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il nuovo Decreto correttivo al Concordato preventivo biennale in Gazzetta Ufficiale

7 Agosto, 2024

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legislativo n. 108/2024, noto come “Decreto correttivo al Concordato preventivo biennale”, si delinea un nuovo scenario che ridisegna profondamente il rapporto tra contribuenti e fisco. Questo provvedimento, che entrerà in vigore il 6 agosto 2024, introduce una serie di modifiche sostanziali che toccano diversi aspetti del sistema tributario, dalla rottamazione delle cartelle esattoriali alle modalità di accertamento, passando per una revisione del concordato preventivo e l’introduzione di nuove forme di tassazione. In questo articolo, esploreremo in dettaglio le principali novità, cercando di fornire una guida chiara e comprensibile sia per i professionisti del settore che per i contribuenti meno esperti in materia fiscale.

La proroga della rottamazione quater

Una delle prime novità che balza all’occhio è la proroga della cosiddetta “rottamazione quater”. Questa misura, che ha permesso a molti contribuenti di regolarizzare la propria posizione fiscale, vede slittare il termine per il pagamento della rata dal 31 luglio 2024 al 15 settembre 2024. Ma non è tutto: è prevista una tolleranza di cinque giorni, che sposta di fatto la scadenza effettiva al 20 settembre 2024.

Questa proroga rappresenta un’importante opportunità per chi, pur avendo aderito alla rottamazione, si trova in difficoltà nel rispettare le scadenze originariamente previste. È bene sottolineare, tuttavia, che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha chiarito che non sono in programma nuove possibilità di adesione alla rottamazione-quater, né estensioni che includano i debiti relativi all’anno 2023.

L’Accertamento sintetico 2.0: addio al Redditometro

Una delle novità più significative introdotte dal decreto è il nuovo strumento di accertamento, che sostituisce il vecchio Redditometro. Questo nuovo meccanismo, battezzato informalmente “Accertamento sintetico 2.0”, si attiva quando lo scostamento tra il reddito dichiarato e gli indici presuntivi supera la soglia di 70.000 euro.

Ma cosa significa in pratica? Immaginiamo che il signor Bianchi dichiari un reddito di 30.000 euro all’anno, ma gli indici presuntivi (basati su spese, investimenti e stile di vita) suggeriscano un reddito di 110.000 euro. In questo caso, lo scostamento di 80.000 euro farebbe scattare l’accertamento.

È importante sottolineare che il contribuente mantiene il diritto di dimostrare la legittimità delle proprie spese. Ad esempio, il signor Bianchi potrebbe provare che ha finanziato l’acquisto di un’auto di lusso con risparmi accumulati negli anni precedenti o con un’eredità esente da imposizione.

Il decreto stabilisce inoltre che il reddito complessivo accertabile dovrà eccedere di almeno un quinto quello dichiarato e, in ogni caso, di almeno dieci volte l’assegno sociale annuo. Questo importo sarà aggiornato ogni due anni in base agli indici ISTAT, garantendo così un adeguamento costante alle reali condizioni economiche del paese.

Avvisi bonari: più tempo per rispondere e pagare

Un’altra modifica significativa riguarda gli avvisi bonari, quei documenti con cui l’Agenzia delle Entrate comunica al contribuente eventuali irregolarità riscontrate nelle dichiarazioni. A partire dal 1° gennaio 2025, i termini per il versamento delle somme richieste a seguito di controlli automatizzati e formali delle dichiarazioni, così come i termini per fornire chiarimenti all’Amministrazione finanziaria, verranno estesi da 30 a 60 giorni.

Questo cambiamento è particolarmente rilevante per i contribuenti, che avranno più tempo per organizzare la propria difesa o per reperire le somme necessarie al pagamento. Prendiamo ad esempio il caso della signora Verdi, che riceve un avviso bonario per una presunta irregolarità nella sua dichiarazione dei redditi. Con le nuove regole, avrà 60 giorni invece di 30 per raccogliere la documentazione necessaria a dimostrare la correttezza della sua posizione o, nel caso l’irregolarità fosse confermata, per organizzare il pagamento.

Anche in caso di pagamento rateale, il termine per il versamento della prima rata è esteso da 30 a 60 giorni dal ricevimento dell’avviso bonario. Questa modifica offre un maggiore respiro ai contribuenti che, pur riconoscendo il debito, necessitano di più tempo per organizzare i propri flussi finanziari.

Il restyling del Concordato preventivo biennale

Il Concordato preventivo biennale (CPB) subisce una serie di modifiche sostanziali. Innanzitutto, viene chiarito che i debiti tributari o contributivi da considerare per l’accesso al CPB sono quelli definitivamente accertati o derivanti da atti impositivi non più impugnabili, comunque inferiori a 5.000 euro. Questa precisazione aiuta a definire con maggiore chiarezza i requisiti di accesso al concordato.

Una novità interessante riguarda la possibilità, per le imprese, di riportare in avanti le perdite fiscali conseguite nei periodi oggetto di concordato. Questo aspetto potrebbe rivelarsi particolarmente vantaggioso per le aziende che attraversano momenti di difficoltà temporanea.Il decreto introduce anche una flat tax incrementale per i soggetti ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale) e i forfettari. Si tratta di un’imposta sostitutiva opzionale sulla differenza tra il reddito proposto nel concordato e quello conseguito in precedenza. Le aliquote variano in base al punteggio ISA o al regime forfetario.

Facciamo un esempio: immaginiamo che il signor Neri, titolare di una piccola impresa, abbia un punteggio ISA di 9 e proponga nel concordato un reddito di 100.000 euro, mentre l’anno precedente aveva dichiarato 80.000 euro. Sulla differenza di 20.000 euro, potrà applicare l’aliquota del 10%, pagando quindi 2.000 euro di imposta sostitutiva invece delle normali aliquote IRPEF che sarebbero state più elevate.

Nuove cause di decadenza e rinnovo del concordato

Il decreto introduce anche due nuove cause di decadenza dal CPB: quando il contribuente dichiara ricavi o compensi superiori del 50% rispetto al limite previsto per l’applicazione degli ISA (circa 7,5 milioni di euro) o del regime forfetario (150.000 euro).In caso di rinnovo del concordato, l’imposta sostitutiva si applicherà sulla differenza positiva tra il reddito effettivo dichiarato nel periodo d’imposta precedente al “nuovo” CPB e la relativa proposta. Questo meccanismo mira a incentivare una dichiarazione dei redditi il più possibile aderente alla realtà, scoraggiando comportamenti elusivi.

Conclusioni

Il Decreto Legislativo n. 108/2024 segna un punto di svolta nel sistema fiscale italiano, introducendo modifiche sostanziali che mirano a semplificare il rapporto tra fisco e contribuenti, offrendo al contempo nuovi strumenti per contrastare l’evasione fiscale. Dalla proroga della rottamazione quater all’introduzione dell’Accertamento sintetico 2.0, passando per la revisione degli avvisi bonari e il restyling del Concordato preventivo biennale, le novità sono numerose e significative.

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