La riforma dei criteri di determinazione dei redditi di lavoro autonomo, attualmente nelle fasi finali di approvazione, promette di introdurre significative modifiche nell’ambito fiscale, come previsto dalla legge delega n. 111/2023. Questa iniziativa mira a rendere il sistema più efficace e lineare, senza stravolgere il principio di cassa, che rimane il metodo centrale per il calcolo dei redditi. Tuttavia, una nuova deroga sarà essenziale per gestire le discrepanze temporali relative agli incassi e alle spese.
Il Principio di Cassa e il Concetto di Onnicomprensività
Il principio di cassa, cardine del sistema, si basa sulla differenza tra compensi incassati e spese pagate durante l’anno fiscale. Questo approccio, sebbene semplice in teoria, diventa complesso nella pratica, specialmente con l’uso diffuso di strumenti di pagamento elettronici. La riforma introduce la nozione di onnicomprensività, simile a quella applicata ai redditi da lavoro dipendente, pur mantenendo il principio di cassa come standard principale per i professionisti.
La difficoltà principale nel principio di cassa è data dalla corretta individuazione del momento di incasso o pagamento, soprattutto quando si usano strumenti come bonifici bancari, che non garantiscono un’immediata disponibilità delle somme. Il legislatore delegato ha quindi introdotto una deroga per ovviare a problemi di disallineamento temporale, fornendo una soluzione a lungo attesa per evitare discrepanze tra il momento in cui viene operata la ritenuta e quello in cui avviene l’effettivo incasso.
La Deroga al Principio di Cassa
La deroga prevista dalla riforma riguarda soprattutto la gestione dei casi in cui il pagamento di un compenso avviene a cavallo di due anni fiscali. In tali situazioni, se un professionista riceve un pagamento nell’anno successivo a quello in cui è stata operata la ritenuta d’acconto, dovrà dichiarare retroattivamente il compenso nell’anno della ritenuta, risolvendo così il problema del disallineamento temporale tra la certificazione da parte del sostituto d’imposta e la dichiarazione del professionista.
Questa modifica normativa elimina il disallineamento che avrebbe potuto complicare gli obblighi del sostituto d’imposta, che rilascia certificazioni basate sull’anno fiscale in corso. La deroga si applica solo ai contribuenti soggetti a ritenuta d’acconto, escludendo quindi i forfetari e altri esentati, che continueranno ad affrontare discrepanze temporali tra pagamento ed effettiva percezione.
Implicazioni Pratiche e Esemplificazioni
Per chiarire le implicazioni pratiche della nuova norma, consideriamo un esempio concreto: un architetto riceve un bonifico a dicembre 2024, ma il denaro viene accreditato a gennaio 2025. Con il vecchio sistema, avrebbe dovuto dichiarare il reddito nel 2025, ma con la riforma, dichiarerà nel 2024, anno della ritenuta. Questo allinea la tassazione al momento in cui il sostituto d’imposta ha operato, semplificando la gestione fiscale e minimizzando il rischio di sanzioni.In termini pratici, questa modifica mira a ridurre la complessità per i professionisti, prevenendo errori e facilitando la compilazione delle dichiarazioni fiscali in modo coerente e tempestivo.
Considerazioni Finali
Questa riforma rappresenta un passo avanti significativo verso una maggiore chiarezza e omogeneità nel panorama fiscale italiano, ottimizzando un sistema spesso percepito come complesso e disallineato rispetto alla realtà operativa dei professionisti. Pur mantenendo il principio di cassa come fondamento, le deroghe introdotte mirano a riflettere meglio le pratiche correnti, favorendo una maggiore efficienza e trasparenza.