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Credito di imposta quotazione PMI 2024: opportunità e istruzioni per accedere all’agevolazione

4 Ottobre, 2024

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha recentemente pubblicato le istruzioni operative per accedere al credito d’imposta 2024 sulle spese di consulenza per le quotazioni delle PMI. Questa agevolazione, prorogata fino al 31 dicembre 2024, rappresenta un’opportunità significativa per le piccole e medie imprese italiane che intendono quotarsi sui mercati finanziari. In questo articolo, analizzeremo in dettaglio tutti gli aspetti di questo incentivo fiscale, dalle caratteristiche ai requisiti, dalle procedure di richiesta alle spese ammissibili.

Quadro normativo e proroga dell’agevolazione

Il credito d’imposta per la quotazione delle PMI trova le sue radici nell’articolo 1, commi 89-92 della Legge 205/2017 (Legge di Bilancio 2018) e nel successivo Decreto Ministeriale del 23 aprile 2018. Inizialmente previsto per il triennio 2018-2020, l’incentivo è stato oggetto di diverse proroghe. L’ultima estensione, che ha portato la scadenza al 31 dicembre 2024, è stata introdotta dall’articolo 3, comma 4-bis del Decreto Legge 215/2023, noto come Decreto “Milleproroghe per il 2024”, convertito il 20 febbraio 2024.

Beneficiari dell’agevolazione

Possono accedere al credito d’imposta le piccole e medie imprese (PMI) che rispettano i criteri definiti dalla raccomandazione 2003/361/Ce della Commissione Europea. In particolare:

  • Piccole imprese: meno di 50 dipendenti e fatturato annuo o totale di bilancio non superiore a 10 milioni di euro;
  • Medie imprese: meno di 250 dipendenti e fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro o totale di bilancio non superiore a 43 milioni di euro.

È fondamentale che queste imprese siano ammesse alla quotazione in un mercato regolamentato o in un sistema multilaterale di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo entro il 31 dicembre 2024.

Entità e caratteristiche del credito d’imposta

Il beneficio fiscale si configura come un credito d’imposta pari al 50% delle spese di consulenza sostenute per il processo di quotazione, fino a un massimo di 500.000 euro per impresa. Ciò significa che un’azienda può ottenere un risparmio fiscale fino a 250.000 euro sui costi di quotazione.

Il credito d’imposta:

  • Non concorre alla formazione del reddito e della base imponibile IRAP;
  • Non rileva ai fini del rapporto di deducibilità degli interessi passivi;
  • È utilizzabile esclusivamente in compensazione mediante il modello F24.

Spese ammissibili in dettaglio

Il Decreto Ministeriale del 23 aprile 2018 definisce con precisione le attività di consulenza e i costi agevolabili. In particolare, sono ammissibili le spese relative a:

  • Attività di studio e analisi per la definizione del posizionamento competitivo e delle strategie di sviluppo aziendale;
  • Individuazione di potenziali investitori;
  • Due diligence finanziaria, legale e fiscale;
  • Assistenza nella redazione del prospetto informativo o del documento di ammissione;
  • Supporto nella preparazione della documentazione per gli organi di gestione del mercato;
  • Consulenza in materia di comunicazione finanziaria e di investor relations;
  • Servizi legali e contabili strettamente funzionali alla quotazione.

È importante sottolineare che:

  • Le spese devono essere relative a servizi forniti da consulenti esterni;
  • Non possono riguardare attività ordinarie dell’impresa (es. consulenza fiscale o legale routinaria);
  • Possono consistere in un importo fisso o parzialmente proporzionato al successo dell’operazione di quotazione;
  • Sono escluse le spese per consulenze prestate da soggetti giuridici collegati all’impresa beneficiaria.

Come presentare la domanda

Le imprese interessate possono presentare la domanda per il credito d’imposta dal 1° ottobre 2024 al 31 marzo 2025, per le quotazioni avvenute nell’anno 2024. La procedura prevede l’invio di un’istanza telematica all’indirizzo PEC dgind.div05@pec.mimit.gov.it.L’istanza deve essere accompagnata da:

  • Una dichiarazione del legale rappresentante attestante il possesso dei requisiti:
  • L’attestazione dei costi sostenuti, rilasciata da un revisore legale o da un professionista iscritto all’Albo dei dottori commercialisti;
  • Una tabella riepilogativa dettagliata delle spese sostenute..

Valutazione e concessione del credito

Il MIMIT, ricevute le domande, procederà alla verifica dei requisiti e determinerà la percentuale massima del credito d’imposta spettante. Questo calcolo si basa sul rapporto tra le risorse stanziate e l’ammontare complessivo dei crediti richiesti.Successivamente, il Ministero comunicherà alle imprese l’esito della valutazione, specificando l’importo del credito d’imposta riconosciuto o l’eventuale diniego dell’agevolazione.

Esempio pratico

Per comprendere meglio il funzionamento del tax credit, consideriamo il caso di una PMI che ha sostenuto spese di consulenza per la quotazione pari a 400.000 euro nel corso del 2024.

L’impresa potrà richiedere un credito d’imposta del 50% su tale importo, ovvero 200.000 euro. Supponendo che tutte le spese siano ammissibili e che ci siano risorse sufficienti, l’azienda potrà beneficiare di un risparmio fiscale di 200.000 euro, da utilizzare in compensazione tramite modello F24.

Conclusione

Il tax credit per la quotazione delle PMI rappresenta un’opportunità significativa per le piccole e medie imprese italiane che desiderano accedere ai mercati dei capitali. Questa agevolazione non solo riduce l’impatto finanziario del processo di quotazione, ma incoraggia anche una maggiore apertura e trasparenza delle PMI verso gli investitori.

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