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ASD, 20 indizi che fanno presumere un’impresa commerciale mascherata: come evitare contestazioni fiscali

17 Aprile, 2024

Le associazioni sportive dilettantistiche (ASD) godono di un regime fiscale agevolato che prevede l’esenzione dall’imposta sul reddito per i proventi derivanti dall’attività istituzionale e la possibilità di optare per la legge 398/91 per quanto riguarda l’attività commerciale. Tuttavia, questo trattamento di favore è riservato solo alle ASD che svolgono effettivamente attività sportiva dilettantistica senza scopo di lucro, nel rispetto dei requisiti previsti dalla legge.

Durante i controlli fiscali, l’Agenzia delle Entrate o la Guardia di Finanza valutano diversi elementi per stabilire se un’ASD opera in realtà come un’impresa commerciale mascherata, rischiando così di perdere le agevolazioni fiscali e incorrere in pesanti sanzioni. In questo articolo, analizzeremo nel dettaglio i principali 20 indizi che il fisco considera per determinare la natura commerciale di un’ASD e forniremo suggerimenti pratici su come prevenire possibili contestazioni.

Vediamo quindi nel dettaglio quali sono i principali indizi che il fisco valuta durante i controlli per stabilire se un’ASD opera in realtà come un’impresa commerciale e quali accorgimenti adottare per prevenire contestazioni.

Come prevenire contestazioni fiscali in caso di verifica

In linea di massima, per evitare spiacevoli sorprese in caso di controllo fiscale, è fondamentale che l’ASD adotti alcuni accorgimenti gestionali:

  • Statuto conforme e rispettato: lo statuto deve contenere tutte le clausole obbligatorie per le ASD (es. divieto distribuzione utili, obbligo devoluzione patrimonio, democraticità) e deve essere rispettato nella sostanza, non solo sulla carta.
  • Prevalenza attività istituzionale: l’attività sportiva dilettantistica deve essere effettivamente svolta e deve essere prevalente rispetto ad eventuali attività commerciali. È bene documentare il numero di atleti tesserati, gli allenamenti, le gare e le manifestazioni sportive organizzate.
  • Democraticità interna: l’ASD deve essere realmente democratica, con regolare convocazione di assemblee, rinnovo delle cariche sociali, tenuta del libro soci. Tutte le riunioni e decisioni devono essere verbalizzate.
  • Contabilità trasparente: l’ASD deve dotarsi di un sistema contabile che permetta di tenere separati i proventi istituzionali da quelli commerciali, nel rispetto del principio di competenza economica. Meglio evitare compensazioni o utilizzi promiscui di beni e servizi tra le due attività.
  • Rispetto limiti compensi: i compensi per amministratori, istruttori e atleti devono rispettare i limiti e le modalità previste dalla legge (es. no compensi forfettari, rispetto plafond esenti). Meglio formalizzare gli incarichi con lettere d’incarico che specifichino mansioni e compensi.
  • Limitare attività commerciali: meglio evitare di enfatizzare troppo sponsorizzazioni, pubblicità, cessione diritti atleti e in generale attività con finalità di lucro. Se svolte, devono essere occasionali e di importo limitato rispetto ai proventi istituzionali.
  • Conservare la documentazione: tutta la documentazione amministrativa, fiscale e sportiva dell’ASD deve essere conservata con cura, possibilmente in modo ordinato per anno. In caso di verifica, ciò permetterà di esibire rapidamente quanto richiesto.

Di seguito vengono trattati gli indizi meritevoli di particolare attenzione e di più frequente rilievo da parte dell’amministrazione finanziaria.

Indizio #1: Consistenti avanzi di gestione

Un importante indizio valutato dal fisco è il rapporto tra le entrate (ricavi) e le uscite (costi) dell’associazione. Se le entrate derivanti da attività commerciali, come sponsorizzazioni, pubblicità o somministrazione di pasti e bevande a pagamento, risultano notevolmente superiori ai costi sostenuti per le attività istituzionali, ciò può far presumere che l’ASD persegua principalmente uno scopo di lucro.

Infatti, per poter godere delle agevolazioni, un’ASD deve svolgere in via principale attività sportiva dilettantistica, mentre le eventuali attività commerciali devono essere marginali e strumentali al perseguimento degli scopi istituzionali.

Per evitare contestazioni, l’ASD deve:

  • Tenere una contabilità trasparente, separando l’attività istituzionale da quella commerciale
  • Limitare le attività commerciali a quelle strettamente necessarie al raggiungimento degli scopi sportivi
  • Reinvestire gli eventuali avanzi di gestione nell’attività istituzionale

Esempio pratico: Un’ASD che incassa elevati proventi da sponsorizzazioni e gestione di un bar/ristorante, mentre sostiene poche spese per l’organizzazione di corsi e manifestazioni sportive, potrebbe destare sospetti agli occhi del fisco.

In conclusione, il rapporto tra entrate commerciali e costi istituzionali rappresenta un importante parametro che gli organi di controllo considerano per valutare la reale natura non profit di un’ASD. Pertanto, è importante che le associazioni sportive mantengano sempre un corretto equilibrio tra le due sfere di attività, privilegiando quella istituzionale, per non perdere le agevolazioni fiscali previste dalla legge.

Indizio #2: Prezzi dei servizi non correlati ai costi di produzione

Se un’ASD applica prezzi significativamente più alti rispetto ai costi effettivamente sostenuti per fornire i propri servizi, realizzando così in modo sistematico un elevato margine di profitto, il fisco potrebbe presumere lo svolgimento di un’attività con finalità di lucro.

In particolare, se un’ASD applica per i propri servizi (es. corsi, abbonamenti, affitto campi) prezzi significativamente più alti rispetto ai costi effettivamente sostenuti per fornire tali servizi, realizzando così in modo sistematico un elevato margine di profitto, ciò può far presumere lo svolgimento di un’attività con finalità di lucro, incompatibile con la natura non commerciale dell’ente.

Infatti, secondo i principi generali, un ente non profit dovrebbe praticare prezzi commisurati ai costi, limitandosi a perseguire il pareggio di bilancio o al più un moderato avanzo di gestione da reinvestire nelle finalità istituzionali. Eventuali eccedenze dovrebbero essere del tutto occasionali e di importo trascurabile.

Quindi, se ad esempio un’ASD tennis richiede quote di iscrizione e tariffe orarie per l’affitto dei campi nettamente superiori a quelle praticate da altri circoli della zona e non giustificate da costi gestionali, realizzando così stabilmente ingenti avanzi di gestione, potrebbe essere contestata la natura non commerciale dell’attività.

Per valutare la congruità dei corrispettivi, l’Amministrazione finanziaria può effettuare un confronto con i prezzi mediamente applicati per servizi analoghi da altri operatori (benchmark), tenendo conto di tutti i fattori che possono influire sui costi, come ad esempio la localizzazione, le strutture utilizzate, il livello tecnico dei corsi.

Naturalmente, il riscontro di uno squilibrio tra entrate e uscite non è di per sé decisivo per qualificare come commerciale l’attività di un’ASD, ma costituisce un elemento presuntivo che, unito ad altri indizi (es. assenza di democraticità, distribuzione occulta utili, pubblicità ingannevole), può portare a contestare le agevolazioni fiscali.

Per evitare contestazioni, è quindi importante che le ASD:

  • Determinino i corrispettivi dei propri servizi sulla base dei costi effettivi, applicando margini ragionevoli
  • Siano in grado di giustificare analiticamente la congruità dei prezzi praticati, anche attraverso benchmark
  • Evitino di realizzare sistematicamente elevati avanzi di gestione non coerenti con la natura non profit
  • Predispongano un rendiconto economico-finanziario che dia evidenza di entrate e uscite, con un sostanziale pareggio

Esempio pratico: Un’ASD di tennis che richiede quote di iscrizione e tariffe orarie per l’affitto dei campi nettamente superiori a quelle praticate da altri circoli della zona, senza una giustificazione basata sui costi gestionali, potrebbe essere contestata dal fisco.

In conclusione, anche l’applicazione di prezzi sproporzionati rispetto ai costi, con conseguente squilibrio costante tra entrate e uscite, può rappresentare per il fisco un indizio dello svolgimento di attività commerciale da parte di un’ASD. Per questo è fondamentale determinare i corrispettivi in modo congruo e trasparente, evitando di realizzare significativi e ripetuti avanzi di gestione non compatibili con le finalità non lucrative dell’ente.

Indizio #3: Pubblicità eccessivamente commerciale

Durante i controlli fiscali, gli ispettori analizzano attentamente anche le modalità con cui l’ASD pubblicizza le proprie attività, sia attraverso i canali tradizionali (volantini, manifesti, insegne) che online (sito web, pagine social). Un’ASD che pubblicizza la propria attività sportiva con modalità tipicamente “commerciali” (es. campagne pubblicitarie aggressive, offerte promozionali, sconti per l’acquisto di pacchetti di servizi) potrebbe non rispondere ai requisiti di assenza di scopo di lucro richiesti dalla normativa fiscale.

In particolare, vengono considerati indizi di una possibile natura commerciale “mascherata”:

  • L’utilizzo di un approccio e di un linguaggio troppo “commerciale” e poco consono ad un ente non profit (es. enfasi su sconti, promozioni, prezzi dei corsi)
  • La presenza di banner pubblicitari di aziende sponsor sul sito web dell’ASD, soprattutto se in modo invasivo
  • Campagne pubblicitarie particolarmente aggressive e onerose, non giustificate da reali esigenze di proselitismo sportivo
  • Mancanza del logo e dei riferimenti agli enti sportivi affilianti (es. CONI, Federazioni, Enti di promozione)
  • Assenza di indicazioni sul carattere associativo e sulla necessità di affiliazione/tesseramento per poter usufruire dei servizi.

Quindi le ASD devono prestare molta attenzione ai contenuti e alle modalità della propria attività pubblicitaria e promozionale, sia offline che online, per evitare che questa possa essere interpretata come indizio di attività commerciale.

Per evitare contestazioni, la pubblicità di un’ASD deve enfatizzare la natura associativa e non profit dell’ente, il suo scopo di promozione sportiva e il legame con gli organismi sportivi. Nei messaggi pubblicitari dovrebbero sempre essere presenti:

  • Il nome completo dell’associazione/società
  • I riferimenti agli enti affilianti (CONI, Federazioni, Enti di promozione)
  • L’indicazione che le attività sono riservate ai soli soci/tesserati
  • La descrizione delle attività sportive proposte e delle modalità di adesione, evitando riferimenti commerciali

Esempio pratico:ASD XYZ, affiliata CONI e FIDAL, organizza corsi di atletica per tutte le età, riservati ai soci. Vieni a trovarci per una prova!

Indizio #4: Insegna appariscente all’esterno della sede

Un’insegna particolarmente vistosa e appariscente all’esterno della sede di un’ASD può essere considerata dal fisco come un ulteriore indizio dello svolgimento di attività commerciale. Le ASD dovrebbero limitarsi ad apporre una semplice targa o insegna che svolga esclusivamente la funzione di indicare la sede sociale, senza riportare le attività o i servizi svolti all’interno.

Un’insegna con slogan accattivanti o riferimenti alle attività proposte potrebbe far presumere la volontà dell’ASD di attirare clienti e promuovere i propri servizi sul mercato, comportamenti tipici di un’impresa commerciale.

Per evitare contestazioni, è opportuno che le ASD si limitino ad esporre all’esterno una targa discreta e non appariscente, riportante esclusivamente la denominazione sociale per esteso (es. “ASD XYZ”) e l’eventuale logo, senza alcun riferimento alle attività svolte o ai servizi offerti.

Esempio pratico: Un’ASD che espone un’insegna luminosa con la scritta “Palestra SuperFitness – Offerte speciali abbonamenti” potrebbe attirare l’attenzione del fisco e far presumere lo svolgimento di attività commerciale.

In conclusione, anche un’insegna eccessivamente vistosa e accattivante può rappresentare per il fisco un campanello d’allarme circa la reale natura non commerciale di un’ASD. Meglio quindi non esagerare e attenersi a una semplice targa con i dati essenziali dell’ente.

Indizio #5: Mancanza di democraticità interna e di reale coinvolgimento dei soci

La democraticità interna e la reale partecipazione dei soci alla vita associativa sono requisiti fondamentali per le ASD. Durante i controlli, il fisco verifica se l’associazione rispetta tali principi o se, al contrario, il potere decisionale è concentrato nelle mani di poche persone, senza un effettivo coinvolgimento degli associati.

Vengono considerati indizi di mancanza di democraticità:

  • La mancata convocazione delle assemblee dei soci o la loro convocazione solo formale
  • L’assenza di rinnovo delle cariche sociali o il rinnovo solo apparente
  • La mancata tenuta del libro soci o la sua tenuta non aggiornata
  • L’assenza di verbalizzazione delle riunioni e delle decisioni degli organi associativi

Per evitareare contestazioni, è fondamentale che l’ASD:

  • Convochi regolarmente le assemblee dei soci, con adeguato preavviso e ordine del giorno
  • Rinnovi periodicamente le cariche sociali, garantendo il ricambio e la partecipazione degli associati
  • Tenga correttamente il libro soci, annotando le adesioni e le cessazioni
  • Verbalizzi tutte le riunioni e le decisioni degli organi associativi (assemblea, consiglio direttivo, ecc.)
  • Coinvolga attivamente i soci nella definizione delle attività e delle scelte dell’associazione

Esempio pratico: Un’ASD in cui le decisioni sono sistematicamente prese da un ristretto gruppo di persone, senza convocare le assemblee o tenere traccia delle decisioni, potrebbe essere contestata per mancanza di democraticità.

Indizio #6: Mancanza di una reale attività di proselitismo

Per mantenere la natura non commerciale, un’ASD deve svolgere una concreta attività di proselitismo, volta ad attrarre nuovi soci e a promuovere la pratica sportiva dilettantistica. Durante i controlli, il fisco verifica se l’associazione svolge effettivamente iniziative in tal senso o se, al contrario, si limita a fornire servizi dietro corrispettivo, senza curarsi di ampliare la propria base associativa.

Vengono considerati indizi di mancanza di proselitismo:

  • L’assenza di campagne promozionali o di iniziative volte ad attrarre nuovi soci
  • La mancata organizzazione di eventi, manifestazioni o giornate “open day” per far conoscere l’associazione
  • La presenza di un numero di soci stabile nel tempo, senza significativi incrementi
  • L’assenza di agevolazioni o sconti per particolari categorie di soci (es. giovani, famiglie)

Per evitare contestazioni, è importante che l’ASD:

  • Organizzi periodicamente iniziative di promozione e proselitismo (es. distribuzione volantini, open day)
  • Partecipi a eventi e manifestazioni sportive, anche a carattere non agonistico
  • Offra agevolazioni o sconti per favorire l’adesione di nuovi soci (es. quote ridotte per giovani o famiglie)
  • Pubblicizzi le proprie attività sui social network e sulla stampa locale
  • Tenga traccia delle iniziative di proselitismo svolte e dei risultati ottenuti (es. numero di nuovi soci)

Esempio pratico: Un’ASD che non svolge alcuna attività promozionale, non partecipa a eventi sportivi e non offre agevolazioni per attrarre nuovi soci, potrebbe essere contestata per mancanza di proselitismo.

Indizio #7: Elevato numero di soci non praticanti

Un numero elevato di soci non praticanti rispetto a quelli effettivamente coinvolti nelle attività sportive può essere considerato dal fisco come un indizio di attività commerciale. Infatti, se molti soci si limitano a pagare la quota associativa senza partecipare concretamente alla vita dell’associazione, ciò potrebbe far presumere che l’ASD offra in realtà servizi a pagamento mascherati da quote associative.

Per evitare contestazioni, è importante che l’ASD:

  • Monitori costantemente il rapporto tra soci praticanti e non praticanti
  • Svolga iniziative per coinvolgere attivamente i soci nella vita associativa (es. assemblee, eventi sociali)
  • Preveda agevolazioni o sconti per i soci che partecipano regolarmente alle attività sportive
  • Richieda ai soci non praticanti di fornire una motivazione per il mantenimento dell’affiliazione
  • Valuti la possibilità di prevedere diverse tipologie di quote associative in base al livello di partecipazione

Esempio pratico: Un’ASD con 1000 soci, di cui solo 100 partecipano regolarmente ai corsi e alle attività sportive, mentre gli altri si limitano a pagare la quota annuale, potrebbe destare sospetti agli occhi del fisco.

Stesso discorso cale per le ASD con un numero elevato di soci “virtuali” (es. iscritti solo sulla carta ma non partecipanti alle attività) o non correttamente identificati potrebbe destare sospetti agli occhi del fisco. Infatti, ciò potrebbe far presumere che tali “soci” siano in realtà clienti di un’attività commerciale.

Indizio #8: Mancanza di ricambio dei soci nel tempo

Un ulteriore indizio di attività commerciale valutato dal fisco è la mancanza di un fisiologico turn-over dei soci nel corso del tempo. Se la compagine associativa rimane sostanzialmente invariata negli anni, senza nuovi ingressi o uscite, ciò potrebbe far presumere che l’ASD operi in realtà come un’impresa, offrendo servizi a una clientela stabile.

Infatti, in una genuina associazione sportiva dilettantistica, è normale che vi sia un certo ricambio dei soci, con persone che entrano e escono in base alle proprie esigenze e preferenze. Al contrario, una base associativa “cristallizzata” nel tempo può essere vista come indice di un’attività commerciale rivolta a un pubblico consolidato.

Per evitare contestazioni, è opportuno che l’ASD:

  • Svolga una costante attività di proselitismo per attrarre nuovi soci, anche di diverse fasce d’età
  • Organizzi periodicamente iniziative promozionali e di “open day” per far conoscere l’associazione
  • Preveda agevolazioni o sconti per particolari categorie di nuovi soci (es. giovani, famiglie)
  • Monitori il turn-over dei soci nel tempo, verificando il numero di nuovi ingressi e uscite ogni anno
  • Analizzi le motivazioni delle eventuali uscite dei soci, per migliorare la propria offerta sportiva

Esempio pratico: Un’ASD che negli ultimi 5 anni ha mantenuto sostanzialmente invariata la propria compagine associativa, senza nuovi ingressi o uscite significative, potrebbe essere contestata per mancanza di ricambio dei soci.

Indizio #9: Elevato importo delle quote associative e dei contributi richiesti ai soci

L’importo delle quote associative e dei contributi richiesti ai soci per la partecipazione alle attività sportive è un altro elemento che il fisco valuta attentamente durante i controlli. Se tali importi risultano particolarmente elevati rispetto ai costi effettivamente sostenuti dall’associazione, ciò potrebbe far presumere che l’ASD persegua in realtà finalità di lucro.

Infatti, secondo la normativa fiscale, le quote associative e i contributi devono essere determinati in funzione delle spese di gestione dell’associazione e delle attività sportive organizzate, senza possibilità di redistribuzione tra i soci. Importi sproporzionati rispetto ai costi potrebbero quindi essere considerati come corrispettivi per prestazioni di servizi a carattere commerciale.

Per evitare contestazioni, è fondamentale che l’ASD:

  • Determini l’importo delle quote associative e dei contributi sulla base di un’analisi dei costi di gestione
  • Predisponga un rendiconto economico-finanziario che dia evidenza della destinazione di quote e contributi
  • Eviti di richiedere ai soci versamenti sproporzionati rispetto alle attività rese e ai costi sostenuti
  • Non preveda sconti o agevolazioni eccessive per alcuni soci, che potrebbero configurare ipotesi elusive
  • In caso di contestazione, sia in grado di giustificare analiticamente la congruità degli importi richiesti

Esempio pratico: Un’ASD che richiede ai soci una quota associativa annuale di 1.000 euro e un contributo mensile di 200 euro per la partecipazione ai corsi, a fronte di costi di gestione molto contenuti, potrebbe essere contestata per l’elevato importo delle somme richieste.

Indizio #10: Cessione di beni/servizi non strettamente connessi all’attività sportiva

Durante i controlli fiscali, viene valutata attentamente anche la tipologia di beni e servizi ceduti dall’ASD ai propri soci. La cessione di beni o servizi non strettamente connessi all’attività sportiva dilettantistica può infatti essere considerata un indizio di attività commerciale.

Esempi di beni e servizi “a rischio” possono essere:

  • Somministrazione di pasti e bevande non legata a eventi sportivi
  • Vendita di abbigliamento o attrezzature sportive non personalizzate con il logo dell’ASD
  • Organizzazione di viaggi o soggiorni turistici non finalizzati alla partecipazione a manifestazioni sportive
  • Affitto di spazi o attrezzature per feste private o eventi non sportivi

Per evitare contestazioni, è opportuno che l’ASD:

  • Si limiti a cedere beni e servizi strettamente connessi alla pratica sportiva dilettantistica
  • In caso di somministrazione di alimenti e bevande, la limiti ai soli soci e in occasione di eventi sportivi
  • Organizzi viaggi o soggiorni solo se finalizzati alla partecipazione a gare o manifestazioni sportive
  • Conceda in uso spazi e attrezzature solo per finalità sportive o associative, evitando utilizzi privatistici
  • In caso di cessione di beni/servizi “a rischio”, sia in grado di giustificarne la stretta inerenza all’attività sportiva

Esempio pratico: Un’ASD che gestisce un bar aperto al pubblico all’interno della propria sede, senza limitazioni per i non soci, potrebbe essere contestata per lo svolgimento di attività commerciale.

Indizio #11: Rilevante numero di operazioni “incrociate” con altre ASD

Un ulteriore elemento di attenzione per il fisco è la presenza di un rilevante numero di operazioni “incrociate” tra l’ASD verificata e altre associazioni sportive. Tali operazioni, se non adeguatamente giustificate, potrebbero far presumere l’esistenza di un’attività commerciale “mascherata” attraverso rapporti di partnership o collaborazione.

Esempi di operazioni “a rischio” possono essere:

  • Frequenti cessioni di beni o prestazioni di servizi tra ASD, non giustificate da reali esigenze sportive
  • Sponsorizzazioni incrociate tra ASD, con importi sproporzionati rispetto alla visibilità offerta
  • Utilizzo di spazi o attrezzature di altre ASD dietro corrispettivo, in assenza di reali necessità logistiche
  • Organizzazione congiunta di eventi o manifestazioni con ripartizione dei proventi, senza una chiara divisione di ruoli e responsabilità

Per evitare contestazioni, è importante che l’ASD:

  • Limiti le operazioni con altre associazioni a quelle effettivamente necessarie per lo svolgimento delle attività sportive
  • Giustifichi adeguatamente le ragioni di eventuali cessioni di beni o prestazioni di servizi ad altre ASD
  • Eviti sponsorizzazioni incrociate con importi sproporzionati rispetto al valore di mercato
  • In caso di utilizzo di spazi o attrezzature di altre ASD, sia in grado di dimostrarne la necessità logistica
  • Nella co-organizzazione di eventi con altre ASD, definisca chiaramente ruoli, responsabilità e ripartizione dei proventi

Esempio pratico: Due ASD che si sponsorizzano reciprocamente con importi elevati e senza una chiara visibilità promozionale, potrebbero essere contestate per operazioni incrociate elusive.

Indizio #12: Mancata partecipazione a gare ufficiali

La mancata partecipazione nel corso dell’anno a gare o eventi sportivi ufficiali organizzati dagli organismi cui l’associazione sportiva dilettantistica (ASD) è affiliata può rappresentare un ulteriore indizio valutato dal fisco per verificare se l’ente svolge effettivamente attività sportiva dilettantistica.Infatti, la partecipazione a competizioni e manifestazioni sportive promosse dalle Federazioni sportive nazionali, dagli Enti di promozione sportiva o da altri organismi riconosciuti dal CONI costituisce un elemento che caratterizza l’attività istituzionale di un’ASD e la differenzia da quella di natura commerciale.

Pertanto, se un’ASD non prende parte ad alcun evento sportivo ufficiale durante l’anno, limitandosi magari a organizzare corsi, tornei o attività sportive amatoriali rivolte a soci e non soci dietro pagamento di corrispettivi specifici, potrebbe far sorgere il dubbio che l’attività svolta abbia in realtà natura commerciale prevalente o esclusiva.

Naturalmente, la mancata partecipazione a gare e manifestazioni non è di per sé decisiva per qualificare come commerciale l’attività di un’ASD, ma rappresenta un elemento presuntivo che, insieme ad altri indizi (es. prevalenza entrate commerciali, distribuzione occulta utili, pubblicità ingannevole), può portare l’Amministrazione finanziaria a contestare la natura non profit dell’ente e le agevolazioni fiscali connesse.

Per evitare contestazioni, è quindi importante che le ASD documentino adeguatamente la partecipazione dei propri atleti tesserati a eventi sportivi ufficiali, conservando le iscrizioni, i risultati, le classifiche e ogni altro documento utile a dimostrare l’effettivo svolgimento di attività sportiva dilettantistica.

In conclusione, anche la mancata partecipazione a gare e manifestazioni organizzate dagli organismi affilianti può far presumere al fisco la natura commerciale “mascherata” di un’ASD. Per questo è fondamentale prendere parte attivamente alle competizioni promosse dalle Federazioni o Enti di promozione di riferimento, in modo da caratterizzare in senso sportivo dilettantistico l’attività dell’ente.

Indizio #13: Assenza o carenza di attività formative e di avviamento allo sport per i giovani

Un’ASD che non svolge attività di formazione e avviamento allo sport per i giovani, o che vi dedica risorse insufficienti, potrebbe non rispondere appieno alle finalità di promozione sportiva previste dalla normativa fiscale. L’assenza di iniziative rivolte ai giovani può quindi essere considerata un indizio di attività commerciale.

Indizio #14: La pratica di sconti e promozioni in favore di soci e tesserati

Anche le promozioni e gli sconti sugli abbonamenti periodici offerti da un’ASD ai propri soci e tesserati per la fruizione dei servizi sportivi (es. quote di frequenza corsi, accesso impianti) possono rappresentare un ulteriore indizio di attività commerciale valutato dal fisco durante i controlli.

Infatti, se un’ASD applica in modo sistematico e continuativo sconti e promozioni sui propri servizi, ad esempio offrendo abbonamenti mensili/annuali a prezzi vantaggiosi rispetto alle tariffe ordinarie senza alcuna correlazione sugli eventuali minor costi da sostenere, ciò potrebbe far presumere una finalità di lucro tipica delle imprese commerciali.

In particolare, vengono considerati indizi sospetti:

  • Sconti e promozioni particolarmente elevati e frequenti, non giustificati da reali esigenze di proselitismo sportivo
  • Abbonamenti a prezzi molto inferiori rispetto ai costi sostenuti dall’ASD per l’erogazione dei servizi
  • Offerte promozionali rivolte indistintamente a tutti, anche ai non soci/tesserati
  • Enfasi eccessiva su prezzi e vantaggi economici nelle comunicazioni pubblicitarie dell’ASD

Naturalmente, questo non significa che un’ASD non possa mai applicare sconti o promozioni sui propri servizi. Tuttavia, queste iniziative dovrebbero essere occasionali, limitate nel tempo e finalizzate a promuovere la pratica sportiva, non a massimizzare i profitti.

Ad esempio, potrebbero essere considerate legittime:

  • Sconti sulle quote di iscrizione per le famiglie numerose o per i giovani under 18, per favorire l’accesso allo sport
  • Promozioni di inizio stagione per incentivare le nuove adesioni ai corsi
  • Agevolazioni per i soci che portano nuovi iscritti, per ampliare la base associativa
  • Abbonamenti a prezzo ridotto per le fasce orarie o i periodi di minor affluenza, per ottimizzare l’utilizzo degli impianti

L’importante è che queste iniziative siano sempre inquadrate nella finalità istituzionale dell’ASD di promozione dello sport dilettantistico, e non assumano un carattere prevalente rispetto all’attività principale.

Per evitare contestazioni, è quindi consigliabile utilizzare con cautela lo strumento delle promozioni e degli sconti, limitandoli a casi specifici e motivati, e sempre evidenziando nelle comunicazioni il fine non lucrativo dell’associazione.

In conclusione, anche un utilizzo eccessivo e distorto delle leve promozionali e di sconto può far presumere al fisco uno scopo di lucro “mascherato” in capo all’ASD. Pertanto, è importante dosare con attenzione queste iniziative, orientandole al perseguimento degli scopi sportivi e associativi, per non perdere i benefici fiscali previsti per il terzo settore.

Indizio #15: Compensi agli amministratori sproporzionati

i compensi agli amministratori (presidente e componenti del consiglio direttivo) rappresentano un altro importante indizio valutato dal fisco per verificare se un’ASD opera in realtà come un’impresa commerciale.

In particolare, durante i controlli fiscali, gli ispettori verificano se i compensi erogati agli amministratori dell’associazione siano conformi ai limiti e alle modalità previste dalla normativa per gli enti non profit.

Vengono considerati indizi di una possibile natura commerciale “mascherata”:

  • Compensi agli amministratori non proporzionati all’attività svolta, alle responsabilità assunte e alle specifiche competenze
  • Compensi superiori a quelli previsti in enti che operano nei medesimi o analoghi settori e condizioni
  • Compensi forfettari non giustificati da specifiche esigenze
  • Compensi parametrati ai ricavi o agli utili dell’associazione

Infatti, la corresponsione ad amministratori e a chiunque rivesta cariche sociali di compensi individuali sproporzionati o comunque superiori a quelli previsti in realtà similari è considerata distribuzione indiretta di utili, incompatibile con la natura non profit dell’ente.

Inoltre, i compensi agli amministratori non possono essere in alcun modo collegati ai risultati economici dell’ASD, ad esempio attraverso percentuali sui ricavi o partecipazione agli utili. Ciò farebbe venir meno il carattere di ente senza scopo di lucro.

Per evitare contestazioni, è quindi fondamentale che l’ASD:

  • Deliberi i compensi agli amministratori secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità
  • Determini i compensi in misura fissa, senza alcun collegamento con i risultati economici
  • Documenti in modo analitico l’attività svolta dagli amministratori a fronte dei compensi
  • Verifichi che i compensi siano in linea con quelli di realtà simili del non profit

In caso di verifica fiscale, l’ASD dovrà essere in grado di giustificare l’entità e le modalità di determinazione dei compensi agli amministratori, fornendo tutta la documentazione di supporto (delibere assembleari, report attività, benchmark di settore ecc.).

In conclusione, anche le modalità di determinazione ed erogazione dei compensi agli amministratori possono fornire al fisco indizi sulla reale natura non commerciale di un’ASD. Per questo è importante deliberarli sempre in modo trasparente e proporzionato, evitando ogni collegamento con i risultati economici, per non perdere i benefici fiscali previsti per il terzo settore.

Per evitare contestazioni, è opportuno che  il compenso agli amministratori di un’associazione sportiva dilettantistica (ASD) può essere deliberato nel seguente modo:

  • Il compenso deve essere previsto dallo statuto dell’associazione. Lo statuto deve quindi contenere una clausola che consenta la possibilità di remunerare gli amministratori.
  • L’assemblea dei soci deve deliberare l’attribuzione e l’importo del compenso agli amministratori. È una competenza dell’assemblea ordinaria dei soci decidere sulla determinazione di eventuali compensi per gli amministratori.
  • Il compenso deve essere proporzionato all’attività svolta, alle responsabilità assunte e alle specifiche competenze degli amministratori. Non può essere sproporzionato o superiore a quelli previsti in enti che operano in settori analoghi. Compensi sproporzionati sono considerati distribuzione indiretta di utili.
  • Il compenso non può essere in alcun modo collegato ai risultati economici dell’associazione, ad esempio tramite percentuali su ricavi o partecipazione agli utili. Ciò è incompatibile con la natura non profit.
  • La delibera assembleare che stabilisce il compenso agli amministratori deve essere verbalizzata, indicando con precisione l’importo e le modalità di erogazione.

In sintesi, per poter legittimamente attribuire un compenso agli amministratori di un’ASD, questo deve essere previsto dallo statuto, deliberato dall’assemblea in modo trasparente e proporzionato, senza alcun collegamento con i risultati economici dell’ente. Seguendo queste regole, l’associazione potrà remunerare i propri amministratori senza perdere i benefici fiscali del terzo settore.

Indizio #16: La distribuzione occulta di utili

Un ulteriore indizio di attività commerciale valutato dal fisco durante i controlli sulle associazioni sportive dilettantistiche (ASD) è la distribuzione occulta di utili ai soci, vietata per gli enti non profit che godono di agevolazioni fiscali.

La distribuzione occulta di utili può avvenire in varie forme, ad esempio:

  • Corresponsione ai soci di compensi, indennità o rimborsi spese sproporzionati rispetto all’attività effettivamente svolta o non adeguatamente documentati. Ad esempio, compensi forfettari o eccedenti i limiti previsti per le cariche sociali.
  • Assegnazione ai soci di beni o servizi dell’associazione a condizioni di favore, senza corrispettivo o con corrispettivo inferiore al valore normale. Ad esempio, concessione in uso gratuito o a canone ridotto di immobili, attrezzature sportive, automezzi dell’ASD.
  • Destinazione ai soci di una quota significativa degli avanzi di gestione realizzati, anche in forma indiretta tramite altra società o ente controllato. Ad esempio, utilizzo degli utili per finanziare altre attività dei soci.
  • Partecipazione dei soci agli utili dell’ASD in proporzione alle quote possedute o al conferimento effettuato, in analogia alle società di capitali.

In questi casi, anche se non vi è una formale delibera di distribuzione degli utili, il fisco può riqualificare tali vantaggi economici come distribuzione occulta di utili, con conseguente decadenza dalle agevolazioni fiscali per l’ASD.

Alcuni esempi concreti emersi dalla giurisprudenza:

  • Elevati compensi corrisposti ai soci di un’ASD per attività di istruttori sportivi, amministratori e affitto di locali, ritenuti una forma di distribuzione indiretta di utili (Cass. n. 9108/2012).
  • Rimborsi chilometrici ai soci non giustificati e sproporzionati rispetto alle trasferte effettuate per conto dell’ASD, considerati distribuzione occulta di utili (CTR Lombardia n. 702/2021).
  • Concessione in comodato gratuito ai soci di un’ASD di un immobile strumentale, riqualificata come distribuzione di utili per la rinuncia a percepire un canone (Cass. n. 25217/2018).
  • Uscite di cassa per spese non inerenti alle finalità istituzionali dell’ASD (promozione dello sport dilettantistico), ma piuttosto a beneficio personale dei soci. Ad esempio, acquisto di beni o servizi ad uso privato dei soci.

Per evitare contestazioni, le ASD devono quindi evitare qualsiasi forma di attribuzione di vantaggi economici sproporzionati o non documentati ai propri soci, anche in modo indiretto, che possa configurare una distribuzione occulta di utili incompatibile con la natura non profit dell’ente.

Indizio #17: Uscite finanziarie non adeguatamente giustificate

Le uscite finanziarie di banca e cassa non adeguatamente giustificate e/o non inerenti all’attività istituzionale dell’associazione sportiva dilettantistica (ASD) possono essere considerate dal fisco come una forma di distribuzione occulta di utili ai soci, non consentita per gli enti non profit che godono di agevolazioni fiscali.

In particolare, vengono ritenuti indizi di una distribuzione mascherata di utili anche la mancanza di documentazione a supporto delle uscite finanziarie, come scontrini, fatture, ricevute fiscali, che ne dimostrino l’effettivo sostenimento nell’interesse dell’associazione

Infatti, le ASD devono essere in grado di provare in sede di verifica che tutte le spese sostenute siano effettive, inerenti all’attività sportiva dilettantistica, proporzionate e adeguatamente documentate. Eventuali uscite prive di giustificativi o non riconducibili alle finalità associative possono essere riqualificate dal fisco come distribuzione indiretta di utili, con conseguente recupero a tassazione e sanzioni.

Per evitare contestazioni, è quindi fondamentale che le ASD conservino accuratamente tutta la documentazione a supporto di costi e spese, in modo da poterne dimostrare in ogni momento l’inerenza con l’attività istituzionale svolta.

Indizio #18: Elevato valore delle immobilizzazioni

La presenza di un elevato valore delle immobilizzazioni può essere considerata dal fisco come un ulteriore indizio del fatto che un’associazione sportiva dilettantistica (ASD) svolga in realtà attività commerciale, non rispettando quindi i requisiti per beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per gli enti non profit.In particolare, si può parlare di elevato valore delle immobilizzazioni quando:

  • L’ASD possiede impianti sportivi, attrezzature e beni strumentali di rilevante valore economico, sproporzionati rispetto alle esigenze istituzionali e all’attività sportiva dilettantistica svolta. Ad esempio, un campo da golf di proprietà per un’ASD con pochi soci praticanti.
  • Gli investimenti in immobilizzazioni (acquisti, costruzioni, ristrutturazioni) sono molto consistenti e non giustificati da un’effettiva necessità per lo svolgimento dell’attività sportiva. Ad esempio, la realizzazione di un centro benessere all’interno di una piccola ASD.
  • Il valore contabile delle immobilizzazioni è notevolmente superiore rispetto al patrimonio netto dell’ente e alle altre poste dell’attivo. Ciò può far presumere che l’attività sia organizzata in modo prevalente come un’attività commerciale.
  • Le quote di ammortamento delle immobilizzazioni incidono in modo significativo sul rendiconto economico dell’ASD, generando perdite o riducendo sensibilmente gli avanzi di gestione.

Infatti, la presenza di ingenti investimenti in beni strumentali e immobilizzazioni può far pensare che l’ASD necessiti di conseguire ricavi commerciali per poter sostenere i relativi costi e ammortamenti, facendo così venir meno la natura non lucrativa dell’attività.

Naturalmente, il solo fatto di possedere immobilizzazioni di valore non è di per sé indice di commercialità, ma deve essere valutato insieme ad altri elementi come la tipologia di attività svolta, l’ammontare dei ricavi commerciali, l’esistenza di una effettiva base associativa.

Tuttavia, in sede di verifica fiscale, un elevato valore delle immobilizzazioni può rappresentare un campanello d’allarme per l’Amministrazione finanziaria, che potrebbe essere indotta ad effettuare ulteriori approfondimenti sulla reale natura non profit dell’ente.

Per evitare contestazioni, è quindi importante che le ASD mantengano un equilibrio fra le immobilizzazioni possedute e le effettive esigenze istituzionali, evitando investimenti eccessivi e sproporzionati che potrebbero far dubitare della loro reale finalità sportiva dilettantistica.In conclusione, anche un elevato valore delle immobilizzazioni può rappresentare per il fisco un indizio dello svolgimento di attività commerciale “mascherata” da parte di un’ASD. Per questo è fondamentale che gli investimenti in beni strumentali siano sempre coerenti e proporzionati con l’attività sportiva dilettantistica concretamente esercitata.

Indizio #19: Mancato rispetto delle norme fiscali

Il mancato rispetto delle norme fiscali da parte di un’associazione sportiva dilettantistica (ASD) può essere considerato dal fisco come un ulteriore indizio del fatto che l’ente svolga in realtà attività commerciale, non rispettando quindi i requisiti per beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per gli enti non profit.In particolare, si può parlare di mancato rispetto delle norme fiscali quando l’ASD:

  • Non tiene correttamente le scritture contabili obbligatorie, come il libro soci, il libro verbali assemblee, il rendiconto economico-finanziario. Irregolarità o lacune nella contabilità possono far presumere una gestione non trasparente.
  • Non presenta le dichiarazioni fiscali (es. modello EAS, dichiarazione dei redditi, dichiarazione IVA) o le presenta in ritardo o con dati non corretti. Ciò può indicare una volontà di occultare i ricavi commerciali.
  • Non versa le imposte e i contributi dovuti (es. ritenute su compensi a collaboratori, IVA su operazioni commerciali) o li versa in ritardo o in misura inferiore al dovuto. Questo comportamento può far dubitare della correttezza fiscale dell’ente.
  • Non rispetta gli adempimenti previsti per la legge 398/91 (contabilità separata, plafond ricavi commerciali, ecc.) pur avendone fatto opzione. La non conformità alla legge 398 può comportare la perdita delle agevolazioni.
  • Emette fatture o ricevute fiscali irregolari (es. senza numero progressivo, senza IVA se dovuta) per le attività commerciali svolte. Ciò può far pensare a una volontà di sottrarsi agli obblighi IVA.
  • Non conserva correttamente la documentazione fiscale (fatture, ricevute, scontrini) a supporto di costi e ricavi. In caso di verifica, l’ASD deve essere in grado di esibire tutta la documentazione richiesta.

Infatti, pur godendo di un regime fiscale agevolato, le ASD sono comunque tenute a rispettare gli obblighi fiscali previsti dalla normativa, seppur semplificati, e a tenere una contabilità trasparente che dia evidenza dell’attività svolta e dell’utilizzo delle risorse.

Il mancato rispetto di tali obblighi, specie se accompagnato da altri indizi come la prevalenza di entrate commerciali, la distribuzione occulta di utili, l’assenza di democraticità interna, può quindi far dubitare della reale natura non profit dell’ente e comportare il disconoscimento delle agevolazioni fiscali.

Pertanto, in sede di verifica fiscale, è fondamentale che l’ASD sia in grado di esibire tutta la documentazione amministrativa e fiscale richiesta, dimostrando di aver adempiuto correttamente a tutti gli obblighi previsti dalla normativa tributaria.

In conclusione, anche il mancato rispetto delle norme fiscali può rappresentare per l’Amministrazione finanziaria un campanello d’allarme circa la genuinità del rapporto associativo e dello scopo non lucrativo. Per questo le ASD devono sempre prestare la massima attenzione al rispetto degli adempimenti tributari, per non incorrere in contestazioni che potrebbero mettere a rischio il regime fiscale di favore.

Indizio #20: Anomalie nei pagamenti ai fornitori

Le anomalie nei pagamenti ai fornitori possono rappresentare un ulteriore indizio valutato dal fisco per verificare se un’associazione sportiva dilettantistica (ASD) svolga in realtà attività commerciale. In particolare, vengono considerati sospetti:

  • Pagamenti in contanti superiori ai limiti di legge: se l’ASD effettua pagamenti in contanti ai fornitori per importi superiori alla soglia prevista dalla normativa antiriciclaggio, ciò può far presumere la volontà di occultare i costi per finalità illecite.
  • Compensazioni sospette: se l’ASD compensa i debiti verso i fornitori con crediti non documentati o non inerenti all’attività istituzionale, ad esempio derivanti da prestazioni rese dai soci, questo meccanismo potrebbe mascherare pagamenti non tracciati.
  • Rapporti con società o professionisti non coerenti con l’attività: se tra i fornitori dell’ASD figurano imprese o lavoratori autonomi che svolgono attività non compatibili con quelle sportive dilettantistiche (es. gioiellerie, concessionarie auto), potrebbero nascondere pagamenti per finalità estranee a quelle istituzionali.
  • Forniture non documentate o sovrafatturate: se l’ASD contabilizza costi per beni o servizi in misura sproporzionata rispetto alle effettive esigenze o non adeguatamente documentati dalle fatture, ciò potrebbe far pensare a una distribuzione occulta di utili ai soci.
  • Pagamenti a fornitori “sospetti”: se l’ASD intrattiene rapporti con imprese o professionisti già coinvolti in vicende di evasione fiscale o riciclaggio, o con soggetti prestanome, ciò può sollevare dubbi sulla reale destinazione delle somme pagate.

Infatti, attraverso pagamenti anomali ai fornitori, l’ASD potrebbe occultare una distribuzione mascherata di utili ai soci, oppure sovrastimare i costi per abbattere il reddito imponibile derivante dall’attività commerciale svolta.

Pertanto, in sede di verifica fiscale, è importante che l’associazione sia in grado di giustificare in modo puntuale tutti i costi sostenuti, esibendo fatture e documenti di pagamento tracciabili, ed evidenziando la loro stretta inerenza con l’attività sportiva dilettantistica esercitata.

In conclusione, anche le anomalie nei pagamenti ai fornitori possono rappresentare per il fisco un campanello d’allarme circa la reale natura non commerciale di un’ASD. Per questo è fondamentale gestire in modo trasparente e coerente i rapporti con i propri partner commerciali, evitando comportamenti che potrebbero sollevare sospetti in caso di controlli.

Conclusione

Per un’associazione sportiva dilettantistica è fondamentale rispettare sempre nella sostanza i requisiti richiesti dalla normativa fiscale di settore, sia dal punto di vista formale (statuto, verbali, documenti) che sostanziale (attività prevalentemente sportiva dilettantistica, democraticità, assenza scopo di lucro).

Naturalmente, nessuno di questi elementi è di per sé decisivo, ma può rafforzare il quadro indiziario a disposizione del fisco per contestare la natura non commerciale di un’ASD e le agevolazioni fiscali connesse.

In conclusione, le ASD devono prestare attenzione a tutti i possibili indizi che possono far presumere lo svolgimento di attività commerciale, non solo a quelli più evidenti come la prevalenza di entrate commerciali o la distribuzione occulta di utili, ma anche a quelli più “indiretti” come l’assenza di democraticità interna o le anomalie gestionali, per evitare spiacevoli contestazioni in sede di verifica fiscale. Solo così si potranno prevenire spiacevoli contestazioni in caso di verifiche fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate o della Guardia di Finanza, che possono comportare la perdita delle agevolazioni tributarie e pesanti sanzioni amministrative e penali.


Domande e risposte

D: Quali sono i principali indizi di attività commerciale valutati dal fisco durante i controlli sulle ASD?
R: I principali indizi sono:

  • Prevalenza delle entrate da attività commerciali rispetto a quelle istituzionali
  • Svolgimento di attività non strettamente connesse alle finalità sportive dilettantistiche
  • Mancanza di una reale attività istituzionale a favore dei soci
  • Inadeguata tenuta delle scritture contabili e associative
  • Mancato rispetto del principio di democraticità nella gestione dell’associazione
  • Mancanza di una reale attività di proselitismo
  • Elevato numero di soci non praticanti
  • Mancanza di ricambio dei soci nel tempo
  • Elevato importo delle quote associative e dei contributi richiesti ai soci
  • Cessione di beni/servizi non strettamente connessi all’attività sportiva
  • Rilevante numero di operazioni “incrociate” con altre ASD
  • Assenza o carenza di attività formative e di avviamento allo sport per i giovani
  • Mancata affiliazione a federazioni sportive nazionali o enti di promozione sportiva
  • Presenza di un numero elevato di soci “virtuali” o non identificati
  • Mancato rispetto delle norme in materia di certificazione medica per l’attività sportiva
  • Pubblicità e promozione dell’attività sportiva con modalità “commerciali”
  • Mancata convocazione periodica delle assemblee dei soci

D: Come può un’ASD evitare contestazioni da parte del fisco?
R: Per evitare contestazioni, un’ASD deve:

  • Curare attentamente gli aspetti formali e documentali
  • Rispettare i principi di democraticità e partecipazione nella gestione
  • Limitare le attività commerciali a quelle strettamente necessarie
  • Tenere contabilità separate per le eventuali attività commerciali
  • Documentare adeguatamente costi e proventi dell’attività istituzionale
  • Predisporre un rendiconto economico-finanziario

D: Quali sono le attività e i comportamenti che un’ASD dovrebbe limitare al massimo?
R: Un’ASD dovrebbe limitare al massimo le attività e i comportamenti che potrebbero essere interpretati come “commerciali”, come ad esempio:

  • Cessione di beni/servizi non strettamente connessi all’attività sportiva
  • Pubblicità e promozione dell’attività con modalità “commerciali”
  • Emissione di “ricevute” o “scontrini” per la partecipazione alle attività
  • Svolgimento di attività non strettamente connesse alle finalità sportive dilettantistiche

D: Cosa deve fare un’ASD per dimostrare il rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa fiscale?
R: Per dimostrare il rispetto dei requisiti, un’ASD deve:

  • Affiliarsi a federazioni sportive nazionali o enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI
  • Svolgere attività di formazione e avviamento allo sport per i giovani
  • Richiedere ai soci la prescritta certificazione medica per l’attività sportiva
  • Convocare periodicamente le assemblee dei soci
  • Promuovere il ricambio dei soci nel tempo attraverso attività di proselitismo
  • Rispettare il principio di democraticità nella gestione dell’associazione

D: Quali sono le conseguenze per un’ASD se il fisco accerta lo svolgimento di attività commerciale?
R: Se il fisco accerta lo svolgimento di attività commerciale, l’ASD potrebbe:

  • Perdere le agevolazioni fiscali previste per le associazioni sportive dilettantistiche
  • Essere assoggettata a tassazione ordinaria sui redditi derivanti dall’attività commerciale
  • Subire l’applicazione dell’IVA sulle cessioni di beni e servizi riqualificate come “commerciali”
  • Vedersi applicare sanzioni amministrative per le violazioni fiscali commesse
  • Nei casi più gravi, essere accusata di evasione fiscale o altre condotte penalmente rilevanti

D: Come può un’ASD tutelarsi in caso di contestazioni da parte del fisco?
R: Per tutelarsi in caso di contestazioni, un’ASD dovrebbe:

  • Dotarsi di una solida documentazione contabile e associativa a supporto della propria posizione
  • Farsi assistere da professionisti qualificati (commercialisti, consulenti, avvocati) nella gestione del contenzioso tributario
  • Valutare la possibilità di accedere a strumenti deflativi del contenzioso (accertamento con adesione, conciliazione giudiziale, ecc.)
  • Nei casi più complessi, valutare azioni legali a tutela dei propri diritti e della propria reputazione

D: Quali sono i consigli finali per un’ASD che vuole operare nel rispetto della normativa fiscale?
R: I consigli finali per un’ASD sono:

  • Operare con trasparenza e nel rispetto delle regole
  • Curare attentamente gli aspetti formali e documentali
  • Limitare al massimo le attività e i comportamenti “a rischio” di riqualificazione commerciale
  • Tenere sempre distinte le attività istituzionali da quelle commerciali, anche sotto il profilo contabile
  • Richiedere il supporto di professionisti qualificati nella gestione degli aspetti fiscali e tributari
  • In caso di dubbi o contestazioni, non esitare a far valere le proprie ragioni nelle sedi competenti

Seguendo questi consigli, un’ASD potrà godere pienamente dei benefici del regime fiscale di favore, contribuendo nel contempo alla promozione dello sport dilettantistico e dei suoi valori positivi.

D: Quali sono le principali normative fiscali di riferimento per le associazioni sportive dilettantistiche?
R: Le principali normative fiscali di riferimento per le ASD sono:

  • Legge n. 398/1991 – disciplina il regime fiscale agevolato per le associazioni sportive dilettantistiche
  • Art. 148 del TUIR (D.P.R. n. 917/1986) – disciplina il trattamento fiscale delle quote associative e dei contributi versati dai soci
  • Art. 4 del D.P.R. n. 633/1972 – disciplina l’applicazione dell’IVA alle cessioni di beni e servizi effettuate dalle ASD
  • Art. 25 della Legge n. 133/1999 – disciplina il trattamento fiscale dei compensi erogati agli sportivi dilettanti
  • Art. 90 della Legge n. 289/2002 – contiene disposizioni in materia di società e associazioni sportive dilettantistiche

D: Quali sono i requisiti principali per accedere al regime fiscale agevolato della Legge n. 398/1991?
R: I requisiti principali per accedere al regime della Legge n. 398/1991 sono:

  • Assenza di scopo di lucro
  • Affiliazione a una federazione sportiva nazionale o a un ente di promozione sportiva riconosciuti dal CONI
  • Rispetto delle clausole statutarie previste dall’art. 90 della Legge n. 289/2002
  • Svolgimento di attività sportive dilettantistiche, compresa l’attività didattica
  • Limite annuo di proventi commerciali non superiore a 400.000 euro

D: Quali sono i principali adempimenti contabili previsti per le ASD in regime di Legge n. 398/1991?
R: I principali adempimenti contabili per le ASD in regime di Legge n. 398/1991 sono:

  • Tenuta del registro IVA minori (per le attività commerciali)
  • Annotazione dei corrispettivi e delle operazioni non soggette a registrazione ai fini IVA
  • Redazione del rendiconto economico-finanziario annuale
  • Conservazione della documentazione contabile e fiscale per almeno 5 anni

D: Quali sono le agevolazioni fiscali previste dal regime di Legge n. 398/1991?
R: Le principali agevolazioni fiscali previste dalla Legge n. 398/1991 sono:

  • Determinazione forfetaria del reddito imponibile (3% dei proventi commerciali)
  • Esonero dalla tenuta delle scritture contabili (eccetto il registro IVA minori)
  • Esonero dalla presentazione della dichiarazione annuale IVA
  • Esonero dagli obblighi di fatturazione e registrazione (eccetto per sponsorizzazioni e pubblicità)
  • Applicazione di un’imposta sostitutiva IRES del 3% sul reddito imponibile

D: Quali sono i rischi fiscali per le ASD che non rispettano i requisiti e gli adempimenti previsti dalla normativa?
R: I rischi fiscali per le ASD non compliant sono molteplici:

  • Perdita delle agevolazioni fiscali previste dalla Legge n. 398/1991
  • Accertamento del reddito secondo le regole ordinarie, con conseguente maggiore tassazione
  • Applicazione dell’IVA con aliquota ordinaria sulle cessioni di beni e servizi
  • Irrogazione di sanzioni amministrative per omessa/infedele dichiarazione dei redditi e dell’IVA
  • Nei casi più gravi, denuncia per reati tributari (es. dichiarazione fraudolenta, occultamento di documenti contabili, ecc.)

Per evitare questi rischi, è fondamentale che le ASD operino nel rigoroso rispetto della normativa fiscale, avvalendosi del supporto di professionisti qualificati per gestire correttamente tutti gli aspetti tributari connessi alla propria attività.

D: Quali sono i principali documenti che un’ASD deve esibire in caso di verifica fiscale?
R: In genere, in una verifica fiscale ad un’ASD vengono richiesti: atto costitutivo e statuto registrati, certificato attribuzione codice fiscale, affiliazione a FSN/EPS e iscrizione registro CONI, libri verbali assemblee e consiglio direttivo, libro soci, rendiconti economico-finanziari, ricevute e documenti di spesa, certificati medici e tesseramenti atleti, contratti con istruttori e collaboratori, fatture e prima nota IVA, modelli dichiarativi.

D: Cosa rischia un’ASD se non rispetta la normativa fiscale?
R: Se in sede di verifica vengono accertate violazioni fiscali, l’ASD rischia innanzitutto la perdita delle agevolazioni fiscali, con recupero a tassazione dei proventi commerciali non dichiarati e applicazione di interessi e sanzioni amministrative dal 120% al 240%. Nei casi più gravi, ad esempio frode o evasione fiscale, possono scattare anche pesanti sanzioni penali (reclusione e multe) a carico di presidente e amministratori. Infine, può essere disposta la cancellazione dal registro CONI, con impossibilità di accedere a contributi pubblici.

D: È possibile opporsi a una verifica fiscale?
R: No, non è possibile opporsi o impedire l’accesso dei verificatori muniti di regolare autorizzazione. I dirigenti dell’ASD hanno l’obbligo di esibire tutta la documentazione richiesta e di collaborare alle operazioni di controllo. L’eventuale rifiuto può comportare l’applicazione di ulteriori sanzioni. Tuttavia, è possibile far inserire delle osservazioni nel processo verbale di constatazione e presentare successivamente memorie difensive.

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