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Divieto di distribuzione degli utili nelle ASD: interpretazione e applicazione pratica

8 Novembre, 2024

Sono il presidente di una piccola associazione sportiva dilettantistica e vorrei capire meglio come applicare correttamente il divieto di distribuzione degli utili. In particolare, mi chiedo come interpretare la norma che vieta la “distribuzione, anche indiretta, di utili ed avanzi di gestione, fondi e riserve” ai soci, collaboratori e membri degli organi sociali. Quali sono i limiti da rispettare e come possiamo utilizzare eventuali utili senza incorrere in violazioni?

Il divieto di distribuzione degli utili nelle associazioni sportive dilettantistiche (ASD) è un principio fondamentale che deriva dall’assenza di scopo di lucro di queste organizzazioni. Secondo la nuova formulazione dell’art. 8 del D.Lgs. n. 36/2021, questo divieto deve essere espressamente recepito nello statuto dell’associazione. La norma prevede che le ASD debbano destinare eventuali utili e avanzi di gestione esclusivamente allo svolgimento dell’attività statutaria o all’incremento del proprio patrimonio. È vietata qualsiasi forma di distribuzione, sia diretta che indiretta, di utili, avanzi di gestione, fondi e riserve a soci, associati, lavoratori, collaboratori, amministratori e altri componenti degli organi sociali. Questo divieto si applica anche in caso di recesso o di qualsiasi altra ipotesi di scioglimento individuale del rapporto, in conformità con l’art. 3 comma 2 ultimo periodo del D.Lgs. n. 112/2017.

L’interpretazione pratica di questo divieto richiede particolare attenzione. Si presume una distribuzione indiretta di utili quando i compensi percepiti dai soggetti menzionati sono singolarmente superiori all’effettivo valore dell’attività svolta, o quando il cumulo di tali compensi si traduce in una sostanziale elusione del divieto di distribuzione indiretta tra i soci dei proventi dell’attività sociale. In pratica, ciò significa che l’associazione deve essere in grado di dimostrare che tutti i compensi erogati siano congrui rispetto alle attività effettivamente svolte e al valore di mercato delle stesse. È fondamentale mantenere una documentazione dettagliata che giustifichi ogni spesa e ogni compenso, assicurandosi che questi siano proporzionati e ragionevoli.

Per utilizzare correttamente eventuali utili, l’associazione deve reinvestirli nelle attività statutarie o in progetti che migliorino le strutture e i servizi offerti ai soci, sempre nell’ambito delle finalità associative. Ad esempio, si possono acquistare nuove attrezzature sportive, migliorare gli impianti, organizzare eventi o corsi di formazione per i membri.

È importante che tutte queste decisioni siano prese in modo trasparente e documentato, preferibilmente attraverso delibere del consiglio direttivo o dell’assemblea dei soci. In conclusione, il rispetto di questo divieto richiede una gestione oculata e trasparente delle risorse dell’associazione, sempre finalizzata al perseguimento degli scopi sociali e mai al vantaggio economico personale dei singoli membri.

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