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Distinzione tra tesserati e soci: l’importanza della volontarietà nell’adesione associativa

5 Dicembre, 2024

Sono il presidente di una nuova associazione sportiva dilettantistica e sto redigendo lo statuto. Mi chiedevo se fosse possibile inserire una clausola che preveda l’automatica acquisizione della qualifica di socio per tutti coloro che si tesserano alla nostra associazione. Vorrei capire se questa pratica è corretta dal punto di vista legale e associativo.

La risposta è no, non è corretto prevedere nello statuto che tutti i tesserati diventino automaticamente soci dell’associazione. Questa distinzione è fondamentale nel diritto associativo e sportivo, poiché lo status di socio e quello di tesserato derivano da due rapporti giuridici profondamente diversi. Lo stato di socio si acquisisce a seguito della conclusione di un contratto tra l’associazione e la persona fisica interessata a partecipare alla vita associativa in quanto ne condivide le finalità. Il socio è tale perché condivide gli scopi dell’ente e può essere intenzionato a praticare l’attività sportiva, ma può anche essere semplicemente interessato a partecipare alla vita dell’associazione in altre forme, come l’organizzazione di eventi o la partecipazione alle assemblee. La qualifica di tesserato, invece, è l’unico modo per far parte del mondo sportivo agonistico: il tesseramento è l’atto con cui si aderisce alla Federazione o all’Ente di promozione sportiva di riferimento per lo sport praticato. Il rapporto con l’organismo di riferimento si instaura generalmente tramite l’associazione, ma non è necessario essere soci per essere tesserati. Un atleta può “vestire più maglie” nella sua carriera, senza mai essere socio delle associazioni per cui gareggia.

D’altra parte, alcune Federazioni ed Enti di promozione ammettono tesseramenti da parte di soggetti non soci di associazioni/società ad esse affiliate. All’interno di un’associazione sportiva dilettantistica possono quindi coesistere diverse figure: il socio tesserato, il socio non tesserato (che non pratica lo sport di riferimento) e il solo tesserato (che pratica l’attività sportiva ma non è socio). È importante sottolineare che la qualifica di socio può essere assunta solo da colui che manifesta la propria volontà di entrare a far parte della compagine sociale. Per questo motivo, si raccomanda di conservare la domanda di ammissione e il verbale di accettazione (del Consiglio Direttivo o dell’Assemblea, a seconda dell’organo preposto statutariamente), che rappresentano gli elementi basilari per dimostrare la costituzione del vincolo associativo. I soci vanno poi inseriti nel libro soci, la cui tenuta è essenziale per dimostrare la natura associativa del sodalizio.

Infine, è fondamentale prestare attenzione al rapporto tra il numero di tesserati e il numero di soci: il principio di democraticità richiesto dall’art. 90, comma 18, l. 289/02, deve essere rispettato non solo nella forma ma soprattutto nella sostanza. In sintesi, l’assunzione della qualifica di socio non può essere automatica o obbligatoria per i soggetti che l’associazione tessera, ma deve sempre derivare da una manifestazione di volontà esplicita dell’interessato.

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