La recente approvazione della direttiva case green da parte del Parlamento europeo ha riacceso le speranze di un possibile ritorno degli strumenti di cessione del credito e sconto in fattura per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Questi meccanismi, bloccati dal Governo italiano a febbraio 2023, potrebbero infatti trovare nuovo spazio grazie alle indicazioni fornite dall’articolo 17 della direttiva, dedicato agli incentivi finanziari per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico.
Le raccomandazioni della direttiva
L’articolo 17 della direttiva case green elenca una serie di strumenti finanziari che gli Stati membri dovrebbero adottare per favorire gli interventi di riqualificazione energetica. Tra questi figurano i prestiti e i mutui, i contratti di rendimento energetico (tipicamente legati ai servizi forniti dalle Esco), gli incentivi fiscali e le detrazioni (già ampiamente utilizzati in Italia), i fondi di garanzia, i contributi attraverso fondi dedicati e, soprattutto, i sistemi di “detrazione in fattura”.
Proprio quest’ultimo strumento rappresenta un elemento di novità rispetto all’attuale situazione italiana. Consentendo di anticipare in fattura i benefici dell’agevolazione, infatti, le ristrutturazioni diventerebbero più accessibili anche per le famiglie che non dispongono della liquidità necessaria per affrontare i lavori. Un aspetto, questo, che la direttiva sottolinea con particolare attenzione, indicando le famiglie a basso reddito come i soggetti da sostenere prioritariamente nella transizione energetica.
Prospettive per l’Italia
Nonostante l’apertura della direttiva case green, il ritorno della cessione dei crediti e dello sconto in fattura in Italia non sembra imminente. Gli ultimi dati forniti da Enea, aggiornati a febbraio 2024, hanno evidenziato come le detrazioni già maturate per il solo superbonus in versione “eco” abbiano raggiunto quota 114 miliardi di euro, gran parte dei quali ceduti sotto forma di crediti d’imposta. Le stime per il 2024 indicano che il conto finale potrebbe aggirarsi intorno ai 150 miliardi di euro, un esborso gigantesco per le casse dello Stato che richiederà tempo per essere riassorbito.
In questo contesto, l’eventuale reintroduzione dei meccanismi di cessione dovrà necessariamente passare attraverso una rimodulazione degli incentivi e una limitazione del perimetro dei soggetti che potranno utilizzarli. È probabile, ad esempio, che gli strumenti vengano destinati esclusivamente alle famiglie a basso reddito, come peraltro suggerito dalla stessa direttiva europea. Inoltre, sarà fondamentale definire un quadro normativo più stringente per evitare le frodi e le distorsioni che hanno caratterizzato l’esperienza del superbonus.
Domande e risposte
D: La direttiva case green obbliga gli Stati membri a reintrodurre la cessione del credito e lo sconto in fattura?
R: No, la direttiva fornisce un elenco di strumenti consigliati per incentivare la riqualificazione energetica, ma spetta ai singoli Stati decidere quali di questi adottare e in che misura.
D: Quali sono i vantaggi della cessione del credito e dello sconto in fattura?
R: Questi strumenti consentono di rendere gli interventi di riqualificazione energetica più accessibili, soprattutto per le famiglie a basso reddito che non dispongono della liquidità necessaria per anticipare il costo dei lavori.
D: Quando potrebbe tornare la cessione del credito in Italia?
R: Difficile fare previsioni, ma è probabile che si dovrà prima attendere il riassorbimento dell’ingente esborso per le casse dello Stato legato al superbonus. In ogni caso, un’eventuale reintroduzione sarà probabilmente accompagnata da forti limitazioni e da un quadro normativo più stringente.