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Il “condono fiscale” sopravvive alla cessazione del concordato preventivo biennale

7 Ottobre, 2024

Il mondo della fiscalità italiana è in continua evoluzione, e le recenti modifiche normative hanno portato a importanti novità per i contribuenti. In particolare, emerge una disposizione che mantiene in vita lo “scudo fiscale” anche in caso di interruzione del concordato preventivo biennale. Questo articolo esamina in dettaglio le implicazioni di questa misura, offrendo una panoramica completa sia per i professionisti del settore che per i contribuenti meno esperti.

Contesto normativo

La recente introduzione del concordato preventivo biennale ha rappresentato un’importante innovazione nel panorama fiscale italiano. Tuttavia, la sua eventuale cessazione durante il biennio di applicazione ha sollevato interrogativi sulla sorte delle tutele fiscali ad esso collegate come il ravvedimento speciale per le annualità 2018-2022 introdotto dalla legge di conversione del DL Omnibus. La buona notizia per i contribuenti è che lo scudo fiscale, una forma di protezione dagli accertamenti, non decade automaticamente con l’interruzione del concordato.

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Lo scudo fiscale: definizione e portata

Lo scudo fiscale, tecnicamente definito come una forma di “protezione” dalle rettifiche fiscali, è uno strumento che offre ai contribuenti una significativa tutela contro gli accertamenti per le annualità dal 2018 al 2022 in caso da adesione sia al concordato preventivo biennale che al nuovo ravvedimento speciale. Questa misura, introdotta dall’articolo 2-ter, comma 10 del decreto Omnibus (113/2024), si configura come una sorta di sanatoria fiscale. Pur non essendo un vero e proprio condono, essa offre una protezione estesa che libera i contribuenti da gran parte dei rischi di accertamento per il periodo indicato.

Meccanismo di funzionamento dello scudo

Il funzionamento dello scudo fiscale si basa su un principio di adesione volontaria. I soggetti che hanno applicato gli indici sintetici di affidabilità fiscale e che aderiscono, entro il 31 ottobre 2024, al concordato preventivo biennale, possono beneficiare di questa protezione per una o più annualità tra il 2018 e il 2022 se aderiscono anche al ravvedimento speciale previsto dal DL Omnibus. In pratica, pagando una imposta sostitutiva, i contribuenti ottengono una copertura che li mette al riparo da potenziali accertamenti futuri.

Casistiche di decadenza

D’altra parte, l’articolo 21 del decreto legislativo 13/2024 elenca una serie di situazioni che possono portare alla decadenza dei dei benefici del concordato preventito biennale. Queste includono:

  • Modifiche sostanziali dell’attività svolta durante il biennio concordatario;
  • Operazioni straordinarie che alterano significativamente la struttura aziendale;
  • Superamento dei ricavi dichiarati oltre una certa soglia rispetto a quanto stabilito dagli indici sintetici di affidabilità fiscale.

Questa previsione mira a evitare abusi dello strumento e a garantire che la protezione sia mantenuta solo da chi continua a operare in linea con i presupposti iniziali.

Effetti della decadenza dal concordato preventivo biennale

Se si dovesse verificare una causa di decadenza dal concordato preventivo biennale, le conseguenze principali sarebbero:

  • Perdita dei benefici del concordato per gli anni interessati;
  • Ripristino degli ordinari poteri di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate;
  • Possibile applicazione di sanzioni e interessi.

Impatto sul ravvedimento speciale

Il ravvedimento speciale per le annualità 2018-2022, se correttamente effettuato, dovrebbe rimanere valido indipendentemente dalla decadenza dal concordato preventivo biennale. Questo perché:

  • Il ravvedimento speciale riguarda annualità precedenti e distinte;
  • La regolarizzazione effettuata con il ravvedimento speciale è definitiva per le violazioni sanate.

Esempi pratici di applicazione

Per chiarire meglio il concetto, consideriamo alcuni esempi:

  • Un professionista che aderisce al concordato preventivo biennale nel 2024 e decide di passare al regime forfettario nel 2025 manterrà lo scudo fiscale per le annualità precedenti, nonostante l’interruzione del concordato;
  • Un’impresa che cessa l’attività nel corso del biennio concordatario non perderà la protezione dello scudo fiscale per gli anni precedenti, purché la cessazione non sia legata a comportamenti illeciti.

Conclusioni

La sopravvivenza dello scudo fiscale alla cessazione del concordato preventivo biennale rappresenta un importante elemento di tutela per i contribuenti. Questa disposizione offre una maggiore flessibilità e sicurezza, permettendo ai soggetti fiscali di affrontare eventuali cambiamenti nella loro situazione economica o professionale senza perdere i benefici acquisiti.

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