L’Italia conferma il suo ruolo di avanguardia in Europa nel campo della digitalizzazione fiscale, grazie alla proroga dell’obbligo di fatturazione elettronica fino al 31 dicembre 2027. Questa decisione, sancita dalla Decisione di esecuzione (UE) 2024/3150 del Consiglio del 10 dicembre 2024 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 19 dicembre 2024, rappresenta un tassello fondamentale nella lotta all’evasione fiscale e nella modernizzazione del sistema tributario nazionale.
Origini e sviluppo della fatturazione elettronica obbligatoria
Introdotta ufficialmente il 1° gennaio 2019 con la Legge di Bilancio 2018, la fatturazione elettronica obbligatoria ha segnato una svolta epocale per imprese e professionisti italiani. Inizialmente, l’obbligo era limitato a determinate categorie di contribuenti, con alcune esenzioni significative. Tra queste, figuravano i soggetti in regime di vantaggio (art. 27, commi 1 e 2, D.L. n. 98/2011), quelli in regime forfettario (art. 1, commi da 54 a 89, L. n. 190/2014) e le prestazioni sanitarie rese ai consumatori finali per motivi legati alla tutela della privacy.
Negli anni successivi, l’ambito di applicazione è stato progressivamente ampliato:
- Dal 1° luglio 2022, l’obbligo è stato esteso ai contribuenti in regime di vantaggio e forfettari con ricavi superiori a 25.000 euro nel 2021.
- Dal 1° gennaio 2024, l’obbligo è stato ulteriormente esteso a tutti i contribuenti forfettari e in regime di vantaggio, indipendentemente dai ricavi.
L’unica eccezione ancora vigente riguarda le prestazioni sanitarie verso consumatori finali e i soggetti obbligati alla trasmissione dei dati al Sistema Tessera Sanitaria (STS). Tuttavia, anche questa esenzione è destinata a terminare il 31 marzo 2025, salvo ulteriori proroghe.
La proroga al 2027: obiettivi e implicazioni
La decisione di prorogare l’obbligo fino al 31 dicembre 2027 conferma la validità della misura come strumento efficace per:
- Contrastare l’evasione fiscale: La fatturazione elettronica ha migliorato la tracciabilità delle transazioni economiche, riducendo significativamente le frodi fiscali e il cosiddetto tax gap.
- Semplificare gli adempimenti amministrativi: Il sistema ha permesso alle imprese di ridurre i costi legati alla gestione cartacea delle fatture e agli errori amministrativi.
- Modernizzare il sistema tributario: La digitalizzazione delle fatture ha reso più efficiente la riscossione delle imposte e ha favorito la crescita digitale del Paese.
Tuttavia, la Decisione UE prevede una clausola importante: qualora l’Unione Europea introducesse un sistema generale di fatturazione elettronica valido per tutti gli Stati membri prima del termine del 2027, le disposizioni italiane cesserebbero immediatamente di applicarsi.
Vantaggi per contribuenti e sistema fiscale
L’introduzione della fatturazione elettronica ha portato numerosi benefici sia per i contribuenti che per il sistema fiscale italiano:
- Per il Fisco: Monitoraggio in tempo reale delle transazioni commerciali, maggiore trasparenza fiscale e riduzione dei margini per pratiche fraudolente.
- Per le imprese: Riduzione dei costi amministrativi, maggiore efficienza nei processi interni e garanzia di autenticità e integrità dei documenti fiscali.
- Per l’ambiente: Eliminazione degli archivi fisici e riduzione dell’impatto ambientale legato all’utilizzo della carta.
Un esempio pratico è rappresentato dal Sistema di Interscambio (SdI), che verifica automaticamente le fatture inviate dai contribuenti prima di inoltrarle ai destinatari, garantendo una gestione più rapida ed efficace.
Prospettive future: verso l’universalità del sistema
Con l’estensione dell’obbligo anche alle categorie finora esentate, come quelle sanitarie dal 1° aprile 2025, si avvicina sempre più l’universalità del regime di fatturazione elettronica in Italia. Questo strumento, inizialmente concepito come misura straordinaria, si sta consolidando come un elemento permanente del sistema fiscale italiano.
Inoltre, l’Italia si propone come modello per altri Paesi europei che stanno valutando l’introduzione di sistemi analoghi. La possibilità che l’Unione Europea adotti un quadro normativo comune potrebbe ulteriormente armonizzare le procedure a livello comunitario.