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Autofattura o documento commerciale: le soluzioni per gestire gli omaggi nel commercio al dettaglio

12 Ottobre, 2024

Sono il titolare di un negozio di calzature nel centro città. Da anni ho un cliente affezionato che acquista regolarmente da me e, per ringraziarlo della sua fedeltà, vorrei regalargli un paio di scarpe di buona qualità. Tuttavia, non sono sicuro di come gestire correttamente questa operazione dal punto di vista fiscale, in particolare per quanto riguarda l’IVA. Quali sono gli adempimenti necessari per documentare correttamente questo omaggio e quali opzioni ho a disposizione?

La sua intenzione di omaggiare un paio di scarpe a un cliente fedele è certamente un gesto apprezzabile. Vediamo insieme come gestire correttamente questa operazione dal punto di vista fiscale, con particolare attenzione agli adempimenti IVA. Innanzitutto, è importante sottolineare che la cessione gratuita di beni oggetto della propria attività d’impresa, come nel suo caso le scarpe, costituisce un’operazione rilevante ai fini IVA. Questo perché l’IVA sull’acquisto o sulla produzione di tali beni è stata regolarmente detratta in quanto rientrante nell’attività aziendale. Di conseguenza, la successiva cessione gratuita è da considerarsi imponibile IVA, indipendentemente dal valore del bene omaggiato.

Per documentare correttamente l’operazione, ha diverse opzioni tra cui scegliere. La prima possibilità è emettere un’autofattura in unico esemplare, con l’indicazione del valore normale dei beni, dell’aliquota e della relativa imposta, specificando che si tratta di “autofattura per omaggi”. Questo documento va annotato nel registro delle fatture emesse e deve essere emesso in formato elettronico, indicando “TD27” nel campo “tipo documento”. Una seconda opzione è emettere un documento commerciale (ex scontrino fiscale) con dicitura “omaggio” senza incasso. Infine, può scegliere di emettere una fattura con applicazione dell’IVA, specificando che non si esercita la rivalsa ai sensi dell’art. 18, comma 3, del DPR 633/72. In tutti questi casi, l’IVA rimane a suo carico e deve essere versata all’Erario, mentre il cliente riceve il bene senza dover corrispondere alcun importo.

È importante notare che, nel caso di vendita al dettaglio, non è più possibile utilizzare il registro degli omaggi per documentare le cessioni gratuite. Questa opzione, un tempo valida, non è più consentita per le operazioni soggette a memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi.

Per quanto riguarda la base imponibile, questa deve essere determinata in base al prezzo di acquisto o, in mancanza, al prezzo di costo dei beni, determinato nel momento in cui si effettua la cessione gratuita. Ricordi inoltre che, ai fini delle imposte dirette, il costo di acquisto delle scarpe regalate è deducibile come spesa di rappresentanza, secondo i limiti previsti dall’art. 108, comma 2 del TUIR. La scelta tra le diverse opzioni dipenderà dalle sue specifiche esigenze gestionali e contabili. In ogni caso, l’importante è documentare correttamente l’operazione e versare l’IVA dovuta.

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