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Rimborso IVA: La Cassazione chiarisce quando il diritto si prescrive in soli due anni

15 Luglio, 2024

La recente ordinanza n. 18034 del 1° luglio 2024 della Corte di Cassazione ha gettato nuova luce su un tema cruciale per professionisti e imprese: i termini e le modalità di richiesta del rimborso IVA. Questa sentenza, respingendo il ricorso della società Partenope s.coop.r.l. in liquidazione, ha ribadito l’importanza di una corretta compilazione della dichiarazione IVA, in particolare del quadro RX4, per preservare il diritto al rimborso dell’imposta.

L’articolo esaminerà in dettaglio le implicazioni di questa decisione, fornendo una guida pratica per navigare le complessità del sistema IVA italiano.

Il caso Partenope e il principio stabilito dalla Cassazione

La controversia al centro dell’ordinanza riguardava la società Partenope, che aveva esposto nella dichiarazione IVA 2010 (relativa all’anno d’imposta 2009) un credito IVA in compensazione, senza compilare il quadro RX4 per richiederne il rimborso. Successivamente, il 30 gennaio 2019, la società aveva presentato un’istanza di rimborso, che era stata respinta dall’Agenzia delle Entrate per decadenza del diritto.La Corte di Cassazione ha confermato la correttezza di questo diniego, stabilendo un principio fondamentale: la domanda di rimborso del credito IVA deve essere tenuta distinta da quella di compensazione dell’imposta con altro debito fiscale. In assenza di una chiara e inequivocabile volontà di ottenere il rimborso, manifestata attraverso la compilazione del quadro RX4 nella dichiarazione annuale IVA, si applica il termine di decadenza biennale previsto dall’articolo 21, comma 2, del D.Lgs. n. 546 del 1992, e non il termine ordinario di prescrizione decennale.

La distinzione tra rimborso e compensazione

Per comprendere appieno la portata di questa decisione, è necessario chiarire la differenza tra rimborso e compensazione nel contesto dell’IVA:

  • Rimborso: è la richiesta diretta di restituzione del credito IVA da parte dell’Agenzia delle Entrate.
  • Compensazione: è l’utilizzo del credito IVA per pagare altri debiti fiscali o contributivi.

La scelta tra queste due opzioni non è irrilevante e deve essere effettuata con attenzione al momento della compilazione della dichiarazione IVA annuale. La mera esposizione del credito in dichiarazione, senza la specifica richiesta di rimborso nel quadro RX4, viene interpretata come volontà di utilizzare il credito in compensazione.

I termini di decadenza e prescrizione

La sentenza della Cassazione ha ribadito l’applicazione di due diversi termini:

  • Termine di decadenza biennale: si applica quando non viene compilato il quadro RX4 per richiedere il rimborso. Il contribuente ha due anni di tempo dalla presentazione della dichiarazione per presentare l’istanza di rimborso.
  • Termine di prescrizione decennale: si applica quando viene correttamente compilato il quadro RX4, manifestando la volontà di ottenere il rimborso.

Esempi pratici

Per chiarire ulteriormente, consideriamo due scenari:

  • L’azienda Alfa S.r.l. nella dichiarazione IVA 2024 (relativa all’anno d’imposta 2023) espone un credito IVA di 50.000 euro, indicandolo nel quadro VL come importo da utilizzare in compensazione, senza compilare il quadro RX4. Se Alfa S.r.l. decidesse di chiedere il rimborso di tale credito nel 2026, si troverebbe nella stessa situazione della Partenope, con l’istanza respinta per decadenza del diritto.
  • La Beta S.p.A. espone un credito IVA di 100.000 euro nella dichiarazione 2024, compilando correttamente il quadro RX4 e indicando la volontà di ottenere il rimborso. In questo caso, Beta S.p.A. avrà a disposizione il termine decennale per presentare l’istanza di rimborso.

Eccezioni alla regola

La Corte ha riconosciuto alcune eccezioni all’applicazione del termine biennale. In particolare, il termine decennale si applica in casi eccezionali in cui la compensazione non può più essere effettuata, come ad esempio:

  • Cessazione dell’attività
  • Morte del contribuente

Tuttavia, queste circostanze devono essere tempestivamente e adeguatamente documentate.

Implicazioni per i contribuenti

Questa sentenza sottolinea l’importanza di una corretta pianificazione fiscale e di una attenta compilazione della dichiarazione IVA annuale. I contribuenti devono:

  • Valutare attentamente la scelta tra rimborso e compensazione
  • Compilare correttamente il quadro RX4 se si intende richiedere il rimborso
  • Tenere traccia dei termini di decadenza e prescrizione applicabili
  • Documentare tempestivamente eventuali situazioni eccezionali che potrebbero influenzare i termini

Conformità con il diritto dell’Unione Europea

È importante notare che questa interpretazione della Corte di Cassazione si allinea con i principi del diritto dell’Unione Europea in materia di IVA. La Corte di Giustizia dell’UE ha infatti più volte affermato che spetta agli ordinamenti nazionali stabilire i requisiti per la presentazione delle domande di rimborso, purché questi rispettino i principi di equivalenza e di effettività.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione n. 18034/2024 ribadisce l’importanza di una corretta e tempestiva gestione dei crediti IVA. Professionisti e imprese devono prestare particolare attenzione alla compilazione della dichiarazione annuale IVA, in particolare del quadro RX4, per preservare il diritto al rimborso. La scelta tra compensazione e rimborso non è solo una questione di convenienza finanziaria, ma ha importanti implicazioni giuridiche che possono influenzare la possibilità di recuperare il credito IVA anche a distanza di anni.

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