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Errata applicazione aliquota IVA: rischi fiscali e strategie di regolarizzazione

24 Febbraio, 2025

L’errata applicazione dell’aliquota superiore a quella prevista per legge o l’imposizione su operazioni esenti, non imponibili o escluse, rappresenta un problema ricorrente in ambito fiscale. Le conseguenze possono essere gravose per il cessionario/committente, poiché si trova a subire sanzioni e restrizioni alla detraibilità dell’imposta. Il cedente/prestatore, invece, può correggere l’errore tramite una nota di variazione in diminuzione, ma solo entro determinati limiti temporali.

In questo articolo analizzeremo i principali rischi fiscali legati a questa problematica e le possibili soluzioni, distinguendo tre scenari chiave:

  1. Regolarizzazione entro un anno prima della dichiarazione annuale
  2. Regolarizzazione entro un anno dopo la dichiarazione annuale
  3. Regolarizzazione oltre un anno dall’effettuazione dell’operazione

Errori nell’applicazione dell’IVA e relative sanzioni

Quando viene applicata un’aliquota IVA superiore a quella dovuta o l’imposta viene erroneamente calcolata su operazioni esenti, non imponibili o escluse, si generano effetti fiscali negativi. Il principale rischio riguarda l’indetraibilità dell’imposta per il cessionario/committente, mentre il cedente/prestatore resta obbligato a versare l’imposta indicata in fattura.

L’errata detrazione dell’IVA comporta una sanzione del 70% della detrazione indebitamente operata (art. 6, comma 6, D.Lgs. 472/1997). Se invece l’IVA è applicata su operazioni esenti, non imponibili o non soggette, la sanzione è compresa tra 250 e 10.000 euro, in base alla gravità dell’errore.

Scenario 1: Regolarizzazione entro un anno prima della dichiarazione annuale

Se il cedente/prestatore si accorge dell’errore prima della presentazione della dichiarazione annuale, può correggerlo emettendo una nota di variazione in diminuzione (art. 26, comma 3, DPR 633/1972).

Ad esempio, se un fornitore ha erroneamente applicato l’aliquota del 22% invece del 10%, la differenza può essere rettificata con una nota di variazione in diminuzione. Il cessionario dovrà restituire l’IVA in eccesso e potrà recuperare l’importo versato.

Vantaggi:

  • Nessuna sanzione per il cessionario.
  • Possibilità di recuperare l’IVA versata in eccesso.
  • Correzione semplice e immediata nei registri IVA.

Rischi:

  • Necessità di monitorare le fatture per individuare tempestivamente gli errori.

Scenario 2: Regolarizzazione entro un anno dopo la dichiarazione annuale

Se l’errore viene rilevato dopo la dichiarazione annuale, ma entro un anno dall’operazione, è comunque possibile emettere una nota di variazione in diminuzione. Tuttavia, questa dovrà essere registrata nell’anno successivo e dovrà essere riportata nella dichiarazione IVA successiva.

Vantaggi:

  • Il cessionario può comunque recuperare l’IVA non dovuta.
  • Il cedente non subisce sanzioni.

Rischi:

  • Il cessionario deve correggere la dichiarazione IVA precedente o registrare la variazione nell’anno successivo.
  • Maggiori controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Scenario 3: Regolarizzazione oltre un anno dall’effettuazione dell’operazione

Se l’errore viene scoperto dopo oltre un anno, la nota di variazione in diminuzione non è più ammessa. In tal caso, l’unica soluzione per il cessionario/committente è il ravvedimento operoso, con il versamento della maggiore imposta dovuta e il pagamento delle relative sanzioni ridotte (art. 13, D.Lgs. 472/1997). Il cedente, invece, dovrà chiedere il rimborso all’Erario per la differenza d’imposta erroneamente applicata.

Ad esempio, se una fattura emessa nel 2023 con IVA al 22% invece del 10% viene rilevata solo nel 2025, il cessionario dovrà presentare una dichiarazione integrativa e versare la maggiore imposta con interessi e sanzioni ridotte. Il cedente potrà restituire la differenza e avviare la procedura di rimborso.

Vantaggi:

  • Possibilità di ridurre le sanzioni con il ravvedimento operoso.
  • Recupero dell’IVA in eccesso attraverso il rimborso.

Rischi:

  • Maggiori costi per interessi e sanzioni.
  • Procedura burocraticamente più complessa.

In sintesi

IN SINTESI


Quali sono i principali problemi legati all’errata applicazione dell’aliquota IVA? L’errata applicazione dell’aliquota IVA o l’imposizione su operazioni esenti, non imponibili o escluse comporta sanzioni per il cessionario/committente e restrizioni alla detraibilità dell’imposta. Il cedente/prestatore può correggere l’errore con una nota di variazione in rilasciato, ma solo entro certi limiti temporali.


Quali sono le sanzioni per errori nell’applicazione dell’IVA? L’indetraibilità dell’IVA comporta una sanzione del 70% della detrazione indebita. Se l’IVA è applicata su operazioni esenti, non imponibili o non soggette, la sanzione varia tra 250 e 10.000 euro, a seconda della gravità dell’errore.


Come si può regolarizzare un errore entro un anno prima della dichiarazione annuale? Il cedente/prestatore può correggere l’errore emettendo una nota di variazione in concessione. Questo consente al cessionario di restituire l’IVA in eccesso e recuperare l’importo versato.

Vantaggi: Nessuna sanzione per il cessionario e possibilità di recuperare l’IVA senza complicazioni.
Rischi: È necessario monitorare le fatture per individuare rapidamente gli errori.


Cosa succede se l’errore viene scoperto entro un anno dopo la dichiarazione annuale? È ancora possibile emettere una nota di variazione in depositata, ma la registrazione dovrà avvenire nell’anno successivo e dovrà essere riportata nella dichiarazione IVA successiva.

Vantaggi: Il cessionario può recuperare l’IVA non dovuta e il cedente evita sanzioni.
Rischi: Il cessionario deve correggere la dichiarazione IVA precedente o registrare la variazione nell’anno successivo, con possibili maggiori controlli fiscali.


Come si può correggere un errore scoperto dopo oltre un anno dall’operazione? La nota di variazione lasciata non è più ammessa. Il cessionario deve ricorrere al ravvedimento operoso, versando l’IVA con interessi e sanzioni ridotte. Il cedente può chiedere il rimborso all’Erario per la differenza d’imposta errata applicata.

Vantaggi: Riduzione delle sanzioni tramite ravvedimento operoso e possibilità di recuperare l’IVA.
Rischi: Maggiori costi dovuti a interessi e sanzioni, oltre a una procedura più complessa.

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