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Il Dibattito sul Manuale di Frascati nel Contesto del Credito d’Imposta R&S

18 Settembre, 2024

Nel complesso panorama delle agevolazioni fiscali italiane, il credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo continua a essere oggetto di dibattito e interpretazioni contrastanti. Al centro della discussione si trova il “Manuale di Frascati”, un documento di rilevanza internazionale che, nonostante la sua autorevolezza, solleva ancora numerosi interrogativi sulla sua corretta applicazione nel contesto normativo italiano. Questo articolo si propone di analizzare le recenti controversie emerse, le posizioni degli organi giudiziari e le implicazioni per le imprese che intendono beneficiare di questa importante agevolazione fiscale.

Il Manuale di Frascati: Origine e Scopo

Il Manuale di Frascati, redatto dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), rappresenta uno standard internazionale per la misurazione delle attività di ricerca e sviluppo. Nato negli anni ’60, il manuale ha l’obiettivo di fornire definizioni e metodologie condivise per classificare e quantificare gli investimenti in R&S. Tuttavia, la sua applicazione nel contesto italiano del credito d’imposta ha generato non poche perplessità.

La Controversia Giuridica

La Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Alessandria, con la recente decisione n. 193/02/2024, ha riacceso il dibattito sulla legittimità e l’applicabilità del Manuale di Frascati nel determinare i requisiti per l’accesso al credito d’imposta. La sentenza, basandosi su una perizia di parte, ha evidenziato la discrepanza tra l’edizione 2002 e quella del 2015 del manuale, sollevando dubbi sulla sua efficacia retroattiva per le attività svolte nel periodo 2015-2019.

Il Ruolo delle Comunicazioni Europee

Un aspetto cruciale della questione riguarda il valore giuridico attribuibile alle comunicazioni della Commissione Europea che fanno riferimento al Manuale di Frascati. In particolare, le comunicazioni del 30 dicembre 2006 n. 323 e del 27 giugno 2014 n. 1 hanno incorporato definizioni e criteri del manuale. Tuttavia, secondo la dottrina prevalente, queste comunicazioni, pur avendo un effetto conformativo, non possono essere considerate alla stregua di trattati internazionali vincolanti per gli Stati membri.

La Posizione dell’Agenzia delle Entrate

Di fronte alle contestazioni sollevate dai contribuenti, l’Agenzia delle Entrate si trova nella posizione di dover giustificare l’utilizzo del Manuale di Frascati come riferimento per valutare l’ammissibilità delle attività al credito d’imposta. L’onere della prova ricade sull’Agenzia, che deve dimostrare in che misura e per quali motivi questo documento di matrice scientifica possa essere validamente posto a sostegno dell’attività di recupero fiscale.

La Questione della Traduzione

Un ulteriore elemento di complessità è rappresentato dalla mancanza di una traduzione ufficiale italiana del Manuale di Frascati per molti anni della sua applicazione. Questo ha potenzialmente contribuito a interpretazioni divergenti e ha reso più difficile per le imprese italiane allinearsi con precisione alle definizioni e ai criteri in esso contenuti.

Prospettive Future

La continua evoluzione della giurisprudenza in materia suggerisce che il dibattito sull’applicazione del Manuale di Frascati nel contesto del credito d’imposta per R&S è destinato a proseguire. È auspicabile che future pronunce giurisdizionali o interventi legislativi possano fornire maggiore chiarezza, stabilendo in modo inequivocabile il ruolo e il peso da attribuire a questo documento nel quadro normativo italiano.Conclusioni:
La controversia sull’applicazione del Manuale di Frascati nel contesto del credito d’imposta per ricerca e sviluppo evidenzia la complessità di armonizzare standard internazionali con le specificità del sistema fiscale nazionale. Mentre il manuale resta un riferimento autorevole a livello globale, la sua traduzione in criteri operativi per l’accesso alle agevolazioni fiscali in Italia richiede ancora un’attenta riflessione.

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