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Assicurazione obbligatoria contro le catastrofi per le imprese: cosa cambia e quanto costerà

17 Febbraio, 2025

Dal 31 marzo 2025 tutte le imprese italiane saranno obbligate a sottoscrivere una polizza assicurativa contro i danni da calamità naturali. Questa nuova imposizione, prevista dalla Legge di Bilancio 2024, mira a ridurre l’impatto economico di eventi distruttivi come terremoti, alluvioni e frane. Tuttavia, i costi stimati per le aziende variano considerevolmente e la mancanza di un decreto attuativo lascia ancora molte incertezze. Il provvedimento coinvolge tutte le imprese con sede in Italia e quelle estere con una stabile organizzazione nel Paese, imponendo la copertura assicurativa su terreni, fabbricati, impianti e attrezzature industriali o commerciali. Le stime indicano che le PMI potrebbero pagare tra 1.500 e 12.000 euro all’anno, mentre per le grandi aziende i costi potrebbero superare i 30.000 euro annui. Inoltre, chi non si adegua non potrà accedere a fondi pubblici o agevolazioni in caso di eventi calamitosi. Questo obbligo, se da un lato garantisce maggiore protezione economica alle imprese, dall’altro solleva dubbi sulla sostenibilità dei costi e sulla regolamentazione del mercato assicurativo.

Obbligo assicurativo: cosa prevede la norma

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto l’obbligo per tutte le imprese di sottoscrivere una polizza contro i danni causati da eventi naturali distruttivi. L’obiettivo è ridurre il ricorso ai fondi pubblici per la ricostruzione e garantire maggiore stabilità economica alle aziende in caso di catastrofi.

Le coperture assicurative dovranno riguardare esclusivamente i beni materiali iscritti nell’attivo dello stato patrimoniale, ossia:

  • Terreni e fabbricati destinati all’attività aziendale
  • Impianti e macchinari utilizzati per la produzione
  • Attrezzature industriali e commerciali

Tuttavia, la normativa non è ancora completamente operativa perché manca il decreto attuativo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), che dovrà definire nel dettaglio le modalità di applicazione.

Chi è soggetto all’obbligo assicurativo?

L’obbligo di stipulare un’assicurazione contro i danni provocati da eventi catastrofali riguarda tutte le imprese con sede legale in Italia, nonché quelle con sede all’estero ma con una stabile organizzazione nel Paese. Queste aziende devono essere regolarmente iscritte al Registro delle Imprese, come previsto dall’articolo 2188 del Codice Civile.

Di conseguenza, i liberi professionisti non rientrano tra i soggetti obbligati.

Un’altra importante esclusione riguarda le imprese agricole, per le quali continua ad applicarsi la normativa specifica prevista dalla Legge 30 dicembre 2021, n. 234 (articolo 1, commi 515 e seguenti). Queste aziende, infatti, possono beneficiare della copertura offerta dal Fondo mutualistico nazionale, destinato a risarcire i danni alle produzioni agricole derivanti da eventi meteorologici estremi come alluvioni, gelate, brinate e siccità.

Sono escluse le imprese i cui beni immobili risultino gravati da abuso edilizio o costruiti in carenza delle autorizzazioni previste, ovvero gravati da abuso sorto successivamente alla data di costruzione.

Conseguenze per le imprese che non si adeguano

La normativa non prevede sanzioni dirette per le aziende che decidono di non sottoscrivere la polizza obbligatoria contro i rischi catastrofali. Tuttavia, il mancato rispetto di questo obbligo può avere ripercussioni significative sul piano economico.

In particolare, le imprese non assicurate potrebbero essere escluse dall’accesso a contributi, sovvenzioni o agevolazioni finanziarie erogate con fondi pubblici, comprese quelle previste per la ricostruzione e il sostegno economico in caso di calamità naturali.

Questo significa che, in caso di eventi distruttivi come terremoti o alluvioni, le aziende prive di copertura assicurativa non potranno beneficiare di aiuti statali, trovandosi così a dover affrontare da sole i costi delle perdite subite.

Quanto costerà la polizza per le imprese?

I costi varieranno a seconda della dimensione dell’azienda e del livello di rischio dell’area geografica in cui opera. In base a un’analisi del Centro Studi di Unimpresa, si prevede che:

  • Piccole e medie imprese (PMI) con una sede operativa di circa 500 mq e 15 dipendenti pagheranno tra 1.500 e 3.000 euro l’anno nelle zone a basso rischio, tra 3.000 e 6.000 euro nelle aree a medio rischio e tra 6.000 e 12.000 euro nelle zone ad alto rischio (come quelle sismiche o soggette a frequenti alluvioni).
  • Grandi imprese con più stabilimenti e una maggiore esposizione al rischio potrebbero superare i 30.000 euro annui di premio assicurativo.

Un aspetto importante riguarda le franchigie, che non potranno superare il 15% del danno subito. Questo significa che, in caso di sinistro, l’impresa dovrà comunque coprire una parte delle perdite.

Esempio pratico: se un’azienda subisce danni per 500.000 euro a causa di un’alluvione, con una polizza che copre l’85% del danno, l’impresa dovrà comunque sostenere un esborso diretto di 75.000 euro.

Le incertezze sul mercato assicurativo

Nonostante l’avvicinarsi della scadenza dell’obbligo, la regolamentazione del mercato assicurativo non è ancora chiara. Le imprese non sanno con certezza quali saranno le tariffe finali e se le compagnie offriranno soluzioni equilibrate o se i prezzi saranno influenzati da fenomeni speculativi.

Inoltre, il mancato adeguamento comporta conseguenze pesanti. Le aziende che non stipuleranno la polizza non potranno accedere a contributi o sovvenzioni pubbliche, anche in caso di calamità. Questo potrebbe mettere a rischio molte imprese che, senza aiuti, potrebbero non riuscire a riprendersi dopo un evento distruttivo.

Conclusioni

L’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro i danni da calamità naturali rappresenta una misura di tutela per le imprese ma al tempo stesso un costo significativo. Il problema principale resta l’incertezza normativa e la mancanza di chiarezza sulle tariffe e sulle condizioni assicurative.

Se da un lato la norma riduce il rischio finanziario in caso di catastrofi, dall’altro impone un onere economico non indifferente, specialmente per le piccole e medie imprese. Il possibile slittamento della scadenza potrebbe offrire alle aziende più tempo per adeguarsi, ma resta da vedere come il mercato assicurativo reagirà a questa nuova imposizione.

In sintesi

IN SINTESI


Qual è la novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2024? Dal 31 marzo 2025, tutte le imprese italiane saranno obbligate a sottoscrivere una polizza assicurativa contro i danni causa da calamità naturali come terremoti, alluvioni e frane. L’obiettivo è ridurre il ricorso ai fondi pubblici e garantire maggiore stabilità economica alle aziende.


Quali beni devono essere coperti dall’assicurazione? L’obbligo riguarda i beni materiali iscritti nell’attivo dello stato patrimoniale dell’azienda, tra cui:

  • Terreni e fabbricati destinati all’attività aziendale
  • Impianti e macchinari utilizzati per la produzione
  • Attrezzature industriali e commerciali

Chi è soggetto a questo obbligo? L’obbligo si applica a tutte le imprese con sede legale in Italia ea quelle estere con una organizzazione stabile nel Paese, regolarmente iscritte al Registro delle Imprese. Sono escluse le imprese agricole, che continuano a rientrare nella normativa specifica del Fondo mutualistico nazionale, e le imprese con immobili abusivi.


Quali sono le conseguenze per chi non si adegua? Le imprese che non stipulano l’assicurazione non saranno soggette a sanzioni dirette, ma non potranno accedere a fondi pubblici, contributi o agevolazioni in caso di calamità naturale. Questo potrebbe comportare difficoltà economiche nel fronteggiare eventuali danni.


Quanto costerà la polizza assicurativa? I costi varieranno in base alla dimensione dell’impresa e al livello di rischio dell’area geografica:

  • PMI : da 1.500 a 12.000 euro annui, la seconda del rischio della zona
  • Grandi imprese : oltre 30.000 euro annui

Le franchigie non potranno superare il 15% del danno subito, il che significa che una parte dei costi rimarrà comunque a carico dell’azienda.


Quali sono le incertezze ancora presenti? La normativa non è ancora pienamente operativa poiché manca il decreto attuativo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che dovrà definire le precise modalità di applicazione. Inoltre, resta l’incognita sui costi effettivi delle polizze e sul rischio di speculazioni da parte delle compagnie assicurative.

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