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Bonus Mezzogiorno per agricoltura, pesca e acquacoltura: pubblicato il provvedimento attuativo

17 Ottobre, 2024

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il provvedimento attuativo che estende il cosiddetto “Bonus Mezzogiorno” al settore primario, aprendo nuove e promettenti prospettive per le imprese agricole, della pesca e dell‘acquacoltura.

Il contesto normativo e le novità legislative

Il 15 ottobre 2024, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha emanato il Provvedimento 387400/2024, un documento di fondamentale importanza che introduce il modello di Comunicazione per accedere al credito d’imposta previsto dalla legge 208/2015 (art. 1, commi 98-108). Questa agevolazione è destinata agli investimenti effettuati nel corso del 2023 nelle regioni del Sud Italia. L’estensione di questo beneficio al settore primario è stata resa possibile dal Decreto Legge 63/2024 (art. 1, comma 8), che ha sapientemente allargato la platea dei beneficiari, includendo per la prima volta le imprese del settore primario.

Questa mossa legislativa rappresenta un cambiamento significativo nella politica di sostegno alle imprese del Mezzogiorno, riconoscendo l’importanza strategica del settore primario nell‘economia delle regioni meridionali. L’inclusione di agricoltura, pesca e acquacoltura nel novero dei settori beneficiari del Bonus Mezzogiorno è un chiaro segnale dell‘attenzione del legislatore verso questi comparti produttivi, spesso considerati il cuore pulsante dell‘economia locale in molte aree del Sud Italia.

I destinatari dell’agevolazione e le aree geografiche coinvolte

Il bonus è rivolto specificamente alle imprese che operano nella produzione primaria di prodotti agricoli, nella pesca e nell’acquacoltura. È di fondamentale importanza sottolineare che queste aziende devono essere titolari di reddito d’impresa, un requisito che esclude le attività agricole condotte in forma non imprenditoriale.

Gli investimenti agevolabili devono essere destinati a strutture produttive situate nelle zone assistite di diverse regioni del Mezzogiorno. Queste includono Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise nella loro interezza, oltre ad alcune aree specifiche dell’Abruzzo. La delimitazione precisa di queste zone è definita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027, un documento che identifica le aree in cui gli aiuti di Stato a finalità regionale possono essere concessi in conformità con le norme dell’Unione Europea.

Questa scelta geografica non è casuale, ma riflette la volontà di concentrare gli sforzi di sviluppo nelle aree che più necessitano di stimoli economici e investimenti. Le regioni del Mezzogiorno, infatti, hanno storicamente sofferto di un divario economico rispetto al resto del paese, e misure come questa mirano a colmare tale gap promuovendo lo sviluppo locale.

La tipologia di investimenti agevolabili

L’agevolazione riguarda l’acquisizione di beni strumentali nuovi, un aspetto che merita un’attenzione particolare. Per “beni strumentali nuovi” si intendono quei beni mai utilizzati prima, acquistati direttamente dal produttore o dal rivenditore. Questi beni devono essere collegati a progetti di investimento iniziale, il che significa che devono essere funzionali all’avvio di una nuova attività, all’ampliamento di un’attività esistente, alla diversificazione della produzione o a un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo.

Il periodo di riferimento per questi acquisti è ben definito: i beni devono essere stati acquistati nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023. Questo arco temporale annuale offre alle imprese un’ampia finestra per pianificare e realizzare i loro investimenti.

Per determinare il momento esatto dell’investimento, aspetto cruciale ai fini dell’agevolazione, si applicano le regole stabilite dall’articolo 109, commi 1 e 2, del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). In base a queste norme, i costi si considerano sostenuti alla data di consegna o spedizione per i beni mobili, o alla data di stipulazione dell’atto per gli immobili. Nel caso di prestazioni di servizi, il momento rilevante è quello in cui le prestazioni sono ultimate.

Le risorse stanziate e il calcolo del credito

Il governo ha stanziato una somma considerevole di 90 milioni di euro per finanziare questa misura. Tuttavia, l’importo effettivo del credito d’imposta fruibile da ciascuna impresa non è predeterminato, ma sarà calcolato in base a una percentuale che verrà comunicata dall’Agenzia delle Entrate.

Questa percentuale sarà il risultato di un calcolo preciso: il rapporto tra il limite complessivo di spesa (90 milioni di euro) e l’ammontare totale dei crediti richiesti da tutte le imprese partecipanti. Questo meccanismo assicura una distribuzione equa delle risorse disponibili tra tutti i richiedenti, evitando che l’esaurimento precoce dei fondi possa escludere alcune imprese dal beneficio.

La procedura e le tempistiche per la richiesta

Le imprese interessate avranno un mese di tempo, dal 17 ottobre al 18 novembre 2024, per inviare telematicamente la Comunicazione denominata “CIMAGRICOLTURA23”. Questo periodo di un mese è stato calibrato per dare alle imprese il tempo necessario per preparare la documentazione richiesta, senza tuttavia dilatare eccessivamente i tempi del processo.

È di cruciale importanza rispettare questa scadenza, poiché le domande inviate oltre il termine saranno automaticamente respinte, senza possibilità di appello. Questo rigore nelle tempistiche è necessario per garantire una gestione efficiente e tempestiva delle richieste.

L’Agenzia delle Entrate si impegna a fornire, entro cinque giorni dall’invio, una ricevuta che conferma la presa in carico della domanda o ne comunica l’eventuale rifiuto, specificandone i motivi. Questa rapida risposta permette alle imprese di avere un feedback immediato sulla loro richiesta e, in caso di rifiuto, di comprenderne le ragioni.

Le modalità di utilizzo del credito

Una volta ottenuto, il credito d’imposta potrà essere utilizzato esclusivamente in compensazione, secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 241/1997 (art. 17). Questo significa che le imprese potranno utilizzare il credito per ridurre i propri debiti fiscali o contributivi, compensandoli con il credito ottenuto.

L’utilizzo sarà possibile a partire dal giorno lavorativo successivo alla pubblicazione del provvedimento che stabilisce l’entità del credito. Questa tempistica rapida permette alle imprese di beneficiare immediatamente del credito ottenuto, senza dover attendere lunghi periodi.

È importante notare che per i crediti superiori a 150.000 euro, l’utilizzo è subordinato alle verifiche antimafia previste dal Decreto Legislativo 159/2011. Questa misura di sicurezza è volta a prevenire l’utilizzo improprio di fondi pubblici e a garantire la legalità nell’erogazione degli incentivi. In questi casi, l’Agenzia delle Entrate comunicherà esplicitamente l’autorizzazione all’utilizzo del credito, una volta accertata l’assenza di motivi ostativi.

Conclusione

Questa estensione del Bonus Mezzogiorno rappresenta un’importante opportunità per il rilancio del settore primario nelle regioni meridionali. Le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura hanno ora la possibilità di beneficiare di un sostegno concreto per i loro investimenti, contribuendo così allo sviluppo economico delle aree interessate.

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