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Ravvedimento speciale 2018-2022: il “condono” per spingere il Concordato preventivo biennale

2 Ottobre, 2024

Il panorama fiscale italiano si arricchisce di una nuova opportunità per le imprese con l’introduzione del cosiddetto “ravvedimento speciale 2018-2022”. Questa misura, introdotta con la conversione in legge del Decreto Omnibus, offre ai contribuenti soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA) la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale per gli anni dal 2018 al 2022. Si tratta di una sanatoria che, pur non configurandosi come un vero e proprio condono, presenta caratteristiche innovative e vantaggiose per le imprese che decidono di aderirvi.

Il meccanismo del ravvedimento speciale

Il “ravvedimento speciale 2018-2022” è riservato alle imprese che aderiscono al Concordato preventivo biennale (CPB) entro il 31 ottobre 2024. Questa misura permette di regolarizzare le posizioni fiscali degli anni dal 2018 al 2022, ma è importante sottolineare che si applica esclusivamente ai periodi in cui sono stati effettivamente applicati gli ISA. Sono quindi esclusi gli anni in cui l’impresa ha adottato il regime forfettario o non ha applicato gli indici di affidabilità per altri motivi.

Il cuore di questa sanatoria è il pagamento di un’imposta sostitutiva che copre imposte sui redditi, addizionali, IRAP e IVA. L’aliquota di questa imposta varia in base al punteggio ISA ottenuto dal contribuente:

  • 10% per punteggi ISA pari o superiori a 8;
  • 12% per punteggi tra 6 e 7,99;
  • 15% per punteggi inferiori a 6.

Per l’IRAP è prevista un’aliquota fissa del 3,9%.

Calcolo della base imponibile e versamento

La base su cui si calcola l’imposta sostitutiva è determinata dalla differenza tra il reddito originariamente dichiarato e lo stesso reddito aumentato di una percentuale che varia in funzione del punteggio ISA:

  • 5% per punteggio 10;
  • 10% per punteggi tra 8 e 9,99;
  • 20% per punteggi tra 6 e 7,99;
  • 30% per punteggi tra 4 e 5,99;
  • 40% per punteggi tra 3 e 3,99;
  • 50% per punteggi inferiori a 3.

Per gli anni 2020 e 2021, considerando l’impatto della pandemia, l’imposta sostitutiva viene ulteriormente ridotta del 30%.

L’imposta sostitutiva, che non può essere inferiore a 1.000 euro per ciascun anno, può essere versata in un’unica soluzione entro il 31 marzo 2025. Alternativamente, i contribuenti possono optare per un pagamento rateizzato, con un massimo di 24 rate mensili. In caso di rateizzazione, verranno applicati gli interessi legali sulle rate successive alla prima.

Vantaggi e protezioni

Uno degli aspetti più interessanti del “ravvedimento speciale 2018-2022” è la protezione che offre contro gli accertamenti basati su presunzioni semplici, come previsto dagli articoli 39 del D.P.R. 600/1973 e 54 del D.P.R. 633/1972. Questa copertura rappresenta un significativo vantaggio per le imprese, riducendo il rischio di future contestazioni fiscali. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che questa protezione non si estende alle contestazioni già constatate o per le quali sia stato notificato un atto di accertamento prima dell’adesione al super ravvedimento.

Cosa sono gli accertamenti basati su presunzioni semplici

Gli accertamenti basati su presunzioni semplici sono strumenti che l’Amministrazione Finanziaria utilizza per determinare il reddito imponibile dei contribuenti quando le loro dichiarazioni risultano incomplete, inesatte o non veritiere. Gli accertamenti basati su presunzioni semplici consentono all’Amministrazione Finanziaria di individuare redditi o ricavi non dichiarati utilizzando inferenze logiche basate su elementi concreti e oggettivi provenienti dall’esame della situazione complessiva del contribuente e delle sue capacità contributive.

Articolo 39 del D.P.R. 600/1973 (Accertamento delle imposte sui redditi): disciplina l’accertamento delle imposte sui redditi e prevede che l’Amministrazione Finanziaria possa procedere all’accertamento induttivo, parziale o totale, dei redditi sulla base di presunzioni semplici purché:

  • le presunzioni siano gravi, precise e concordanti;
  • vi siano omissioni o irregolarità nella contabilità o nella dichiarazione.

Le presunzioni semplici possono riguardare:

  • Redditi non dichiarati o spese non giustificate sulla base della capacità contributiva risultante da significative spese per incrementi patrimoniali, tenore di vita, o sproporzione tra ricavi dichiarati e quelli desumibili dal comportamento complessivo del contribuente.
  • Utilizzo di beni aziendali per fini privati non giustificabile con l’attività imprenditoriale.

Articolo 54 del D.P.R. 633/1972 (Accertamento delle imposte sul valore aggiunto): riguarda l’accertamento in materia di IVA e prevede che l’Amministrazione Finanziaria possa procedere all’accertamento induttivo quando emergono:

  • Omessa presentazione della dichiarazione IVA;
  • Indicazioni incomplete o inesatte nella dichiarazione IVA delle operazioni imponibili;
  • Discrepanze significative tra le operazioni dichiarate e quelle risultanti dai controlli incrociati con altre dichiarazioni;
  • Documenti contabili inattendibili o non reperibili.

Anche in questo caso, l’accertamento si basa su presunzioni semplici ma robuste e coerenti, quali:

  • la differenza tra il volume d’affari dichiarato e quello risultante dai dati in possesso dell’Amministrazione;
  • comparazioni con altri contribuenti operanti nello stesso settore;
  • rilevazioni tecniche e statistiche relative alle operazioni delle imprese del settore.

Esempio pratico

Per comprendere meglio il funzionamento del “ravvedimento speciale 2018-2022”, consideriamo il caso della Beta S.r.l. Nel 2019, questa azienda ha dichiarato un reddito d’impresa di 200.000 euro, ottenendo un punteggio ISA di 7. Decidendo di aderire al ravvedimento speciale, Beta S.r.l. dovrà seguire questi passaggi:

  • Aumentare il reddito dichiarato del 20% (in base al punteggio ISA), arrivando a 240.000 euro;
  • Calcolare la differenza tra il nuovo reddito e quello originariamente dichiarato: 40.000 euro;
  • Applicare l’aliquota del 12% (corrispondente al punteggio ISA) su questa differenza.

Di conseguenza, Beta S.r.l. dovrà versare 4.800 euro come imposta sostitutiva per il 2019.

Proroga dei termini di accertamento

Il Decreto introduce anche una proroga significativa dei termini di accertamento fiscale per chi aderisce al ravvedimento speciale. Per gli anni dal 2018 al 2021, i termini sono estesi fino al 31 dicembre 2027, sia per le imposte sui redditi che per l’IVA. Questa estensione dei termini è un elemento importante da considerare nella valutazione dell’opportunità di aderire alla sanatoria.

Inoltre, per tutti i soggetti che aderiscono al CPB, anche se non optano per il ravvedimento speciale, i termini di accertamento che sarebbero scaduti il 31 dicembre 2024 vengono posticipati di un anno, al 31 dicembre 2025. Questa disposizione aggiuntiva amplia ulteriormente il quadro temporale in cui l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli e accertamenti.

Possibili cause di decadenza

È cruciale essere consapevoli che il beneficio del ravvedimento speciale può decadere in alcune circostanze specifiche. Queste includono la decadenza dal CPB, la decadenza dalla rateizzazione dell’imposta sostitutiva, l’applicazione di misure cautelari nei confronti del contribuente, o il rinvio a giudizio per reati fiscali relativi agli anni 2018-2022. La decadenza comporterebbe la perdita dei vantaggi offerti dalla sanatoria e potrebbe esporre il contribuente a ulteriori accertamenti e sanzioni.

Conclusioni

Il “ravvedimento speciale 2018-2022” rappresenta un’opportunità significativa per le imprese di regolarizzare la propria posizione fiscale, offrendo vantaggi in termini di aliquote ridotte e protezione da alcuni tipi di accertamento. Tuttavia, è fondamentale valutare attentamente la propria situazione specifica, considerando i potenziali rischi e benefici, prima di aderire a questa misura.

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