Molti imprenditori e professionisti si chiedono se sia possibile acquistare e utilizzare buoni pasto per se stessi, usufruendo delle relative agevolazioni fiscali. In questo articolo, esamineremo le norme che regolano la deducibilità e la detrazione IVA per le spese di somministrazione di alimenti e bevande, sia nel caso di utilizzo di buoni pasto che di pagamento in contanti o con mezzi elettronici. Analizzeremo le differenze tra professionisti e imprenditori, offrendo esempi pratici e rispondendo alle domande più frequenti.
Professionisti: deducibilità del 75% con limite del 2% dei compensi
Per i professionisti, l’art. 54, comma 5, del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) stabilisce che le spese relative a prestazioni alberghiere e somministrazioni di alimenti e bevande sono deducibili nella misura del 75%, con un limite massimo pari al 2% dell’ammontare dei compensi percepiti nel periodo di imposta.
Questa regola si applica indipendentemente dal metodo di pagamento utilizzato, sia esso in contanti, con carta di credito o mediante buoni pasto. L’utilizzo di buoni pasto da parte di un professionista non modifica la disciplina fiscale relativa alla deducibilità di tali spese.
Esempio: Un professionista, nel corso dell’anno fiscale, ha percepito compensi per 100.000 euro. Le spese per pranzi e cene di lavoro ammontano a 3.000 euro. In questo caso, la deducibilità massima sarà pari a 2.000 euro (2% di 100.000 euro), anche se il 75% di 3.000 euro è superiore a tale importo.
Imprese: deduzione in base al principio di inerenza
Per le imprese, non esiste una norma specifica che regoli la deducibilità delle spese per somministrazione di alimenti e bevande. In questo caso, si applica la regola generale dell’inerenza, secondo cui le spese sono deducibili nella misura in cui risultano inerenti all’attività d’impresa.
Pertanto, le spese per pranzi di lavoro o cene aziendali possono essere interamente deducibili se strettamente legate all’attività d’impresa e debitamente documentate.
Detrazione IVA per spese di somministrazione
Ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), l’IVA sulle spese per somministrazione di alimenti e bevande, anche presso ristoranti, è detraibile in base al principio generale dell’inerenza. Tuttavia, l’IVA sull’acquisto di alimenti e bevande è indetraibile, ad eccezione dei casi in cui tali prodotti formano oggetto dell’attività propria dell’impresa o vengono somministrati in mense scolastiche, aziendali, interaziendali o mediante distributori automatici collocati nei locali dell’impresa.
Queste regole valgono sia nel caso di pagamento con denaro contante o mezzi elettronici, sia nel caso di utilizzo di buoni pasto. L’impiego di buoni pasto da parte di professionisti o imprenditori non modifica la disciplina fiscale relativa alla detrazione dell’IVA.
Conclusione
In sintesi, l’utilizzo di buoni pasto da parte di professionisti o imprenditori non comporta alcuna differenza fiscale rispetto al pagamento in contanti o con mezzi elettronici per l’acquisto di alimenti o la consumazione in locali. Le norme che regolano la deducibilità delle spese e la detrazione dell’IVA rimangono invariate, indipendentemente dal metodo di pagamento adottato. Pertanto, l’acquisto di buoni pasto per uso personale da parte di questi soggetti non offre alcun vantaggio fiscale aggiuntivo.
Domande e Risposte
D: Un professionista può dedurre interamente le spese per pranzi di lavoro?
R: No, un professionista può dedurre le spese per pranzi di lavoro solo nella misura del 75%, con un limite massimo pari al 2% dei compensi percepiti nel periodo di imposta.
D: Un’impresa può dedurre interamente le spese per cene aziendali?
R: Sì, un’impresa può dedurre interamente le spese per cene aziendali, purché siano strettamente inerenti all’attività d’impresa e debitamente documentate.
D: L’IVA sulle spese di somministrazione è sempre detraibile?
R: No, l’IVA sulle spese di somministrazione di alimenti e bevande è detraibile in base al principio di inerenza. Tuttavia, l’IVA sull’acquisto di alimenti e bevande è indetraibile, salvo alcune eccezioni.
D: L’utilizzo di buoni pasto comporta vantaggi fiscali rispetto al pagamento in contanti?
R: No, l’utilizzo di buoni pasto da parte di professionisti o imprenditori non comporta alcun vantaggio fiscale rispetto al pagamento in contanti o con mezzi elettronici. Le norme che regolano la deducibilità delle spese e la detrazione dell’IVA rimangono invariate.