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Concordato preventivo biennale: una nuova sfida per i forfetari fuoriusciti dal regime agevolato

31 Agosto, 2024

Il panorama fiscale italiano si arricchisce di una nuova opportunità per i contribuenti: il concordato preventivo biennale (CPB). Questo strumento, introdotto con il decreto correttivo della riforma fiscale (D.Lgs. n. 108/2024) entrato in vigore il 6 agosto 2024, apre nuove prospettive per la pianificazione fiscale, ma porta con sé anche alcune complessità interpretative, soprattutto per quanto riguarda i contribuenti in regime forfetario che hanno superato le soglie di ricavi nel 2023.

Il nodo del superamento delle soglie di ricavi

Una delle questioni più delicate riguarda la possibilità di aderire al CPB per i contribuenti forfetari che hanno superato i limiti di ricavi o compensi nel corso del 2023. La legge di Bilancio 2023 ha introdotto importanti modifiche al regime forfetario, innalzando la soglia massima di ricavi o compensi da 65.000 a 85.000 euro e introducendo una nuova causa di cessazione del regime al superamento dei 100.000 euro.

Superamento della soglia di 85.000 euro: un ostacolo all’adesione

Il decreto del MEF del 15 luglio 2024 ha chiarito che i contribuenti forfetari che hanno superato la soglia di 85.000 euro di ricavi o compensi nel 2023 non possono accedere al concordato preventivo biennale. Questi soggetti, infatti, passano al regime ordinario nel 2024 e non rientrano tra i beneficiari dell’istituto secondo quanto stabilito dalla normativa.

Il caso particolare del superamento dei 100.000 euro

La situazione si presenta diversa per chi ha superato la soglia dei 100.000 euro nel 2023. In questo caso, la fuoriuscita dal regime forfetario è immediata e si applica il regime ordinario di tassazione per l’intera annualità 2023. Sorprendentemente, questi contribuenti sembrano poter accedere al CPB, a differenza di coloro che hanno superato solo la soglia degli 85.000 euro.

Applicabilità degli ISA e accesso al concordato

La chiave per comprendere questa apparente incongruenza risiede nell’applicabilità degli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA). I contribuenti ex forfetari usciti dal regime nel 2023 per superamento della soglia dei 100.000 euro sono soggetti all’applicazione degli ISA per quell’anno, al pari degli altri contribuenti in regime ordinario. Non esistendo cause di esclusione specifiche per i contribuenti che cambiano regime nel corso dell’anno, questi soggetti rientrano tra coloro che possono accedere al CPB.

Implicazioni per l’adesione al concordato

Questa interpretazione apre la strada all’adesione al concordato preventivo biennale per i contribuenti ex forfetari che hanno superato i 100.000 euro nel 2023. A differenza dei forfetari che rimangono nel regime agevolato, questi contribuenti, se aderiscono al CPB, pattuiranno il loro livello di reddito sia per il 2024 che per il 2025, e non solo per un anno come previsto per i forfetari.

Un’eccezione da considerare

È importante notare un’eccezione a questa regola: se il contribuente che ha superato la soglia dei 100.000 euro ha anche iniziato l’attività nel 2023, l’accesso al concordato è precluso. Questo perché l’inizio attività rappresenta una causa di esclusione dagli ISA, che a sua volta impedisce l’accesso al concordato.

Conclusioni

Il concordato preventivo biennale introduce nuove opportunità ma anche complessità nel panorama fiscale italiano, soprattutto per i contribuenti forfetari o ex forfetari. La possibilità di accesso al CPB per chi ha superato la soglia dei 100.000 euro, ma non per chi ha superato solo gli 85.000 euro, crea una situazione paradossale che potrebbe richiedere ulteriori chiarimenti normativi.

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