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Compliance potenziata per gli incassi Pos non dichiarati nel 2023

13 Settembre, 2024

L’Agenzia delle Entrate ha annunciato un potenziamento della compliance fiscale relativa ai presunti incassi Pos non dichiarati per l’anno d’imposta 2023. Le nuove lettere di compliance saranno inviate solo dopo un’approfondita analisi dei dati, resa più efficiente grazie al continuo confronto con gli operatori finanziari che hanno il compito di trasmettere all’amministrazione finanziaria il dettaglio di tutte le transazioni effettuate con mezzi tracciati da commercianti e professionisti.

Il flop delle lettere di compliance del 2022

Questa novità arriva dopo il flop delle lettere di compliance inviate massivamente nell’ottobre e novembre 2023 relative all’anno d’imposta 2022. In quel caso, i calcoli del fisco esposti nelle lettere presentavano marcati errori, con incassi Pos in alcuni casi duplicati o triplicati rispetto a quelli effettivamente realizzati dai contribuenti. L’Agenzia delle Entrate fu costretta ad annullare massivamente le comunicazioni, attribuendo la responsabilità dell’errore ad alcuni operatori finanziari che avevano trasmesso in maniera errata i dati delle transazioni.

Il confronto continuo con gli operatori finanziari

Per evitare di ripetere gli errori del passato, l’Agenzia delle Entrate ha avviato un continuo confronto tecnico con gli operatori finanziari, al fine di rendere più performanti le lettere di compliance attraverso un’attenta valutazione della qualità dei dati. Grazie a questa nuova “attenta analisi”, sono state rivalutate ed eventualmente riemesse le comunicazioni per segnalare le anomalie relative all’anno d’imposta 2022. A partire dallo scorso luglio, l’Agenzia ha inviato le segnalazioni in maniera mirata ai soggetti “selezionati” che risultano potenzialmente avere uno scostamento tra dichiarato e incassato con pagamento elettronico.

Come funziona la compliance fiscale sui Pos

Le lettere di compliance sono generate grazie all’incrocio dei dati delle fatture elettroniche e degli scontrini telematici emessi con quelli inviati dagli operatori finanziari. Questi ultimi hanno l’obbligo di trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati identificativi degli strumenti di pagamento elettronico messi a disposizione degli esercenti, nonché l’importo complessivo delle transazioni giornaliere effettuate mediante gli stessi strumenti.

I contribuenti che ricevono la segnalazione hanno la possibilità di richiedere informazioni o segnalare all’Agenzia delle Entrate eventuali elementi, fatti e circostanze dalla stessa non conosciuti, al fine di evitare l’accertamento. Questa operazione può essere effettuata anche mediante commercialisti e altri intermediari, come previsto dal provvedimento numero 352652/2023 del 3 ottobre 2023 contenente le disposizioni di attuazione di questa tipologia di compliance.

Esempi pratici di anomalie rilevate

Supponiamo che un commerciante abbia dichiarato nel 2023 incassi Pos per 100.000 euro, ma dai dati trasmessi dagli operatori finanziari risulti un totale di transazioni effettuate con pagamento elettronico pari a 150.000 euro. In questo caso, l’Agenzia delle Entrate invierà una lettera di compliance al commerciante, segnalando la discrepanza di 50.000 euro tra quanto dichiarato e quanto risultante dai dati dei Pos.Il commerciante avrà quindi la possibilità di fornire eventuali elementi non conosciuti dal fisco, come ad esempio la presenza di transazioni effettuate con Pos di proprietà di terzi (es. piattaforme di food delivery) o di importi relativi a transazioni poi stornate o rimborsate. In questo modo, potrà evitare l’accertamento fiscale e regolarizzare la propria posizione mediante il ravvedimento operoso, beneficiando di sanzioni ridotte.

Un altro esempio potrebbe riguardare un professionista che abbia emesso fatture elettroniche per 80.000 euro nel 2023, ma dai dati dei Pos risultino incassi per 120.000 euro. Anche in questo caso, l’Agenzia invierà una lettera di compliance per segnalare la discrepanza di 40.000 euro, dando al professionista la possibilità di fornire eventuali elementi non conosciuti e regolarizzare la propria posizione.

Conclusioni

In conclusione, il potenziamento della compliance fiscale sui presunti incassi Pos non dichiarati per l’anno d’imposta 2023 rappresenta un passo avanti nella lotta all’evasione fiscale. Grazie al continuo confronto con gli operatori finanziari e all’attenta analisi dei dati, l’Agenzia delle Entrate punta a rendere più efficaci le lettere di compliance, evitando gli errori del passato e mirando in maniera più precisa ai soggetti potenzialmente a rischio di evasione.

Resta fondamentale, per i contribuenti che ricevono la segnalazione, la possibilità di fornire all’Agenzia eventuali elementi non conosciuti, al fine di evitare l’accertamento fiscale e regolarizzare la propria posizione mediante il ravvedimento operoso, beneficiando così di sanzioni ridotte.

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