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Affrancamento straordinario delle riserve in sospensione di imposta al 2024

12 Febbraio, 2025

Una novità importante per il mondo delle società di capitali è stata introdotta con il Decreto Legislativo 192/2024, che offre la possibilità di affrancare le riserve in sospensione di imposta esistenti al 31 dicembre 2024 attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva del 10%. Questa disposizione è particolarmente vantaggiosa per tutte quelle aziende che desiderano distribuire i propri utili ai soci senza incorrere nelle conseguenze fiscali normalmente previste per le riserve soggette a regime sospensivo. Affrancare una riserva significa “liberarla” da vincoli fiscali, pagando una tassa sostitutiva una tantum che ne permette l’utilizzo o la distribuzione senza ulteriori impatti. Tuttavia, per approfittare di questa misura, è necessario rispettare determinati requisiti e comprendere appieno i vantaggi, le implicazioni e i passaggi operativi.

Che cosa sono le riserve in sospensione di imposta?

Le riserve in sospensione di imposta rappresentano una specifica categoria di riserve contabili che derivano da redditi non tassati. Queste riserve sono state create in seguito a operazioni o disposizioni che hanno beneficiato di regimi fiscali agevolati, come rivalutazioni di beni, contributi in conto capitale o accantonamenti per previdenza complementare.

Tali riserve non possono essere utilizzate o distribuite senza conseguenze: il loro utilizzo comporta la cessazione del regime sospensivo e l’assoggettamento delle somme alle imposte ordinarie. Questo le rende, di fatto, un elemento “congelato” nel patrimonio netto della società.

Come funziona l’affrancamento straordinario?

Il Decreto Legislativo 192/2024, all’articolo 14, introduce una misura straordinaria che consente alle società di affrancare, in tutto o in parte, le riserve in sospensione di imposta residue al 31 dicembre 2024.

Requisiti per l’affrancamento

Per accedere a questa opportunità, le riserve devono:

  1. Essere presenti nel bilancio dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023,
  2. Risultare ancora esistenti nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2024.

L’affrancamento avviene attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva del 10%, che si applica sia ai redditi che all’IRAP. Questo permette di eliminare il vincolo fiscale sulla riserva, rendendola liberamente utilizzabile o distribuibile.

Modalità di pagamento

L’imposta sostitutiva viene liquidata nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2024 e deve essere versata in quattro rate annuali di pari importo:

  • Prima rata: entro il termine di versamento del saldo delle imposte sui redditi per il 2024.
  • Rate successive: entro i termini di pagamento dei saldi delle imposte sui redditi per i tre esercizi successivi (2025, 2026 e 2027).

Perfezionamento dell’affrancamento

L’affrancamento si considera perfezionato con la presentazione della dichiarazione dei redditi per il 2024, indipendentemente dal fatto che tutte le rate dell’imposta sostitutiva siano state pagate. Questo significa che la società può iniziare a beneficiare della liberazione delle riserve già dal momento della dichiarazione.

Quali riserve possono essere affrancate?

Non tutte le riserve contabili possono essere affrancate. La norma si applica a quelle riserve che sono state costituite con redditi non tassati e che, per legge, sono in sospensione di imposta.

Tipologie principali di riserve affrancabili:

  1. Riserve da contributi in conto capitale: Derivano da contributi o liberalità ricevuti, diversi da quelli in conto esercizio. Ad esempio, i contributi ricevuti fino al 1997 per il 50% del loro importo, accantonati in apposite riserve.
  2. Riserve di rivalutazione: Create in seguito a rivalutazioni di beni aziendali, come immobili o macchinari. Un esempio è la riserva generata secondo l’articolo 15 del DL 185/2008, che consentiva la rivalutazione dei beni senza tassazione immediata.
  3. Riserve per previdenza complementare: Accantonate ai sensi dell’articolo 13 del D.Lgs. 124/1993, in relazione alle quote di TFR destinate a forme pensionistiche complementari.

È fondamentale verificare la natura delle riserve per evitare errori: riserve non in sospensione di imposta, o già liberate in passato, non rientrano nella disciplina dell’affrancamento.

Vantaggi fiscali per società e soci

L’affrancamento rappresenta un’opportunità vantaggiosa sia per le società che per i loro soci.

Benefici per le società

Le società possono beneficiare di un’imposta sostitutiva significativamente più bassa rispetto alle normali aliquote sui redditi. Inoltre, l’affrancamento evita il rischio di future tassazioni onerose in caso di utilizzo delle riserve.

Benefici per i soci

Per i soci, la distribuzione delle riserve affrancate comporta un trattamento fiscale favorevole:

  • Persone fisiche fuori dal regime d’impresa: la distribuzione è soggetta a una ritenuta del 26%.
  • Imprese: il 95% dell’importo distribuito è escluso dalla base imponibile ai fini IRES.

Aspetti contabili e operativi

Dal punto di vista contabile, l’imposta sostitutiva deve essere iscritta tra i debiti tributari nel bilancio 2024. A seconda delle scelte aziendali, è possibile:

  1. Ridurre direttamente la riserva affrancata per l’importo dell’imposta sostitutiva.
  2. Riconoscere il costo dell’imposta nella voce “Imposte sul reddito dell’esercizio”, mantenendo la riserva affrancata disponibile nella sua interezza.

In entrambi i casi, è essenziale rispettare i principi contabili di riferimento, come l’OIC 25, per garantire una corretta rappresentazione della situazione patrimoniale.

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