Dopo un’attesa durata oltre cinque anni, il bonus TARI diventa finalmente realtà. Dal 2025 le famiglie con ISEE basso potranno beneficiare di uno sconto automatico del 25% sulla tassa dei rifiuti, senza necessità di presentare domanda. Il decreto attuativo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 marzo 2025, stabilisce requisiti e modalità di accesso a questa agevolazione, pensata per sostenere i nuclei familiari in condizioni economiche disagiate. Lo sconto sarà riconosciuto automaticamente a chi ha un ISEE fino a 9.530 euro (soglia che sale a 20.000 euro per famiglie numerose), con un meccanismo simile a quello già operativo per le bollette di luce e gas. Ma c’è un aspetto controverso: il finanziamento dell’agevolazione ricadrà su tutti gli utenti, inclusi i beneficiari stessi, attraverso una componente perequativa che sarà applicata uniformemente su tutto il territorio nazionale.
L’arrivo del decreto attuativo: una lunga attesa finalmente conclusa
La storia del bonus TARI inizia nel lontano 2019, quando il Decreto Legge Fiscale n. 124/2019, collegato alla Legge di Bilancio 2020, ne prevedeva l’introduzione. Nonostante le buone intenzioni del legislatore, questa misura è rimasta per anni solo sulla carta, in assenza delle disposizioni attuative necessarie per renderla operativa.
Il 13 marzo 2025 segna quindi una data importante: la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DPCM n. 24/2025 del 21 gennaio 2025, che contiene il regolamento con le modalità applicative dell’agevolazione sulla tassa rifiuti per le famiglie in difficoltà economica.
Questo lungo ritardo nell’attuazione della norma, probabilmente, è stato causato anche dalle complessità legate al meccanismo di finanziamento dell’agevolazione, che come vedremo presenta alcuni aspetti paradossali.
Chi può beneficiare dello sconto: i requisiti ISEE
Come per altre agevolazioni sociali, anche per il bonus TARI automatico il parametro fondamentale è l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Il decreto stabilisce due soglie:
- ISEE fino a 9.530 euro per la generalità delle famiglie;
- ISEE fino a 20.000 euro per i nuclei familiari con almeno quattro figli a carico.
Questa impostazione riprende sostanzialmente i criteri già applicati per il bonus sociale sulle bollette di energia elettrica e gas, creando un sistema uniforme di sostegno alle famiglie in condizioni di disagio economico.
Il bonus sarà riconosciuto su un’unica fornitura di servizio di gestione integrato dei rifiuti urbani, intestata a uno dei componenti del nucleo familiare ISEE. Questo significa che, nel caso di più abitazioni intestate a membri della stessa famiglia, l’agevolazione potrà essere applicata a una sola utenza.
A quanto ammonta lo sconto e come funziona
Il valore del bonus TARI è fissato al 25% della tassa rifiuti dovuta o della tariffa corrispettiva per il servizio di gestione integrato dei rifiuti urbani.
La normativa prevede anche una soluzione per i casi in cui i gestori del servizio non siano accreditati al sistema SGAte (Sistema di Gestione delle Agevolazioni sulle Tariffe Energetiche). In questa circostanza, il calcolo dello sconto applicabile sarà effettuato sulla base della spesa media nazionale per il servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani, ma l’importo spettante rimarrà comunque pari al 25%.
Per comprendere meglio l’impatto concreto di questa agevolazione, possiamo fare un esempio pratico: La famiglia Rossi, composta da 3 persone, vive in un appartamento di 80 mq in una città di medie dimensioni. La loro TARI annuale ammonta a 320 euro. Avendo un ISEE di 8.500 euro, rientrano nei parametri per ottenere il bonus TARI. Lo sconto applicato sarà di 80 euro (25% di 320 euro), riducendo così l’importo da pagare a 240 euro all’anno.
Procedura automatica: niente domande da presentare
Una delle caratteristiche più apprezzabili del bonus TARI automatico è la semplicità di accesso: non servirà presentare alcuna domanda. Dal 1° gennaio 2025, lo sconto sarà attribuito automaticamente agli utenti domestici che hanno presentato l’ISEE e che rientrano nei limiti previsti.
Questo meccanismo automatico, che alleggerisce il carico burocratico sui cittadini, sarà gestito attraverso una collaborazione tra ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), INPS e comuni. L’INPS comunicherà all’ARERA i dati delle famiglie aventi diritto, e i comuni saranno chiamati a riconoscere lo sconto direttamente sui bollettini della TARI.
Le procedure operative dettagliate sono ancora in fase di definizione, ma è presumibile che seguiranno lo schema già collaudato per il bonus sociale sulle bollette energetiche, in vigore da qualche anno.
Il paradosso del finanziamento: chi paga il bonus?
Il decreto attuativo affronta anche il tema cruciale del finanziamento dell’agevolazione, e qui emerge un aspetto quantomeno singolare. Per coprire i costi derivanti dall’applicazione dello sconto per gli utenti con ISEE basso, l’ARERA dovrà prevedere un’apposita “componente perequativa”, che sarà applicata sia alle utenze domestiche che a quelle non domestiche.
In pratica, si tratta di un costo extra sulla TARI per tutti i contribuenti, che andrà ad alimentare il fondo destinato all’erogazione dell’agevolazione. Questa componente aggiuntiva dovrà rispettare alcuni principi:
- Proporzionalità rispetto al carico fiscale,
- Applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale,
- Meccanismi di aggiornamento certi e trasparenti.
Ed ecco che emerge quello che potremmo definire un paradosso: il bonus TARI sarà in parte finanziato anche da chi ne potrà beneficiare. Le famiglie con ISEE basso, da un lato riceveranno uno sconto del 25% sulla tassa, ma dall’altro contribuiranno, seppur in misura proporzionalmente ridotta, al finanziamento della misura stessa.
Ad esempio, la famiglia Verdi ha un ISEE di 7.000 euro e paga 280 euro di TARI all’anno. Grazie al bonus otterrà uno sconto di 70 euro (25% di 280). Tuttavia, sulla sua bolletta sarà applicata anche la componente perequativa per finanziare il bonus, ipotizziamo di 5 euro. Il risparmio effettivo sarà quindi di 65 euro (70 euro di sconto meno 5 euro di componente perequativa).
È probabile che proprio questa complessità nel meccanismo di finanziamento abbia contribuito al ritardo nell’adozione del decreto attuativo, rimasto “nel cassetto” per oltre cinque anni.
L’impatto sui comuni e sul sistema di gestione dei rifiuti
L’introduzione del bonus TARI automatico avrà ripercussioni anche sul sistema di gestione dei rifiuti a livello comunale. I comuni, infatti, saranno chiamati a rivedere i propri regolamenti TARI per integrare le nuove disposizioni e ad adeguare i sistemi informatici per la gestione automatica delle agevolazioni.
La misura si inserisce nel quadro più ampio delle politiche di sostegno alle famiglie in difficoltà economica, ma solleva interrogativi sulla sostenibilità del sistema di finanziamento dei servizi pubblici locali. Se da un lato l’agevolazione risponde a un’esigenza di equità sociale, dall’altro il meccanismo di finanziamento attraverso una componente perequativa a carico di tutti gli utenti potrebbe generare malcontento, soprattutto tra le categorie di contribuenti che si trovano appena al di sopra delle soglie ISEE previste.
In sintesi
IN SINTESI Qual è la novità principale del bonus TARI automatico 2025? Dal 2025 le famiglie con ISEE basso riceveranno automaticamente uno sconto del 25% sulla tassa rifiuti, senza necessità di presentare domanda. Quando è stato ufficializzato il provvedimento? Il decreto attuativo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 marzo 2025, dopo oltre cinque anni di attesa. Chi può beneficiare dello sconto? Le famiglie con un ISEE fino a 9.530 euro e, per i nuclei con almeno quattro figli, fino a 20.000 euro. Come viene calcolato lo sconto? L’importo è pari al 25% della tassa rifiuti dovuta o della tariffa corrispettiva per il servizio di gestione integrato dei rifiuti urbani. Come verrà applicato il bonus? Il riconoscimento sarà automatico per gli utenti domestici che hanno presentato l’ISEE, con la gestione affidata ad ARERA, INPS e comuni. Chi finanzia il bonus? Il costo dell’agevolazione sarà coperto da una “componente perequativa” applicata su tutte le bollette TARI, quindi anche dai beneficiari stessi, seppur in misura ridotta. Quali impatti avrà sui comuni? I comuni dovranno aggiornare i regolamenti e i sistemi informatici per integrare il nuovo meccanismo di sconto automatico. Quali sono le criticità del provvedimento? Il finanziamento del bonus grava su tutti gli utenti, inclusi i beneficiari, e potrebbe generare malcontento tra chi si trova appena sopra le soglie ISEE previste. |