L’Agenzia delle Entrate sta intensificando i suoi sforzi per convincere le partite IVA ad aderire al concordato preventivo biennale. Dopo campagne pubblicitarie e riformulazioni dei benefici, l’ente ha scelto di inviare PEC informative ai contribuenti, incoraggiandoli a sfruttare i vantaggi fiscali offerti. Queste comunicazioni si pongono l’obbiettivo di stimolare ulteriormente i contribuenti all’adesione, soprattutto in vista della scadenza del 12 dicembre, data entro cui coloro che hanno già presentato la dichiarazione dei redditi possono ancora aderire al concordato.
Perché aderire al concordato
Le decisioni delle partite IVA influenzeranno significativamente il futuro dell’IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Il governo ha più volte accennato alla possibilità di ridurre l’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33%, obiettivo raggiungibile solo se le entrate generate dal concordato raggiungono i 2,5 miliardi di euro.
Attualmente, le adesioni hanno generato circa 1,3 miliardi, una cifra inferiore alle aspettative. Pertanto, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato gli sforzi per spingere i contribuenti a partecipare, utilizzando strumenti comunicativi come la PEC per ricordare le scadenze e i benefici dell’adesione.
PEC: un promemoria e un incentivo
La PEC inviata dall’Agenzia delle Entrate si rivolge ai contribuenti che hanno già presentato la dichiarazione dei redditi senza aderire al concordato preventivo. Questo strumento non solo ricorda la scadenza imminente, ma sottolinea i vantaggi dell’adesione.
Tra i benefici elencati, vi sono l’accesso ai “benefici premiali” riconosciuti ai soggetti ISA e l’applicazione di un’imposta sostitutiva con aliquote ridotte sul maggior reddito concordato. Inoltre, è previsto un ravvedimento per le annualità dal 2018 al 2022, esteso fino al 31 marzo 2025.
I numeri e le prospettive future
Fino al 1° novembre 2024, su 4,4 milioni di dichiarazioni presentate, solo circa il 12% delle partite IVA ha aderito al concordato. Questo dato include sia i soggetti tenuti all’applicazione degli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale) che i contribuenti forfettari. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha fornito alcune stime preliminari sul gettito, ma una valutazione più precisa sarà possibile solo dopo la scadenza della seconda rata di acconto. Intanto, la proroga per i versamenti al 16 gennaio prolunga l’attesa di riscontri concreti sull’adesione al concordato.
Conclusioni
L’invio delle PEC rappresenta una delle tante strategie adottate dall’Agenzia delle Entrate per incrementare le adesioni al concordato preventivo biennale. Questa iniziativa mira a incentivare le partite IVA a sfruttare i vantaggi fiscali proposti, contribuendo al contempo a realizzare gli obiettivi di riduzione dell’IRPEF. Con l’avvicinarsi della scadenza del 12 dicembre, i contribuenti sono invitati a considerare seriamente l’opportunità offerta, valutando i benefici rispetto alla propria situazione fiscale.