Nel complesso panorama previdenziale italiano, la Gestione Separata INPS rappresenta un elemento cruciale per molti liberi professionisti. Recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno portato significative novità in questo ambito, chiarendo alcuni aspetti fondamentali relativi all’obbligo di iscrizione e al pagamento delle sanzioni. In questo articolo, esamineremo in dettaglio cosa sia la Gestione Separata, chi sia tenuto ad iscriversi e quali siano le importanti novità introdotte dalle recenti pronunce della Consulta.
Cos’è la Gestione Separata INPS
La Gestione Separata è un fondo pensionistico istituito dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) nel 1995 con la legge n. 335. Il suo scopo principale è quello di fornire una copertura previdenziale a categorie di lavoratori che altrimenti ne sarebbero sprovvisti. Si tratta di un “fondo pensionistico di chiusura”, pensato per garantire che tutti i lavoratori abbiano una forma di tutela previdenziale.
Chi deve iscriversi alla Gestione Separata
L’iscrizione alla Gestione Separata è obbligatoria per diverse categorie di lavoratori, tra cui:
- Liberi professionisti senza una cassa previdenziale di categoria
- Collaboratori coordinati e continuativi
- Lavoratori autonomi occasionali con reddito annuo superiore a 5.000 euro
- Venditori porta a porta con reddito annuo superiore a 6.410,26 euro
- Associati in partecipazione che apportano solo lavoro
- Professionisti già iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria che non versano il contributo soggettivo alla propria cassa
È importante sottolineare che anche i professionisti iscritti ad un albo, ma che non versano contributi alla propria cassa di categoria (ad esempio per non aver raggiunto determinati limiti di reddito), sono tenuti all’iscrizione alla Gestione Separata.
Le recenti sentenze della Corte Costituzionale
Nel 2022 e nel 2024, la Corte Costituzionale ha emesso due importanti sentenze che hanno chiarito alcuni aspetti controversi relativi all’iscrizione alla Gestione Separata:
- Sentenza n. 104 del 22 aprile 2022: Ha riguardato gli avvocati, stabilendo che coloro che non versano il contributo soggettivo alla Cassa Forense devono iscriversi alla Gestione Separata.
- Sentenza n. 55 dell’8 aprile 2024: Si è concentrata su ingegneri e architetti, confermando l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata per i professionisti che non versano il contributo soggettivo a Inarcassa.
In entrambi i casi, la Corte ha confermato l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata per i professionisti che non versano il contributo soggettivo alla propria cassa di categoria. Tuttavia, ha anche stabilito un principio fondamentale: i professionisti non possono essere sanzionati per la mancata iscrizione alla Gestione Separata nel periodo precedente all’entrata in vigore della norma che ha chiarito questo obbligo (16 luglio 2011).
Implicazioni pratiche delle sentenze
Queste sentenze hanno importanti conseguenze per molti liberi professionisti:
- Obbligo di iscrizione: I professionisti iscritti ad albi che non versano contributi alle proprie casse (ad esempio per redditi sotto soglia) devono iscriversi alla Gestione Separata.
- Esonero dalle sanzioni: Non sono dovute sanzioni per la mancata iscrizione alla Gestione Separata per il periodo antecedente al 16 luglio 2011.
- Recupero contributivo: L’INPS può richiedere i contributi non versati, ma senza applicare sanzioni per il periodo precedente al 16 luglio 2011.
- Prescrizione dei contributi: Il termine di prescrizione quinquennale dei contributi decorre dalla data di pagamento prevista dalla legge.
Come iscriversi e versare i contributi
L’iscrizione alla Gestione Separata può essere effettuata online attraverso il sito dell’INPS o recandosi presso un ufficio territoriale dell’Istituto. I contributi si versano tramite modello F24, alle stesse scadenze previste per il pagamento delle imposte sui redditi.Per il 2024, le aliquote contributive sono:
- 26,23% per i soggetti non iscritti ad altre forme di previdenza
- 24% per i soggetti già iscritti ad altre forme di previdenza
È importante ricordare che esiste un massimale di reddito oltre il quale non si pagano contributi (per il 2024 è di 113.520 euro) e un minimale contributivo al di sotto del quale si devono comunque versare i contributi minimi.
Conclusioni
Le recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno portato chiarezza su un tema complesso come quello dell’iscrizione alla Gestione Separata INPS. Se da un lato è stato confermato l’obbligo di iscrizione per molti liberi professionisti, dall’altro è stata riconosciuta la buona fede di chi non si era iscritto prima del 2011, esonerando questi soggetti dal pagamento delle sanzioni.È fondamentale che ogni libero professionista valuti attentamente la propria posizione previdenziale, considerando non solo gli obblighi verso la propria cassa di categoria, ma anche quelli relativi alla Gestione Separata INPS. In caso di dubbi, è sempre consigliabile consultare un esperto in materia previdenziale per evitare spiacevoli sorprese in futuro e garantirsi una adeguata copertura previdenziale.