Con l’inizio del nuovo anno, l’attenzione si concentra sulla scadenza dei termini per l’accertamento fiscale relativi alle dichiarazioni IRAP, IVA e Redditi per il periodo d’imposta 2018. Tale scadenza, disciplinata dagli articoli 43 del D.P.R. 600/1973 e 57 del D.P.R. 633/1972, deve essere letta alla luce di importanti novità: le proroghe introdotte durante l’emergenza COVID-19, i regimi agevolativi come il Concordato Preventivo Biennale (CPB), e altri istituti come il ravvedimento speciale.
Questo articolo si propone di fornire un quadro completo e dettagliato, dalla normativa ordinaria alle eccezioni recenti, per chiarire l’intreccio tra scadenze, proroghe e nuove disposizioni.
Normativa Ordinaria: I Termini di Accertamento
I termini per la notifica degli avvisi di accertamento sono regolati così:
- Imposte sui redditi e IRAP: Art. 43 del D.P.R. 600/1973;
- IVA: Art. 57 del D.P.R. 633/1972.
In assenza di fattori straordinari, l’Amministrazione finanziaria deve emettere gli atti di accertamento entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione. Tuttavia, nei casi di omessa dichiarazione o di dichiarazione nulla, il termine è esteso al 31 dicembre del settimo anno successivo.
Esempio pratico. Per una dichiarazione presentata regolarmente nel 2019 (riferita al periodo d’imposta 2018), il termine per notificare un eventuale accertamento scade il 31 dicembre 2024. Tuttavia, se la dichiarazione fosse omessa, il termine si sposterebbe al 31 dicembre 2026. La Legge di Stabilità 2016 (L. 208/2015) ha uniformato i termini a partire dal periodo d’imposta 2016, eliminando la precedente possibilità di raddoppio dei termini per casi legati a reati tributari.
Le Proroghe Introdotte durante l’Emergenza COVID-19
Durante la pandemia, il Decreto Cura Italia (D.L. 18/2020, art. 67) ha introdotto una sospensione generale dei termini di prescrizione e decadenza dal 8 marzo al 31 maggio 2020. Questa sospensione, pari a 84 giorni, riguarda tutti i termini di accertamento in corso durante il periodo stabilito.
Concretamente, ciò significa che:
- Per accertamenti relativi al periodo d’imposta 2018, il termine del 31 dicembre 2024 si estende al 26 marzo 2025;
- Per dichiarazioni omesse per lo stesso anno, il termine del 31 dicembre 2026 si proroga al 26 marzo 2027.
Dubbi giuridici e pronunce contrastanti
L’applicazione della proroga è stata oggetto di interpretazioni divergenti da parte della giurisprudenza tributaria. Alcune pronunce hanno escluso l’applicazione della proroga a termini non scadenti entro il 2020, mentre altre ne hanno confermato la validità.
La questione è attualmente al vaglio della Corte Suprema di Cassazione per un’interpretazione definitiva.
Novità sul Concordato Preventivo Biennale (CPB)
Il Concordato Preventivo Biennale (CPB), introdotto con il D.Lgs. 13/2024, ha introdotto un regime di favore per i contribuenti ritenuti “fedeli” secondo gli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (ISA).
Impatti sui termini di accertamento:
- Riduzione dei termini di un anno: Per i contribuenti con un punteggio ISA pari o superiore a 8, i termini di accertamento sono ridotti.
- Proroghe specifiche per i soggetti aderenti al CPB:
- Per il periodo d’imposta 2018, i termini di accertamento sono scaduti il 31 dicembre 2023 per i soggetti con adeguata fedeltà fiscale.
- Per il periodo d’imposta 2019, il termine ordinario del 31 dicembre 2024 slitta al 31 dicembre 2025 per chi ha aderito al CPB.
Il Ravvedimento Speciale e il Prolungamento dei Termini
Il ravvedimento speciale, introdotto dal D.L. 113/2024, consente ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione per le annualità 2018-2022. Tuttavia, l’adesione a questo strumento comporta l’allungamento dei termini di accertamento fino a:
- 31 dicembre 2027, se l’adesione avviene entro il 31 marzo 2025.
Esempio pratico. Se un contribuente regolarizza il periodo d’imposta 2020 entro il 31 marzo 2025, i termini per un eventuale accertamento si spostano al 31 dicembre 2027. Questo si applica anche se la dichiarazione originaria è stata presentata nei termini.
Riduzione Ulteriore grazie alla Tracciabilità dei Pagamenti
L’articolo 3 del D.Lgs. 127/2015 prevede una riduzione di due anni dei termini di accertamento per i contribuenti che utilizzano strumenti di pagamento tracciabili per la totalità delle operazioni. Questa misura, pensata per incentivare la trasparenza, si sovrappone con le altre proroghe, creando ulteriori complessità interpretative.
Riflessioni Finali
Comprendere la scadenza dei termini di accertamento e le loro proroghe è essenziale sia per i contribuenti che per i professionisti fiscali. Le recenti disposizioni normative, unite alle proroghe straordinarie dovute alla pandemia, rendono indispensabile una pianificazione fiscale accurata.
Per evitare sanzioni o contenziosi, è consigliabile verificare la propria posizione alla luce delle proroghe COVID-19, del CPB e del ravvedimento speciale.