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Concordato preventivo biennale: le novità introdotte dall’approvazione del decreto correttivo

29 Luglio, 2024

Il panorama fiscale italiano si arricchisce di una novità significativa con l’approvazione del decreto correttivo alla riforma fiscale da parte del Consiglio dei Ministri del 26 luglio 2024. Il provvedimento introduce modifiche sostanziali al concordato preventivo biennale, trasformandolo in uno strumento più appetibile per i contribuenti. Questa evoluzione normativa mira a semplificare il rapporto tra fisco e contribuenti, incentivando la compliance fiscale attraverso un sistema di tassazione più vantaggioso per chi dimostra affidabilità. Analizziamo nel dettaglio le novità introdotte e le loro implicazioni per professionisti e imprese.

Il nuovo volto del concordato preventivo biennale

Il concordato preventivo biennale, introdotto inizialmente dal D.Lgs. 13/2024, subisce una trasformazione significativa. La modifica più rilevante riguarda l’introduzione di un regime di tassazione opzionale applicabile al reddito incrementale concordato. Questo nuovo approccio prevede aliquote che variano dal 10% al 15%, calibrate in base all’affidabilità fiscale del contribuente.

Il meccanismo di calcolo del reddito concordato rimane invariato, basandosi sui criteri stabiliti dai decreti ministeriali del 14 giugno e 15 luglio 2024. Tuttavia, la vera innovazione risiede nella possibilità di optare per una tassazione sostitutiva più vantaggiosa sulla differenza tra il reddito del 2023 e quello stimato per i periodi d’imposta oggetto di concordato.

La flat tax graduata: premiare l’affidabilità fiscale

Il nuovo sistema introduce tre aliquote di flat tax, correlate al punteggio ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale) del contribuente:

  • 10% per contribuenti con punteggio ISA tra 8 e 10
  • 12% per contribuenti con punteggio ISA di 6 o 7
  • 15% per contribuenti con punteggio ISA di 5 o inferiore

Questa struttura graduata non solo rende il concordato preventivo biennale più attraente, ma introduce anche un elemento di equità fiscale, premiando i contribuenti più affidabili con aliquote più favorevoli.

Esempio pratico

Per comprendere meglio il funzionamento di questo nuovo meccanismo, consideriamo il caso di un architetto libero professionista. Nel 2023, l’architetto ha dichiarato un reddito di 60.000 euro e ha ottenuto un punteggio ISA di 8,5. Supponiamo che il reddito concordato per il 2024 sia stimato in 75.000 euro.

In questo scenario, l’incremento di 15.000 euro sarebbe soggetto all’aliquota del 10%, anziché all’aliquota marginale IRPEF che, considerando il reddito complessivo, potrebbe essere significativamente più elevata. Questo si traduce in un risparmio fiscale considerevole per il professionista, incentivandolo a aderire al concordato e a mantenere un’elevata affidabilità fiscale.

Nuove cause di cessazione del concordato

Il decreto correttivo non si limita a introdurre vantaggi fiscali, ma rivede anche le condizioni che possono portare alla cessazione del concordato preventivo biennale. In particolare, vengono introdotte due nuove cause di interruzione dell’accordo:

  • Per i soggetti ISA: se il contribuente dichiara ricavi o compensi superiori del 50% rispetto al limite previsto per l’applicazione degli ISA (circa 7,5 milioni di euro).
  • Per i contribuenti in regime forfetario: se vengono dichiarati ricavi o compensi superiori del 50% rispetto al limite previsto per il regime forfetario (150.000 euro, considerando la soglia dei 100.000 euro il cui superamento determina l’uscita dal regime già nell’anno in corso).

Queste disposizioni mirano a garantire che il concordato rimanga uno strumento adatto alle realtà imprenditoriali e professionali di dimensioni medio-piccole, per le quali è stato originariamente concepito.

Implicazioni per i contribuenti

L’introduzione di queste modifiche al concordato preventivo biennale comporta diverse implicazioni per i contribuenti:

  • Maggiore convenienza fiscale: La possibilità di applicare aliquote ridotte sul reddito incrementale rende il concordato un’opzione particolarmente vantaggiosa, soprattutto per chi prevede una crescita del proprio reddito nei prossimi anni.
  • Incentivo all’affidabilità fiscale: La graduazione delle aliquote in base al punteggio ISA incoraggia i contribuenti a migliorare la propria posizione fiscale per beneficiare di aliquote più favorevoli.
  • Pianificazione fiscale: I professionisti e le imprese potranno effettuare una pianificazione fiscale più accurata, valutando i potenziali vantaggi dell’adesione al concordato in relazione alle proprie prospettive di crescita.
  • Attenzione ai limiti di ricavi e compensi: I contribuenti dovranno monitorare attentamente i propri ricavi o compensi per evitare di superare le soglie che determinerebbero la cessazione del concordato.

Conclusioni

Il nuovo assetto del concordato preventivo biennale rappresenta un significativo passo avanti nella semplificazione e nell’ottimizzazione del rapporto tra fisco e contribuenti. L’introduzione di aliquote ridotte e graduate in base all’affidabilità fiscale crea un sistema che premia la trasparenza e la correttezza, offrendo al contempo vantaggi concreti ai contribuenti.

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