La recente introduzione della Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e degli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards) segna una svolta epocale nella rendicontazione della sostenibilità aziendale. Con l’obiettivo di promuovere trasparenza e responsabilità, queste normative impongono alle organizzazioni di valutare e comunicare i propri impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) con rigore scientifico. Al centro di questa trasformazione si trova il concetto di doppia materialità, che integra due dimensioni: l’impatto delle aziende sul mondo esterno (impact materiality) e l’influenza dei fattori esterni sulle aziende stesse (financial materiality). Questo articolo esplora in profondità il significato e l’applicazione della doppia materialità, gli elementi chiave degli ESRS e le implicazioni pratiche per le imprese.
Il Significato della Doppia Materialità
Il principio della doppia materialità rappresenta una pietra angolare degli ESRS. Esso richiede alle aziende di considerare contemporaneamente due prospettive interconnesse:
- Impact Materiality (inside-out): Questa dimensione valuta gli effetti che un’organizzazione genera sull’ambiente, sulla società e sugli stakeholder esterni. Gli impatti possono essere positivi, come il miglioramento delle condizioni lavorative, o negativi, come l’inquinamento generato dalle attività produttive. L’analisi si concentra sulla scala, sulla portata e sulla probabilità di tali impatti, tenendo in considerazione anche il loro carattere di irrimediabilità;
- Financial Materiality (outside-in): Qui si analizzano i rischi e le opportunità che eventi esterni, come cambiamenti climatici, regolamenti o dinamiche di mercato, possono avere sulla performance economica dell’azienda. Ad esempio, l’introduzione di normative più stringenti sulle emissioni potrebbe rappresentare un rischio finanziario per una società altamente inquinante, ma anche un’opportunità per chi investe in innovazioni green.
L’innovazione degli ESRS rispetto ai precedenti standard, come i GRI (Global Reporting Initiative), risiede proprio nell’obbligo di considerare sia l’impatto aziendale verso l’esterno sia i rischi e le opportunità provenienti dall’esterno.
Gli Standard ESRS: Una Nuova Struttura per la Rendicontazione
Gli ESRS stabiliscono regole uniformi per la rendicontazione ESG, obbligatorie per le aziende soggette alla CSRD. Si articolano in tre livelli principali:
- Sector Agnostic Standards: Standard generali validi per tutte le aziende, indipendentemente dal settore di appartenenza;
- Sector Specific Standards: Linee guida specifiche per determinati settori industriali, ancora in fase di definizione;
- Entity Specific Standards: Standard personalizzati per rispondere alle esigenze specifiche di singole organizzazioni.
Questa struttura consente un grado di dettaglio mai visto prima, favorendo una rendicontazione più trasparente e granulare. Gli ESRS, inoltre, si focalizzano su tre aree principali:
- Governance e strategia: Descrivono come un’azienda integra la sostenibilità nella propria visione strategica e nei processi decisionali;
- Gestione di impatti, rischi e opportunità: Spiegano come le imprese identificano, monitorano e gestiscono gli IRO (Impatti, Rischi e Opportunità);
- Metriche e obiettivi: Richiedono la definizione di indicatori chiari e misurabili, accompagnati da target temporali e analisi di scenario.
Un aspetto fondamentale è l’obbligo di verifica esterna delle informazioni, che aumenta la credibilità dei dati pubblicati e riduce il rischio di pratiche di greenwashing.
Il Ruolo degli IRO: Impatti, Rischi e Opportunità
Gli IRO rappresentano il cuore pulsante dell’analisi di materialità. La loro importanza risiede nella capacità di collegare i temi ESG alle performance aziendali. Gli impatti possono essere classificati come positivi o negativi, attuali o potenziali, e devono essere valutati in termini di scala, portata e probabilità.
Ad esempio, un impatto negativo potrebbe essere il deterioramento di una risorsa naturale a causa di un’attività produttiva, mentre un impatto positivo potrebbe consistere nella creazione di occupazione in una comunità svantaggiata.
Rispetto al passato, gli ESRS introducono una maggiore strutturazione nella valutazione dei rischi e delle opportunità finanziarie. Un rischio può derivare, ad esempio, da eventi climatici estremi che danneggiano infrastrutture aziendali, mentre un’opportunità potrebbe emergere dall’adozione di tecnologie innovative che migliorano l’efficienza energetica.
Come Conducono le Aziende l’Analisi di Materialità
L’analisi di materialità è il processo attraverso cui le aziende identificano e classificano i temi ESG più rilevanti. Si tratta di un’attività complessa, che richiede il coinvolgimento di stakeholder interni ed esterni. Il processo tipicamente inizia con un’analisi del contesto aziendale e una valutazione degli impatti generati dalle attività dell’organizzazione. Successivamente, si procede al coinvolgimento degli stakeholder, che possono includere dipendenti, clienti, fornitori, investitori e comunità locali.
L’engagement degli stakeholder può avvenire tramite questionari, interviste o focus group. Questi strumenti consentono di raccogliere input utili per prioritizzare i temi materiali. Una volta identificati, i temi vengono integrati nei report aziendali, assicurando che le informazioni siano rilevanti e trasparenti.
Un esempio pratico potrebbe riguardare un’azienda manifatturiera che analizza l’impatto delle proprie emissioni di carbonio (impact materiality) e valuta il rischio finanziario associato a future tasse sulle emissioni (financial materiality).
L’Obbligo della CSRD e le Implicazioni per le Aziende
La CSRD amplia notevolmente il perimetro delle aziende obbligate a rendicontare la sostenibilità, includendo tutte le imprese con oltre 250 dipendenti, 40 milioni di euro di fatturato o 20 milioni di totale attivo. Si stima che circa 50.000 aziende in Europa saranno coinvolte, contro le 11.000 precedentemente soggette alla NFRD (Non-Financial Reporting Directive).Le principali novità introdotte riguardano:
- Requisiti di rendicontazione più dettagliati, con l’obbligo di seguire gli ESRS;
- Certificazione obbligatoria delle informazioni da parte di revisori indipendenti;
- Integrazione con altre normative europee, come il Regolamento Tassonomia e l’SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation).
Per le aziende, ciò comporta un cambiamento significativo nei processi interni, con la necessità di adottare strumenti e competenze dedicati alla raccolta, analisi e verifica dei dati ESG.
Conclusione
La doppia materialità non è solo un obbligo normativo, ma rappresenta un’opportunità per le aziende di integrare la sostenibilità nella propria strategia di business. Adottare un approccio basato sulla doppia materialità consente di migliorare la trasparenza, identificare rischi e opportunità e costruire un vantaggio competitivo sul lungo termine. La sfida per le imprese sarà quella di sviluppare processi efficaci per valutare e gestire i propri impatti e rischi, garantendo al contempo la conformità alle nuove normative.