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Concordato preventivo biennale: novità e modalità calcolo degli acconti per i forfettari

9 Luglio, 2024

Il concordato preventivo biennale rappresenta una delle novità più rilevanti introdotte dalla recente riforma fiscale. Si tratta di un accordo tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate che permette di definire in anticipo il reddito imponibile per i successivi due anni. Recentemente, il Governo ha apportato alcune modifiche significative a questo istituto, in particolare per quanto riguarda il calcolo degli acconti d’imposta. In questo articolo, analizzeremo nel dettaglio le nuove disposizioni, con un focus particolare sui contribuenti in regime forfettario, cercando di spiegare in modo semplice e chiaro i concetti fondamentali e le implicazioni pratiche di queste novità fiscali.

Il concordato preventivo biennale: cos’è e come funziona

Il concordato preventivo biennale è uno strumento fiscale introdotto con la recente riforma tributaria. Esso consente ad imprese e professionisti di accordarsi preventivamente con l’Agenzia delle Entrate sul reddito imponibile per i due anni successivi. Questo meccanismo offre maggiore certezza fiscale e semplifica gli adempimenti, riducendo il rischio di contestazioni future.Per aderire al concordato, il contribuente deve accettare una proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate, basata sui dati delle dichiarazioni degli anni precedenti e su altre informazioni in possesso del Fisco. Una volta accettata la proposta, il reddito concordato diventa vincolante per il biennio successivo, a meno che non si verifichino determinate condizioni che possono portare alla decadenza dell’accordo.

Le novità introdotte dal decreto correttivo

Il 20 giugno 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto correttivo che apporta diverse modifiche al concordato preventivo biennale. Le principali novità riguardano:

  • Il calcolo degli acconti d’imposta
  • Le scadenze per l’adesione al concordato
  • Nuove cause di esclusione dal regime

Analizziamo nel dettaglio queste modifiche.

Il nuovo metodo di calcolo degli acconti

Una delle novità più rilevanti riguarda il calcolo degli acconti d’imposta per chi aderisce al concordato. Il decreto introduce un metodo alternativo che si affianca a quello già previsto. Vediamo le due opzioni:

Metodo originario:

  • Il primo acconto si calcola sul reddito dichiarato per l’anno precedente
  • Il secondo acconto si determina “riliquidando” virtualmente la dichiarazione dell’anno precedente, sostituendo il reddito dichiarato con quello concordato

Nuovo metodo alternativo:

  • Entrambi gli acconti si calcolano sul reddito dell’anno precedente (metodo storico)
  • Si aggiunge una maggiorazione calcolata sulla differenza tra il reddito concordato e quello dichiarato l’anno precedente

La percentuale di maggiorazione varia in base al tipo di imposta e di contribuente:

  • 15% per le imposte dirette
  • 3% per l’IRAP
  • 12% per i contribuenti in regime forfettario
  • 4% per i forfettari start-up

Esempio pratico per un contribuente forfettario

Immaginiamo un professionista in regime forfettario che nel 2023 ha dichiarato un reddito di 36.000 euro, con oneri deducibili per 8.000 euro. Per il 2024, accetta un concordato che prevede un reddito di 38.000 euro.

Calcolo con il metodo originario:

  1. Primo acconto: 2.100 euro (basato sul reddito 2023)
  2. Secondo acconto: 2.400 euro (ricalcolato sul reddito concordato 2024)

Calcolo con il nuovo metodo alternativo:

  1. Primo acconto: 2.100 euro (invariato)
  2. Secondo acconto: 2.100 euro (basato sul reddito 2023)
  3. Maggiorazione: 240 euro (12% della differenza tra reddito concordato e dichiarato)

Totale secondo acconto con nuovo metodo: 2.340 euro

Come si può notare, in questo caso specifico il nuovo metodo risulta leggermente più vantaggioso per il contribuente.

Nuove scadenze per l’adesione al concordato

Il decreto correttivo modifica anche il calendario delle scadenze relative al concordato:

  • Per i contribuenti forfettari, l’invio dei dati per l’elaborazione della proposta slitta al 15 luglio 2024
  • La scadenza ultima per l’adesione al concordato viene posticipata al 31 ottobre 2024
  • Il termine per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi e IRAP viene spostato al 31 ottobre
  • Viene concessa la possibilità di versare il saldo e il primo acconto delle imposte con una maggiorazione dello 0,40% entro il 30 agosto

Queste modifiche offrono più tempo ai contribuenti per valutare l’adesione al concordato e per adempiere agli obblighi fiscali correlati.

Cause di esclusione e decadenza dal concordato

Il decreto introduce anche nuove cause di esclusione dal concordato preventivo biennale, rafforzando i requisiti di accesso e permanenza nel regime. Sebbene i dettagli specifici non siano ancora stati resi noti, è probabile che queste misure mirino a garantire una maggiore equità fiscale e a prevenire possibili abusi dello strumento.

Conclusioni

Le modifiche apportate al concordato preventivo biennale rappresentano un tentativo di rendere questo strumento più flessibile e adatto alle diverse esigenze dei contribuenti. L’introduzione di un metodo alternativo per il calcolo degli acconti offre maggiori opzioni, permettendo di scegliere la soluzione più vantaggiosa. Allo stesso tempo, le nuove scadenze concedono più tempo per valutare l’adesione e adempiere agli obblighi fiscali.È importante sottolineare che, nonostante queste novità, il concordato preventivo biennale rimane uno strumento complesso che richiede un’attenta valutazione. I contribuenti, soprattutto quelli in regime forfettario, dovrebbero considerare attentamente i pro e i contro dell’adesione, possibilmente consultando un professionista per analizzare la propria situazione specifica.

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