Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) è una soluzione fiscale che mira a ridurre il carico tributario dei contribuenti, offrendo la possibilità di concordare anticipatamente i redditi degli anni futuri. Tuttavia, per i professionisti iscritti alle Casse di previdenza private, questa misura non ha alcun effetto sui contributi previdenziali dovuti. Questo articolo esplora nel dettaglio come funziona questa autonomia gestionale delle Casse private, la base imponibile effettiva, e le implicazioni pratiche per chi aderisce al CPB.
L’autonomia delle Casse Previdenziali Private
Le Casse di previdenza private, enti autonomi e privatizzati, hanno una gestione indipendente dalle direttive dell’Amministrazione fiscale. La Cassa dei Dottori Commercialisti, Cassa Forense, e Inarcassa hanno chiarito che l’adesione al CPB non ha alcun impatto sul calcolo dei contributi previdenziali dovuti dal professionsita. Questa posizione è supportata da una consolidata giurisprudenza che riconosce l’indipendenza gestionale delle Casse privatizzate, le quali devono garantire il proprio equilibrio economico-finanziario senza interferenze esterne.
Questo principio trova fondamento nell’evoluzione storica delle Casse previdenziali, che da enti pubblici sono diventate enti privati con la legge n. 335 del 1995. Da quel momento, la gestione delle Casse è stata affidata a principi di autonomia e responsabilità, con l’obiettivo di garantire la tutela degli iscritti e il mantenimento dell’equilibrio finanziario. Pertanto, qualsiasi tentativo di imporre una base imponibile concordata esternamente, come il CPB, sarebbe in contrasto con queste normative speciali che regolano il settore previdenziale privato.
Il principio della base imponibile effettiva
Per i contribuenti iscritti alle Casse private, la contribuzione previdenziale è calcolata sul reddito effettivamente prodotto, non su quello concordato. Questo significa che, anche se un professionista aderisce al CPB, il reddito concordato non influenzerà l’ammontare dei contributi previdenziali da versare.
Ad esempio, se un commercialista aderisce al CPB per gli anni 2025 e 2026, concordando un reddito di 50.000 euro per ciascun anno, ma in realtà produce un reddito di 70.000 euro nel 2025, i contributi previdenziali saranno calcolati su quest’ultimo importo.
Questo principio si applica a tutte le Casse private, come confermato dai comunicati stampa di Cassa Forense, Cassa dei Dottori Commercialisti, e Inarcassa, che ribadiscono la necessità di calcolare i contributi sulla base del reddito effettivo, anche durante gli anni oggetto del concordato.
L’impatto sulla soglia debitoria
Sebbene l’adesione al CPB non influenzi il calcolo dei contributi previdenziali, esiste una rilevante connessione con le Casse private riguardo alla soglia debitoria di 5.000 euro necessaria per accedere al concordato. I debiti contributivi verso le Casse private concorrono al raggiungimento di questa soglia debitoria, insieme ai debiti tributari verso l’Agenzia delle Entrate.
Pertanto, se un professionista ha debiti contributivi verso la propria Cassa di previdenza, questi dovranno essere estinti o rateizzati in modo da portare l’ammontare complessivo dei debiti sotto la soglia di 5.000 euro.
Ad esempio, se un ingegnere ha un debito contributivo di 4.000 euro e un debito fiscale di 2.000 euro verso l’Agenzia delle Entrate, l’accesso al CPB sarà possibile solo se il debito contributivo viene rateizzato o estinto, portando il totale sotto la soglia richiesta.
Implicazioni pratiche
Per i professionisti iscritti alle Casse private, l’adesione al CPB richiede una gestione attenta dei propri debiti contributivi. Anche se il concordato non influisce direttamente sui contributi previdenziali, i debiti verso le Casse private possono limitare l’accesso a questa misura fiscale.
È dunque fondamentale per questi contribuenti monitorare costantemente la propria posizione debitoria, non solo per evitare sanzioni e interessi, ma anche per garantire la possibilità di aderire a strumenti fiscali come il CPB.
Conclusione
il CPB rappresenta una soluzione interessante per i contribuenti che desiderano ridurre il loro carico fiscale, ma per i professionisti iscritti alle Casse di previdenza private, questa misura ha implicazioni limitate, se non per la necessità di gestire attentamente i propri debiti contributivi.