L’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 125/2024 a partire dal 25 settembre 2024 segna un punto di svolta nel panorama della rendicontazione aziendale in Italia. Questo decreto, che recepisce la direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), introduce una nuova figura professionale di fondamentale importanza: il revisore della sostenibilità.
Introduzione
Il mondo aziendale sta vivendo una trasformazione significativa, con una crescente enfasi sulla sostenibilità e sulla responsabilità sociale d’impresa. In questo contesto di cambiamento, il revisore della sostenibilità emerge come una figura chiave, incaricata di verificare e attestare la conformità delle aziende alle nuove normative sulla rendicontazione di sostenibilità. Questa evoluzione riflette la crescente consapevolezza dell’importanza di pratiche aziendali sostenibili e trasparenti, non solo per il benessere ambientale e sociale, ma anche per la solidità e la credibilità delle imprese stesse.
Il Ruolo del Revisore della Sostenibilità
Il revisore della sostenibilità è un professionista altamente specializzato, abilitato a svolgere l’importante compito di attestare la conformità della rendicontazione di sostenibilità delle aziende. Questa figura può coincidere con il revisore legale già incaricato della revisione del bilancio o essere un professionista distinto. La flessibilità di questa disposizione permette alle aziende di scegliere la soluzione più adatta alle loro esigenze specifiche, garantendo al contempo la competenza necessaria per questo ruolo cruciale.
È importante notare che anche le società di revisione possono assumere questo ruolo, a condizione che la relazione sia firmata da un revisore della sostenibilità abilitato. Questa disposizione assicura che, indipendentemente dalla struttura organizzativa scelta, la responsabilità finale ricada su un professionista qualificato e riconosciuto.
Requisiti e Processo di Abilitazione
Il percorso per diventare revisore della sostenibilità è rigoroso e completo. Innanzitutto, è necessario essere iscritti nel Registro dei revisori legali dei conti, garantendo così una solida base di competenze finanziarie e di revisione. Successivamente, i candidati devono completare un tirocinio specifico di almeno otto mesi, focalizzato sulle pratiche di rendicontazione e attestazione della sostenibilità.
Il culmine del processo di abilitazione è rappresentato da un esame che copre una vasta gamma di materie. Queste includono gli obblighi legali sulla rendicontazione di sostenibilità, l’analisi approfondita della sostenibilità aziendale, le procedure di due diligence in ambito di sostenibilità, e i principi di attestazione della conformità. Questo esame assicura che i revisori della sostenibilità possiedano non solo conoscenze teoriche, ma anche competenze pratiche essenziali per svolgere efficacemente il loro ruolo.
Formazione Continua
La rapidità con cui evolvono le pratiche di sostenibilità e le relative normative richiede un aggiornamento costante. Per questo motivo, i revisori della sostenibilità sono tenuti a mantenersi aggiornati attraverso una formazione continua rigorosa. È richiesto l’accumulo di almeno 25 crediti formativi annuali, di cui 10 specifici sulla revisione legale e 10 sulla sostenibilità. Questa suddivisione assicura un equilibrio tra le competenze tradizionali di revisione e le nuove conoscenze specifiche del settore della sostenibilità.
Nomina e Durata dell’Incarico
La nomina del revisore della sostenibilità spetta all’assemblea della società, su proposta motivata dell’organo di controllo. Questo processo assicura che la scelta del revisore sia il risultato di una valutazione attenta e condivisa all’interno dell’azienda. L’incarico ha una durata triennale, allineandosi così con i cicli di rendicontazione finanziaria tradizionali.
Per gli enti di interesse pubblico, sono previste ulteriori restrizioni: l’incarico può essere rinnovato al massimo due volte consecutive. Questa limitazione mira a garantire l’indipendenza e l’obiettività del revisore, evitando relazioni a lungo termine che potrebbero compromettere l’imparzialità del giudizio.
Indipendenza e Riservatezza
Come per i revisori legali, anche i revisori della sostenibilità devono mantenere una stretta indipendenza dalle società che revisionano. Questo requisito è fondamentale per garantire l’obiettività e la credibilità delle attestazioni di conformità. Inoltre, sono tenuti a rispettare rigorosi principi di riservatezza professionale, proteggendo le informazioni sensibili delle aziende clienti.
Controllo della Qualità
Per assicurare il mantenimento di alti standard professionali, i revisori della sostenibilità sono soggetti a controlli di qualità periodici, da effettuarsi almeno ogni sei anni. Questi controlli valutano non solo la conformità alle norme e ai principi di attestazione, ma anche l’adeguatezza delle risorse impiegate e l’efficacia dei sistemi interni di controllo della qualità.
Sanzioni
In caso di irregolarità, il Ministero dell’Economia e delle Finanze può imporre una serie di sanzioni che vanno dall’avvertimento alla cancellazione dal Registro. Le sanzioni possono includere anche penalità pecuniarie e sospensioni temporanee.
Implementazione Graduale
L’applicazione delle nuove norme seguirà un calendario scaglionato, riconoscendo la necessità di un periodo di adattamento per le aziende. A partire dal 2024, le norme si applicheranno alle grandi imprese di interesse pubblico con oltre 500 dipendenti. Nel 2025, l’obbligo si estenderà ad altre grandi imprese, mentre dal 2026 includerà anche le PMI quotate e alcuni enti finanziari.
Conclusioni
L’introduzione del revisore della sostenibilità rappresenta un passo significativo verso una maggiore trasparenza e responsabilità aziendale in materia di sostenibilità. Questa nuova figura professionale giocherà un ruolo cruciale nel garantire che le aziende rispettino gli standard di rendicontazione non finanziaria, contribuendo così a un’economia più sostenibile e responsabile. La combinazione di rigidi requisiti di abilitazione, formazione continua e controlli di qualità assicura che i revisori della sostenibilità siano all’altezza di questa importante responsabilità. Con l’implementazione graduale di queste norme, ci si aspetta un significativo miglioramento nella qualità e nell’affidabilità delle informazioni sulla sostenibilità aziendale, a beneficio di investitori, stakeholder e dell’intera società.