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Il ritorno del Redditometro: Come funziona il nuovo accertamento sintetico con le medie ISTAT

21 Maggio, 2024

Il redditometro, o accertamento sintetico, è uno strumento fiscale utilizzato dall’Amministrazione Finanziaria per stimare il reddito complessivo di un contribuente basandosi sulle sue spese e sul tenore di vita. Dopo anni di dibattiti e modifiche, a partire dal 2024, entra in vigore una nuova versione che reintroduce le controverse medie di spesa ISTAT. Questo articolo esaminerà in dettaglio come funziona il nuovo redditometro, spiegando i concetti chiave, fornendo esempi pratici e rispondendo alle domande più comuni per garantire una comprensione completa di questo strumento fiscale.

Cos’è il redditometro?

Il redditometro rientra nella categoria dell’accertamento sintetico, disciplinato dall’art. 38 del DPR 600/73. Esso si basa sul principio che il reddito di un contribuente possa essere stimato analizzando le sue spese e il suo tenore di vita. Ci sono due metodi principali nell’accertamento sintetico:

  • Redditometro: Il reddito viene quantificato sulla base del possesso di beni che implicano un determinato reddito presunto (ad esempio, auto, imbarcazioni, aeromobili, cavalli da corsa).
  • Spesa patrimoniale: Si presume che gli investimenti e le spese sostenute dal contribuente derivino da redditi non dichiarati.

Storicamente, il redditometro è stato oggetto di critiche per le presunzioni eccessivamente rigide legate al possesso di determinati beni. Ad esempio, il possesso di un’auto di lusso poteva imputare al contribuente un reddito predeterminato, talvolta eccessivo, rendendo difficile la prova contraria.

Come funziona il nuovo redditometro?

Il nuovo redditometro, introdotto dal DM 7 maggio 2024, determina il reddito presunto del contribuente considerando diversi fattori:

  • Spese effettive: L’Amministrazione Finanziaria analizza le spese sostenute dal contribuente e registrate in banche dati come la fatturazione elettronica o le comunicazioni finanziarie. Queste spese rappresentano la base di partenza per la stima del reddito.
  • Spese per elementi certi: Vengono considerate ulteriori spese desunte da studi socio-economici, legate al possesso di beni specifici come autovetture o immobili (fitto figurativo). Ad esempio, il possesso di un’auto di lusso potrebbe implicare spese presunte per carburante, assicurazione e manutenzione.
  • Spese ISTAT: Vengono reintrodotte le medie di spesa ISTAT, parametrate al valore della “Soglia di povertà assoluta”. Queste spese riguardano alimenti, abbigliamento, trasporti, istruzione e cura della persona. L’idea è che ogni contribuente sostenga un certo livello di spese per queste voci, indipendentemente da quanto dichiarato.
  • Incrementi patrimoniali: La quota relativa agli incrementi patrimoniali imputabile nel periodo d’imposta, al netto dei disinvestimenti e dei mutui/finanziamenti. Ciò include l’acquisto di beni immobili, opere d’arte, gioielli, ecc.
  • Spese per trasferimenti: Vengono considerate anche le spese per il pagamento di imposte, tasse e assegni all’ex coniuge, viste come indice di capacità contributiva.
  • Risparmi: La quota di risparmio formatasi nell’anno, se non utilizzata per consumi e investimenti, viene considerata come ulteriore capacità reddituale.

Esempio pratico: Supponiamo che un contribuente abbia dichiarato un reddito di 30.000 euro, ma l’Amministrazione Finanziaria rilevi spese effettive pari a 40.000 euro, spese per elementi certi (auto di lusso) di 10.000 euro, spese ISTAT di 15.000 euro e un incremento patrimoniale di 20.000 euro per l’acquisto di un immobile. In questo caso, il reddito presunto del contribuente sarebbe di 85.000 euro (40.000 + 10.000 + 15.000 + 20.000), superiore a quello dichiarato.

Criticità e difesa del contribuente

La reintroduzione delle medie di spesa ISTAT rappresenta una delle criticità più rilevanti del nuovo redditometro. Queste medie, infatti, vengono applicate in modo automatico, indipendentemente dalle effettive spese sostenute dal contribuente. Ciò potrebbe portare a stime eccessive del reddito, soprattutto nei casi in cui il contribuente abbia uno stile di vita particolarmente frugale.

Nonostante ciò, il contribuente ha la possibilità di confutare le presunzioni del redditometro, dimostrando l’effettivo ammontare delle spese sostenute. Tuttavia, questa dimostrazione potrebbe rivelarsi difficile nella pratica, poiché l’Amministrazione Finanziaria tende a considerare le medie di spesa ISTAT come presunzioni di difficile confutazione.

Un altro aspetto critico riguarda l’inclusione delle spese per trasferimenti (imposte, tasse e assegni all’ex coniuge) come indice di capacità contributiva. Questa scelta appare discutibile, poiché tali spese non rappresentano necessariamente un indicatore affidabile di reddito.

Esempi pratici

Per una maggiore chiarezza, ecco alcuni esempi pratici:

Esempio #1

Un contribuente dichiara un reddito di 40.000 euro, ma l’Amministrazione Finanziaria rileva spese effettive per 60.000 euro, spese per elementi certi (auto di lusso) di 15.000 euro e spese ISTAT di 10.000 euro. Il reddito accertato dal redditometro sarebbe di 85.000 euro, più del doppio di quello dichiarato.

Esempio #2

Una famiglia di quattro persone dichiara un reddito complessivo di 50.000 euro, ma l’Amministrazione Finanziaria rileva spese effettive per 70.000 euro, spese per elementi certi (villa con piscina) di 20.000 euro, spese ISTAT di 25.000 euro e un incremento patrimoniale di 30.000 euro per l’acquisto di un’imbarcazione. Il reddito accertato dal redditometro sarebbe di 145.000 euro, quasi tre volte superiore a quello dichiarato.

Questi esempi illustrano come il nuovo redditometro possa portare a stime significativamente più elevate del reddito, soprattutto in presenza di spese elevate e beni di lusso. È quindi fondamentale per i contribuenti tenere traccia accurata delle proprie spese e conservare tutta la documentazione necessaria per dimostrare la correttezza del reddito dichiarato.

Conclusione

Il nuovo redditometro rappresenta un passo avanti rispetto alle versioni precedenti, grazie a una maggiore flessibilità nell’analisi delle spese effettive e degli elementi certi. Tuttavia, la reintroduzione delle controverse medie di spesa ISTAT potrebbe sollevare nuove critiche e controversie. Nonostante sia possibile dimostrare l’effettivo ammontare delle spese sostenute, questa dimostrazione potrebbe rivelarsi difficile nella pratica. L’impressione generale è che il nuovo redditometro sarà più aggressivo rispetto al precedente, pur senza raggiungere i livelli eccessivi del passato.


Domande e Risposte

D: Cosa succede se il reddito dichiarato dal contribuente è inferiore a quello accertato con il redditometro?

R: Se il reddito dichiarato dal contribuente si discosta, anche per un solo periodo d’imposta, di un quinto rispetto a quello accertato con il redditometro, l’Amministrazione Finanziaria può procedere con l’accertamento sintetico e richiedere il pagamento delle imposte evase, oltre a possibili sanzioni.

D: Posso contestare le spese ISTAT imputate dal redditometro?

R: Tecnicamente, il contribuente potrebbe dimostrare un ammontare diverso delle spese ISTAT, ma nella pratica potrebbe rivelarsi molto difficile. L’Amministrazione Finanziaria tende a considerare queste medie di spesa come presunzioni difficili da confutare, a meno che il contribuente non sia in grado di fornire prove inconfutabili di uno stile di vita estremamente frugale.

D: Quali beni rientrano nelle “spese per elementi certi”?

R: Le “spese per elementi certi” sono legate al possesso di beni specifici, come autovetture di lusso, immobili (nel caso del fitto figurativo), imbarcazioni, aeromobili e altri beni di pregio. Queste spese sono desunte da studi socio-economici e hanno origine statistica, basandosi su stime delle spese associate al possesso di tali beni. Ad esempio, il possesso di un’auto di lusso potrebbe implicare spese presunte per carburante, assicurazione, manutenzione e altri costi correlati.

D: Posso dedurre le spese per il pagamento di imposte e tasse dal reddito accertato con il redditometro?

R: No, le spese per il pagamento di imposte, tasse e assegni all’ex coniuge non sono deducibili dal reddito accertato con il redditometro. Queste spese sono considerate come indice di capacità contributiva e vengono quindi aggiunte al reddito presunto, anziché essere dedotte.

D: Come posso difendermi dalle presunzioni del redditometro?

R: Il contribuente ha la possibilità di confutare le presunzioni del redditometro, dimostrando l’effettivo ammontare delle spese sostenute. Tuttavia, questa dimostrazione potrebbe rivelarsi difficile nella pratica, soprattutto per le medie di spesa ISTAT. Il contribuente dovrà raccogliere e presentare una documentazione dettagliata e inconfutabile delle sue spese reali, come estratti conto, fatture, scontrini e qualsiasi altra prova a sostegno delle proprie argomentazioni.

D: Il redditometro considera anche i redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte?

R: Sì, il redditometro tiene conto di tutti i redditi, indipendentemente dal fatto che siano esenti o soggetti a ritenuta alla fonte. Questi redditi possono essere utilizzati per giustificare le spese sostenute dal contribuente e confutare le presunzioni del redditometro.

D: Quali sono i rischi se il mio reddito accertato risulta molto superiore a quello dichiarato?

R: Se il reddito accertato dal redditometro risulta significativamente superiore a quello dichiarato, il contribuente potrebbe essere soggetto a pesanti sanzioni, oltre al pagamento delle imposte evase. In casi estremi, potrebbero essere avviate anche indagini per evasione fiscale o altri reati tributari.

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