddetti “corrispettivi specifici” che non concorrono a formare il reddito imponibile per le ASD, purchè siano incassate nell’esercizio di attività istituzionali verso soci e tesserati.

Questo significa che sulle ricevute delle quote di frequenza:

  • non va applicata l’IVA, essendo considerate fuori campo IVA fino al 31.12.2024 ed esente iva a partire dal prossimo 01.01.2025
  • non va applicata neanche l’imposta di bollo di 2€.

Ovviamente per poter usufruire di questo regime fiscale di favore, l’ASD deve essere regolarmente iscritta al Registro CONI e rispettare tutti i requisiti previsti dalla normativa per le associazioni sportive dilettantistiche.

Esempi di gestione delle quote di frequenza nelle ASD

Vediamo alcuni esempi concreti di come le ASD organizzano le quote di frequenza per i loro corsi:

  1. ASD Volley Club: prevede una quota associativa annuale di 30€ e quote di frequenza trimestrali differenziate per le diverse categorie di corsi:
    • Minivolley (6-10 anni): 100€
    • Under 13-14-16: 130€
    • Seconda divisione: 150€
  1. ASD Danza Moderna: ha una quota associativa di 25€ e quote di frequenza mensili a seconda del numero di corsi frequentati:
    • 1 corso a settimana: 50€
    • 2 corsi a settimana: 90€
    • 3 corsi a settimana: 120€
  1. ASD Judo: quota associativa di 40€ e quota di frequenza annuale di 400€ pagabile anche in 2 rate da 200€ (a settembre e a gennaio)
  2. ASD Tennis: quota associativa di 50€ e abbonamenti annuali differenziati in base all’età e all’accesso agli impianti:
    • Under 18 solo corsi: 300€
    • Adulti solo corsi: 450€
    • Adulti corsi + accesso campi: 600€

Come si vede, ogni ASD adatta le quote di frequenza alle proprie specificità, cercando di venire incontro alle diverse esigenze dei soci.

Conclusione

In conclusione, la quota di frequenza è un contributo essenziale per il funzionamento delle ASD e per garantire corsi di qualità a costi contenuti per i soci. È importante che le associazioni gestiscano le quote in modo trasparente ed equo, comunicando chiaramente importi, scadenze e servizi inclusi. I soci dal canto loro devono essere consapevoli dell’importanza di pagare puntualmente le quote per permettere all’associazione di pianificare e realizzare al meglio le attività.

Una corretta gestione delle quote di frequenza, insieme al rispetto di tutti gli adempimenti normativi e fiscali, è fondamentale per il buon funzionamento di un’ASD e per promuovere la pratica sportiva dilettantistica in modo sano e sostenibile. Solo così le associazioni potranno continuare a svolgere il loro prezioso ruolo sociale ed educativo a beneficio di tutta la comunità.


Domande e risposte

D: La quota di frequenza e la quota associativa sono la stessa cosa?
R: No, sono due contributi distinti. La quota associativa è il contributo annuale per essere socio dell’ASD, mentre la quota di frequenza serve per partecipare a specifici corsi e attività.

D: Posso pagare la quota di frequenza a rate?
R: Dipende dalle modalità previste dalla specifica ASD. Alcune prevedono il pagamento in un’unica soluzione, altre permettono il pagamento rateale mensile o trimestrale. È importante informarsi sulle possibilità offerte al momento dell’iscrizione1.

D: Se pago la quota di frequenza posso frequentare tutti i corsi dell’ASD?
R: Non sempre. Spesso le quote di frequenza sono relative a specifici corsi. Se vuoi frequentare più corsi potresti dover pagare quote aggiuntive. Anche in questo caso è bene chiedere informazioni precise all’associazione.

D: Cosa succede se non pago la quota di frequenza entro la scadenza?
R: Le ASD di solito prevedono delle sanzioni per i ritardati pagamenti, che possono andare da una maggiorazione della quota fino alla sospensione dalla partecipazione ai corsi. Per evitare spiacevoli inconvenienti, è sempre meglio rispettare le scadenze o concordare preventivamente eventuali proroghe con l’associazione.

D: Devo pagare l’IVA o l’imposta di bollo sulle quote di frequenza?
R: No, se l’ASD è iscritta al Registro CONI e rispetta i requisiti di legge, le quote di frequenza pagate dai soci per i corsi sono esenti sia dall’IVA che dall’imposta di bollo, in quanto rientrano nelle attività istituzionali.

D: Un’ASD può differenziare gli importi delle quote di frequenza tra i soci?
R: Sì, a patto che le differenze siano motivate da ragioni oggettive legate al tipo di corso, alla fascia d’età o ad altri criteri non discriminatori. Quello che non può essere diverso tra i soci è la quota associativa annuale.

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