Nel panorama della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana, un nuovo capitolo si sta per aprire. Dal 1° settembre 2024, le aziende e i loro intermediari dovranno dire addio ai tradizionali PIN per accedere ai servizi online dell’INPS. Questa svolta segna un passo decisivo verso una gestione più sicura e integrata dell’identità digitale nel rapporto tra imprese e istituzioni. Analizziamo nel dettaglio cosa comporta questo cambiamento e quali saranno le implicazioni per le aziende e i professionisti del settore.
Le nuove modalità di accesso: SPID, CIE e CNS
A partire dal 1° settembre 2024, l’accesso ai servizi telematici dell’INPS per le aziende, sia pubbliche che private, e per i loro intermediari sarà consentito esclusivamente attraverso tre strumenti:
- SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) di livello non inferiore a 2
- CIE 3.0 (Carta d’Identità Elettronica)
- CNS (Carta Nazionale dei Servizi)
Questa transizione rappresenta un allineamento con le politiche di digitalizzazione già in atto per i cittadini, estendendo ora l’obbligo anche al mondo imprenditoriale e professionale.
Il percorso verso la dismissione dei PIN
La strada verso questa importante modifica è stata lunga e graduale. Inizialmente, l’INPS aveva previsto la dismissione dei PIN per tutti gli utenti già nel 2021. Tuttavia, considerando le esigenze specifiche delle aziende e dei loro intermediari, l’Istituto ha optato per una proroga, mantenendo temporaneamente attivi i PIN per queste categorie.La circolare INPS n. 77/2024 ha finalmente posto fine a questa fase transitoria, stabilendo la data definitiva del 1° settembre 2024 come termine ultimo per l’utilizzo dei PIN aziendali.
Vantaggi della nuova modalità di accesso
L’adozione di sistemi di identità digitale come SPID, CIE e CNS non è solo una questione di adeguamento normativo, ma porta con sé diversi vantaggi:
- Maggiore sicurezza: Questi sistemi offrono protocolli di sicurezza più avanzati rispetto ai tradizionali PIN, riducendo il rischio di accessi non autorizzati.
- Uniformità di accesso: Con un’unica identità digitale, le aziende potranno interagire non solo con l’INPS, ma con tutta la Pubblica Amministrazione e i soggetti privati aderenti.
- Interoperabilità europea: Grazie al Regolamento eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature), le identità digitali italiane potranno essere utilizzate per accedere ai servizi online delle Pubbliche Amministrazioni di altri paesi dell’Unione Europea.
- Semplificazione: La gestione di un’unica identità digitale riduce la complessità amministrativa per le aziende, eliminando la necessità di ricordare molteplici credenziali per diversi servizi.
L’istituto della delega dell’identità digitale
Un aspetto importante da considerare è la possibilità di delegare l’identità digitale. L’INPS ha fornito le prime istruzioni in merito con la circolare n. 127/2021 e il messaggio n. 3305/2021. Questo istituto permette, ad esempio, a un imprenditore di delegare un dipendente o un consulente esterno ad accedere ai servizi INPS per conto dell’azienda, mantenendo al contempo un elevato livello di sicurezza e tracciabilità.
Conclusioni
Il passaggio definitivo alle identità digitali per l’accesso ai servizi INPS rappresenta un passo importante verso la modernizzazione e la digitalizzazione dei rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione. Sebbene possa inizialmente comportare alcuni adeguamenti organizzativi, i benefici a lungo termine in termini di sicurezza, efficienza e integrazione europea sono indiscutibili.