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Contratto misto per il lavoro: autonomo forfettario e dipendente insieme

23 Settembre, 2024

Il panorama lavorativo italiano si arricchisce di una novità rivoluzionaria: il “contratto misto”. Questa innovativa formula, introdotta da un recente emendamento al decreto “lavoro”, permette di coniugare in modo inedito il lavoro autonomo con quello dipendente pressa la medesima azienda, aprendo scenari finora inesplorati e offrendo nuove opportunità sia ai lavoratori che alle aziende.

La sostanza dell’emendamento

Il cuore dell’emendamento risiede nella deroga al divieto di accesso al regime forfetario per i lavoratori autonomi che intraprendono contemporaneamente un rapporto di lavoro dipendente part-time presso il medesimo datore di lavoro/committente.

La nuova normativa si rivolge a una platea ampia di lavoratori autonomi, comprendendo però sologli iscritti ad albi o registri professionali. Tuttavia, per quanto riguarda il versante aziendale, la possibilità di usufruire di questa formula è riservata ai datori di lavoro con più di 250 dipendenti. Questa limitazione mira probabilmente a garantire che l’implementazione avvenga inizialmente in contesti organizzativi strutturati e capaci di gestire la complessità di questa nuova tipologia contrattuale.

Questa significativa novità è stata introdotta tramite un emendamento al disegno di legge sul lavoro, che è oggetto di discussione in aula alla Camera a partire dal 23 settembre 2024.

Modalità di applicazione e benefici

Il lavoratore che aderisce a questo schema potrà svolgere un’attività dipendente part-time, con un impegno compreso tra il 40% e il 50% del tempo pieno, mantenendo al contempo la propria attività autonoma. Per quest’ultima, sarà ammesso al regime forfetario, beneficiando così di una tassazione agevolata al 15% sul reddito derivante dall’attività indipendente.

Questa formula presenta vantaggi significativi per entrambe le parti. I lavoratori potranno godere di una maggiore stabilità economica, grazie alla combinazione di reddito fisso e variabile, e avranno l’opportunità di sviluppare competenze diverse in ambiti complementari. Inoltre, potranno accedere ai benefici tipici del lavoro dipendente, come ferie e malattia, pur mantenendo la propria autonomia professionale.

Per le aziende, i vantaggi si traducono in una maggiore flessibilità nell’acquisizione di competenze specialistiche, nella riduzione dei costi fissi del personale e nella possibilità di attrarre talenti che desiderano mantenere una propria attività professionale.

Aspetti procedurali e tutele

L’implementazione di questa nuova tipologia contrattuale richiede alcuni passaggi formali. Il contratto di lavoro autonomo deve essere certificato e non deve presentare sovrapposizioni con il contratto dipendente in termini di oggetto, modalità e tempi della prestazione. È inoltre necessario uno specifico accordo aziendale sottoscritto ai sensi dell’art. 8 del d.l. n. 138/2011, noto come “accordo di prossimità”.

La normativa prevede anche disposizioni specifiche per la gestione delle dimissioni. Il lavoratore non ha diritto all’indennità di disoccupazione se il rapporto cessa per dimissioni o risoluzione consensuale, salvo eccezioni come le dimissioni per giusta causa o durante la maternità. In caso di assenze ingiustificate superiori a 15 giorni, il rapporto si intende risolto per volontà del lavoratore. La formalizzazione delle dimissioni deve avvenire online.

Conclusione

Nonostante i numerosi vantaggi, l’implementazione di questa nuova formula presenta alcune sfide. Sarà cruciale gestire i potenziali conflitti di interesse tra le due attività, definire chiaramente gli orari e le responsabilità per ciascun ruolo, e affrontare la complessità nella gestione fiscale e contributiva della doppia posizione lavorativa.

In conclusione, il “contratto misto” potrebbe rappresentare un modello pionieristico, aprendo la strada a nuove concezioni del rapporto tra lavoratore e datore di lavoro, più adatte alle sfide e alle opportunità del XXI secolo. Questa innovazione potrebbe segnare l’inizio di un ripensamento complessivo delle categorie lavorative tradizionali, rispondendo alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione.

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