La scadenza del secondo acconto delle imposte sui redditi, inizialmente fissata per il 30 novembre 2024 e già posticipata al 2 dicembre per effetto del calendario, potrebbe essere ulteriormente rinviata al 16 gennaio 2025. Questa nuova proroga, destinata a specifiche categorie di contribuenti, è attualmente oggetto di discussione in Parlamento come parte del Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2025. Vediamo nel dettaglio cosa comporta questa misura, chi ne beneficia e quali sono le possibili implicazioni.
Un passo indietro: il contesto della proroga
La proposta di rinvio della scadenza al 16 gennaio 2025 si inserisce in un quadro di continuità con quanto già avvenuto lo scorso anno. Nel 2023, una misura analoga aveva permesso a circa 276.277 contribuenti di posticipare i versamenti, per un valore complessivo superiore ai 600 milioni di euro. L’obiettivo principale della proroga è quello di offrire maggiore flessibilità alle piccole e medie imprese e ai professionisti, alleviando la pressione fiscale in un periodo tradizionalmente critico dal punto di vista finanziario.
Il governo ha confermato che la misura è in fase di valutazione e che si sta lavorando per garantire una normativa coerente e tempestiva. La proroga, introdotta come emendamento al DL n. 155/2024, è attualmente in discussione presso la Commissione Bilancio del Senato e dovrà essere approvata entro il 18 dicembre 2024.
La proroga al 16 gennaio 2025: i dettagli della proposta
L’emendamento che introduce la proroga è stato inserito nel DL n. 155/2024, attualmente in fase di discussione presso la Commissione Bilancio del Senato. La misura prevede un rinvio del termine per il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi al 16 gennaio 2025, ma interessa esclusivamente i titolari di partita IVA con ricavi o compensi non superiori a 170.000 euro. Oltre alle imposte sui redditi, il rinvio includerebbe anche il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.
Rateizzazione dei pagamenti: opportunità e modalità
Un aspetto particolarmente interessante della proroga è la possibilità di rateizzare il pagamento del secondo acconto. La proposta attuale prevede che i contribuenti interessati possano suddividere l’importo dovuto in cinque rate mensili, da gennaio a maggio 2025, con versamenti da effettuare il 16 di ogni mese.
Tuttavia, il testo del Decreto Fiscale potrebbe subire modifiche durante l’iter legislativo, e tra le opzioni sul tavolo vi è l’introduzione di una sesta rata, estendendo la rateizzazione fino a giugno 2025. Inoltre, mentre lo scorso anno erano previsti interessi sulle rate successive alla prima, quest’anno si sta valutando l’ipotesi di escluderli.
Le ragioni della proroga e le prospettive future
La scelta di rinviare la scadenza del secondo acconto delle imposte non è solo una misura di alleggerimento per i contribuenti, ma risponde anche a esigenze di carattere macroeconomico. Permettere un maggiore margine di manovra finanziaria alle piccole e medie imprese e ai professionisti potrebbe favorire la liquidità e, di conseguenza, sostenere l’economia reale in un periodo di crescente incertezza.
L’idea di rendere questa misura permanente è stata evocata da diversi esponenti politici, tra cui l’onorevole Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera. Tuttavia, una decisione definitiva in tal senso richiederebbe una valutazione approfondita degli impatti finanziari e delle risorse disponibili nel bilancio statale.
Cosa aspettarsi nei prossimi giorni
L’iter parlamentare del Decreto Fiscale è ancora in corso, e il testo definitivo della proroga sarà noto solo a conclusione del processo di conversione del decreto in legge, previsto entro il 18 dicembre 2024. È quindi fondamentale monitorare gli sviluppi legislativi per avere conferma delle modalità di applicazione della proroga e delle eventuali novità.
Nel frattempo, i contribuenti interessati dovrebbero prepararsi a sfruttare questa opportunità, verificando se rientrano nei requisiti di ricavi o compensi e pianificando le proprie strategie di pagamento in funzione delle nuove scadenze.