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Adempimento collaborativo e ravvedimento operoso: la procedura per sanare le violazioni

17 Settembre, 2024

L’adempimento collaborativo, recentemente riformato dal D.Lgs. n. 221/2023, offre importanti vantaggi alle imprese che vi aderiscono, tra cui la possibilità di sanare eventuali violazioni od omissioni commesse nell’applicazione delle norme tributarie attraverso il ravvedimento operoso. Il D.M. n. 126/2024 del MEF ha definito nel dettaglio la procedura da seguire, che prevede la presentazione di una comunicazione all‘Agenzia delle Entrate, un contraddittorio preventivo e modalità semplificate per chiudere la pratica. Vediamo nel dettaglio come funziona questo nuovo strumento per regolarizzare la propria posizione fiscale in modo trasparente e collaborativo.

La comunicazione qualificata all’Agenzia delle Entrate

Il primo passo per avviare la procedura è presentare all’Ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate, entro 9 mesi dalla scadenza dei termini di accertamento, una comunicazione qualificata redatta in carta libera. Tale comunicazione deve contenere tutte le informazioni necessarie per consentire all’Ufficio una esauriente disamina della fattispecie, inclusi l’ammontare delle imposte, delle sanzioni e degli interessi correlati alla violazione rilevata.

La comunicazione può essere consegnata a mano presso l’Ufficio, inviata con plico raccomandato con avviso di ricevimento oppure trasmessa per via telematica tramite posta elettronica certificata (PEC). In caso di consegna a mano o invio tramite raccomandata, la comunicazione va sottoscritta con firma autografa, mentre se trasmessa via PEC deve essere firmata digitalmente. La data di presentazione della comunicazione fa fede ai fini delle riduzioni sanzionatorie previste dal ravvedimento operoso

Il contraddittorio preventivo con l’Ufficio

Entro 90 giorni dal ricevimento della comunicazione, l‘Ufficio competente notifica al contribuente uno schema di ricalcolo contenente l’ammontare delle maggiori imposte, sanzioni e interessi dovuti in base a quanto comunicato, concedendo un termine non inferiore a 60 giorni per consentire al contribuente di formulare eventuali osservazioni.

Trascorsi 60 giorni dalla scadenza di tale termine, l’Ufficio, dopo aver valutato le osservazioni presentate dal contribuente, notifica un atto di ricalcolo definitivo. Tale atto riporta gli importi delle maggiori imposte, sanzioni (ricalcolate tenendo conto delle riduzioni del ravvedimento e dimezzate se ne ricorrono le condizioni) e interessi correlati alla violazione, nonché la data entro cui effettuare il versamento, che non può essere inferiore a 15 giorni.

Il contribuente ha comunque la facoltà di anticipare la chiusura della procedura pagando immediatamente gli importi indicati dall’Ufficio nello schema di ricalcolo, senza attendere l’atto definitivo

La chiusura della procedura

Per concludere la procedura, il contribuente deve provvedere a versare gli importi dovuti in base all’atto di ricalcolo notificato dall’Ufficio (o allo schema di ricalcolo in caso di pagamento anticipato) ed eventualmente presentare una dichiarazione integrativa se ne ricorrono i presupposti.

È importante sottolineare che il pagamento effettuato non preclude comunque l’avvio o la prosecuzione di ulteriori attività di controllo e accertamento da parte dell‘Agenzia delle Entrate sui periodi d’imposta oggetto della comunicazione. L’Agenzia non può però reiterare eventuali controlli già svolti nell’ambito della procedura di ravvedimento, a meno che non emergano nuove circostanze di fatto o di diritto rilevanti per la valutazione del caso, oppure si scopra che le circostanze rappresentate dal contribuente nella comunicazione non erano veritiere o complete

Esempio pratico

La società Alfa, che aderisce al regime di adempimento collaborativo, si accorge di aver commesso un errore nella liquidazione IVA del 1° trimestre 2024, omettendo di considerare alcune fatture di acquisto. Entro il 12 gennaio 2025 (9 mesi prima della scadenza dell’accertamento) presenta una comunicazione all‘Agenzia delle Entrate quantificando in 50.000 euro l’IVA dovuta, 5.000 euro di sanzioni (ridotte ad 1/9 in base al ravvedimento) e 1.000 euro di interessi.

L’Ufficio, dopo aver svolto un contraddittorio con la società ed aver valutato le sue osservazioni, notifica l’atto di ricalcolo definitivo confermando gli importi indicati nella comunicazione e fissando il termine per il versamento al 30 aprile 2025

Alfa provvede a pagare quanto dovuto entro la scadenza e presenta la dichiarazione IVA integrativa del 1° trimestre 2024, chiudendo così la procedura di ravvedimento e sanando la violazione commessa.

Conclusioni

La nuova procedura di ravvedimento operoso nell‘ambito dell’adempimento collaborativo rappresenta un’opportunità per le imprese di sanare in modo semplificato eventuali violazioni od omissioni, beneficiando di sanzioni ridotte e di tempi certi per la chiusura della pratica. Sarà fondamentale seguire con attenzione tutti i passaggi previsti, dalla presentazione della comunicazione iniziale fino al versamento degli importi dovuti, per poter usufruire appieno dei vantaggi offerti da questo strumento. L‘adempimento collaborativo si conferma così un regime prezioso per instaurare un rapporto trasparente e collaborativo tra Fisco e contribuenti, nell’ottica di prevenire le controversie e favorire la compliance fiscale.

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