Nell’ambito della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) attuata in Italia con il Decreto Legislativo 125/2024, un punto di particolare interesse riguarda il momento in cui le imprese devono iniziare a pubblicare la rendicontazione di sostenibilità. La recente circolare n. 21 di Assonime, pubblicata il 7 novembre 2024, offre una guida dettagliata e interpretazioni su questo aspetto cruciale.
L’Obbligo di Pubblicazione
Secondo quanto stabilito dalla circolare n. 21 di Assonime, le imprese sono tenute a pubblicare la prima rendicontazione di sostenibilità nel corso del secondo esercizio consecutivo in cui superano i parametri dimensionali previsti dalla normativa. Questo significa che se un’impresa supera i limiti nel 2025 e nel 2026, dovrà pubblicare il rapporto nel corso del 2027, riferito all’esercizio 2026. Questa interpretazione si basa sulla simmetria con la disciplina per la rendicontazione finanziaria dello Stato membro in cui l’impresa ha sede legale.
Perdita della Qualifica di Grande Impresa
Un altro aspetto rilevante riguarda la perdita della qualifica di grande impresa. Se un’azienda non supera più i limiti dimensionali per due esercizi consecutivi, non sarà più tenuta a pubblicare la rendicontazione di sostenibilità a partire dal secondo esercizio in cui non si superano i limiti.
Il Caso delle PMI Quotate
Per le PMI quotate, Assonime chiarisce che se un’operazione di delisting avviene dopo la chiusura dell’esercizio ma prima della scadenza per la pubblicazione del bilancio, la società non dovrà pubblicare la rendicontazione di sostenibilità per l’esercizio finanziario appena concluso.
Raccolta Dati dalla Catena del Valore
La normativa prevede che, se un’impresa non riesce a raccogliere tutte le informazioni necessarie dalla catena del valore dopo aver compiuto ogni ragionevole sforzo, debba stimare tali dati sulla base di informazioni dimostrabili. La guida IG2 dell’EFRAG, come ricordato da Assonime, suggerisce di valutare l’onere di comunicazione rispetto alla qualità delle informazioni ottenute.
La Commissione Europea, nelle sue FAQ sul reporting di sostenibilità, fornisce ulteriori indicazioni su come determinare quando uno sforzo possa essere ritenuto ragionevole. Si considerano fattori come:
- Le dimensioni e le risorse dell’impresa in relazione alla scala e alla complessità della sua catena del valore;
- La preparazione tecnica dell’impresa a raccogliere informazioni sulla catena del valore;
- La disponibilità di strumenti per accedere e condividere le informazioni sulla catena del valore;
- Le dimensioni e le risorse dell’attore della catena del valore e la relativa preparazione tecnica;
- Il livello di influenza e il potere d’acquisto sull’attore della catena del valore.
Conclusione
La circolare n. 21 di Assonime fornisce un’interpretazione chiara e dettagliata delle regole per la rendicontazione di sostenibilità introdotte dal Decreto Legislativo 125/2024. Le imprese devono essere attente nel determinare quando pubblicare i loro rapporti e nella raccolta di dati affidabili dalla catena del valore, seguendo le indicazioni fornite dalle autorità europee e italiane.