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Certificazione credito d’imposta 5.0: le spese sono ora ammissibili

14 Febbraio, 2025

Il credito d’imposta 5.0 si conferma una delle agevolazioni fiscali più innovative e vantaggiose per le imprese italiane impegnate in investimenti tecnologici, energetici e digitali. Tra le ultime novità introdotte dal legislatore, spicca la possibilità di includere tra le spese agevolabili quelle relative alla certificazione obbligatoria, necessaria per accedere al beneficio. Questa modifica segna un passo importante verso la semplificazione, soprattutto per le piccole e medie imprese, spesso frenate dai costi e dalla complessità delle procedure.

Cosa prevede la normativa per le spese di certificazione

Le spese per la certificazione obbligatoria sono state rese ammissibili al credito d’imposta grazie all’art. 15, comma 6, del D.M. 25 luglio 2023. La norma stabilisce che i costi sostenuti per certificare gli investimenti effettuati, fino a un massimo di 5.000 euro per periodo d’imposta, possono essere inclusi tra le spese agevolabili.

Ma cosa si intende esattamente per “spese di certificazione”? Si tratta dei costi necessari per ottenere una dichiarazione ufficiale, rilasciata da un organismo accreditato, che attesti la conformità dell’investimento agli standard tecnici o normativi richiesti per accedere al beneficio fiscale.

Esempio pratico: Un’azienda investe 100.000 euro in un nuovo sistema di automazione industriale. Per accedere al credito d’imposta, deve dimostrare che il macchinario rispetti i requisiti tecnici previsti dalla legge (ad esempio, che sia un bene strumentale 4.0). I costi per l’organismo di certificazione, pari a 3.500 euro, saranno interamente deducibili entro il limite fissato dalla normativa.

Requisiti per rendere le spese di certificazione ammissibili

Perché le spese di certificazione siano considerate ammissibili, è necessario rispettare alcuni requisiti fondamentali:

  • Certificazione obbligatoria e specifica: Le spese devono riguardare una certificazione richiesta dalle normative di legge o dai regolamenti tecnici per accedere al credito d’imposta. Non sono ammissibili certificazioni generiche o non pertinenti agli investimenti agevolabili.
  • Organismi accreditati: La certificazione deve essere rilasciata da enti o professionisti accreditati, come previsto dalla normativa UNI CEI EN ISO/IEC 17065. Questo garantisce che il processo di valutazione sia autorevole e riconosciuto ufficialmente.
  • Documentazione comprovante: Le imprese devono conservare tutta la documentazione relativa alle spese sostenute, inclusi contratti, fatture e relazioni tecniche, da esibire in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Esempio pratico: Una PMI che installa un sistema di monitoraggio energetico deve ottenere una certificazione che attesti la conformità dell’impianto agli standard ISO 50001. Il costo della certificazione, pari a 4.800 euro, sarà integralmente ammissibile al credito d’imposta, purché rilasciato da un ente accreditato.

Limiti e vantaggi per le imprese

Il tetto massimo fissato per le spese di certificazione è pari a 5.000 euro per periodo d’imposta. Questo limite rappresenta un compromesso tra la necessità di supportare le imprese e quella di mantenere sostenibile l’agevolazione a livello di finanza pubblica.

Per le imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, si tratta di un vantaggio rilevante. La deduzione delle spese di certificazione riduce i costi complessivi legati all’agevolazione e semplifica l’accesso al credito d’imposta, incoraggiando gli investimenti indispensabili per la transizione tecnologica ed ecologica.

Esempio pratico: Un’impresa del settore tessile investe in macchinari 4.0 per la produzione automatizzata, sostenendo un costo di 120.000 euro. Per accedere al credito d’imposta, deve certificare la conformità dei macchinari con i requisiti tecnici previsti. Il costo della certificazione, pari a 5.000 euro, sarà interamente deducibile, riducendo così l’impegno economico complessivo.

La semplificazione per le PMI

L’introduzione della deducibilità delle spese di certificazione è stata pensata soprattutto per le piccole e medie imprese, che spesso non hanno risorse sufficienti per coprire gli oneri amministrativi e tecnici legati agli incentivi fiscali. La misura si inserisce in un più ampio progetto di semplificazione che mira a rendere il credito d’imposta più accessibile e meno gravoso sul piano operativo.

Ad esempio, per investimenti di importo inferiore a 300.000 euro, non è più necessario presentare una perizia tecnica asseverata, ma è sufficiente la certificazione rilasciata da un ente accreditato. Questo riduce significativamente i costi e i tempi di gestione della pratica.17

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