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Il regime forfettario si adegua al concordato preventivo

19 Luglio, 2024

L’Agenzia delle Entrate ha recentemente rilasciato aggiornamenti significativi che riguardano la dichiarazione dei redditi e l’introduzione del concordato preventivo. Questo articolo esplora in dettaglio le modifiche apportate, le nuove opportunità e le potenziali sfide che i professionisti e le piccole imprese dovranno affrontare. Dalla compilazione del quadro LM alle nuove soglie di reddito, analizzeremo ogni aspetto di questa riforma fiscale, offrendo una guida completa sia per i neofiti che per gli esperti del settore.

Il concordato preventivo: una rivoluzione nella pianificazione fiscale

Il concordato preventivo rappresenta una svolta epocale nel rapporto tra contribuenti e fisco. Questa misura innovativa consente ai contribuenti di concordare anticipatamente con l’Agenzia delle Entrate il reddito imponibile per l’anno successivo. Per i soggetti in regime forfettario, questa opportunità si concretizza attraverso la compilazione della sezione VI del quadro LM nella dichiarazione dei redditi.

L’Agenzia delle Entrate ha recentemente aggiornato il servizio RedditiOnline e l’applicativo della dichiarazione precompilata, permettendo ai contribuenti di valutare la proposta di reddito concordato. Questa innovazione è supportata da un decreto ministeriale che stabilisce la metodologia per la stima della proposta di reddito.

È fondamentale sottolineare che il reddito proposto è vincolante esclusivamente per il periodo d’imposta 2024. Questa caratteristica offre ai contribuenti la possibilità di pianificare con maggiore precisione le proprie strategie fiscali per l’anno a venire, garantendo una certa stabilità nelle previsioni di imposizione fiscale.

Eventi straordinari e modulazione del reddito concordato

Il decreto ministeriale ha introdotto una serie di “eventi straordinari” che possono portare a una riduzione della proposta concordataria. Questa riduzione può oscillare tra il 10% e il 30%, in base alla durata della sospensione dell’attività. Tra gli eventi considerati rilevanti troviamo:

  1. Calamità naturali con dichiarazione di stato di emergenza
  2. Danni ai locali dell’attività che ne compromettono l’agibilità
  3. Danni significativi alle scorte di magazzino
  4. Impossibilità di accedere ai locali dell’attività
  5. Sospensione dell’attività dovuta all’interruzione dell’attività del principale cliente
  6. Sospensione amministrativa dell’attività comunicata alla Camera di Commercio
  7. Sospensione della professione comunicata all’Ordine o alla Cassa previdenziale

Questa disposizione dimostra una notevole flessibilità da parte del legislatore nel considerare situazioni eccezionali che possono impattare negativamente sull’attività economica dei contribuenti.

Ad esempio, un professionista che ha dovuto sospendere la propria attività per tre mesi a causa di danni all’ufficio potrebbe beneficiare di una riduzione del 20% sulla proposta di reddito concordato.

Limiti e condizioni per l’adesione al concordato

Un aspetto cruciale da considerare riguarda i limiti di reddito per l’adesione al concordato preventivo. Il decreto ministeriale specifica che la metodologia si applica ai contribuenti che nel 2023 hanno determinato il reddito in base al regime forfettario, senza superare il limite di ricavi previsto dalla legge (85.000 euro).

Questa disposizione solleva alcune questioni interpretative di notevole rilevanza. Sembrerebbe che i contribuenti che nel 2023 hanno superato la soglia di 85.000 euro (ma rimanendo sotto i 100.000 euro) e che di conseguenza sono usciti dal regime forfettario nel 2024, non possano aderire al concordato preventivo. Questi soggetti dovrebbero compilare la sezione III del quadro LM per determinare il reddito forfettario e l’imposta sostitutiva, ma non potrebbero accedere alla sezione VI per l’adesione al concordato.

È importante notare che questa interpretazione non è esplicitamente confermata dal decreto legislativo 13/2024, lasciando spazio a possibili chiarimenti futuri da parte dell’Agenzia delle Entrate. Questa ambiguità potrebbe creare incertezze per una fascia di contribuenti che si trovano in una zona grigia tra il regime forfettario e il regime ordinario.

Aggiornamenti nella compilazione del quadro LM

Le istruzioni per la compilazione del quadro LM hanno subito alcune modifiche significative che meritano un’analisi dettagliata. In particolare:

  1. Limite di componenti positivi: È stato chiarito che il totale dei componenti positivi indicati nelle colonne 3 e 4 dei righi LM22-LM27 non può superare la soglia di 100.000 euro. Questo limite è coerente con la normativa che prevede l’uscita immediata dal regime forfettario in caso di superamento di tale soglia.
  2. Trattamento di componenti positivi particolari: Una novità interessante riguarda il trattamento di alcuni componenti positivi che non rilevano ai fini del superamento del limite, come l’indennità di maternità. In questi casi, i contribuenti devono indicare il codice “1” nella casella “Situazioni particolari” presente nel frontespizio del modello.
  3. Chiarimenti sulle indennità di maternità: Questa disposizione chiarisce definitivamente che le indennità di maternità vanno tassate nell’ambito del regime forfettario. Ciò risolve un’ambiguità che persisteva da tempo, offrendo maggiore certezza ai contribuenti.
  4. Agevolazione delle attività di verifica: La nuova disposizione facilita le attività di verifica nei casi in cui non vi sia corrispondenza tra i componenti positivi dichiarati e quelli rilevanti ai fini del computo del limite di 85.000 euro.
  5. Questione aperta sulle specifiche tecniche: Le specifiche tecniche indicano che, se valorizzato il campo 173 del record B (Situazioni Particolari), il limite è elevato a 130.000 euro. Questa indicazione solleva interrogativi e potrebbe richiedere ulteriori chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Conclusioni

Le novità introdotte per il regime forfettario e il concordato preventivo rappresentano un cambiamento significativo nel panorama fiscale italiano. Da un lato, offrono nuove opportunità di pianificazione fiscale per i contribuenti, dall’altro introducono nuove complessità nella gestione delle dichiarazioni dei redditi.

È fondamentale che i professionisti e le piccole imprese in regime forfettario prestino particolare attenzione a queste modifiche, valutando attentamente la propria posizione rispetto ai nuovi limiti e alle nuove opportunità offerte dal concordato preventivo. La scelta di aderire o meno al concordato dovrà essere ponderata considerando non solo i vantaggi immediati, ma anche le implicazioni a medio termine sulla gestione fiscale dell’attività.

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