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Il trattamento Privacy dei lavoratori sportivi

1 Maggio, 2024

Il trattamento privacy dei lavoratori sportivi (dati personali) è un tema di grande attualità e rilevanza, soprattutto alla luce delle recenti evoluzioni normative in materia di privacy e protezione dei dati. Il Regolamento UE 2016/679 (GDPR) e il D.Lgs. 196/2003 (Codice Privacy) hanno introdotto nuove regole e principi che devono essere rispettati da tutti i soggetti che trattano dati personali, compresi gli enti sportivi. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio le disposizioni specifiche previste per il settore sportivo, con un focus particolare sugli accordi collettivi e sulle best practice da adottare per garantire la conformità normativa e la tutela dei diritti degli interessati.

Il quadro normativo di riferimento

Il trattamento dei dati personali dei lavoratori sportivi deve avvenire nel rispetto delle disposizioni del GDPR e del Codice Privacy. In particolare, l‘art. 88 del GDPR prevede la possibilità di introdurre norme più specifiche sulla protezione dei dati dei lavoratori attraverso accordi collettivi. In Italia, tali accordi possono essere stipulati dalle Federazioni Sportive Nazionali, dalle Discipline Sportive Associate, dagli Enti di Promozione Sportiva e dai rappresentanti delle categorie di lavoratori sportivi interessate. In mancanza di accordi collettivi, si applicano le norme stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri o dell‘Autorità politica delegata in materia di sport, da adottarsi di concerto con il Ministro del lavoro entro 12 mesi dall’entrata in vigore del D.Lgs. 36/2022.

Gli accordi collettivi nel settore sportivo

Gli accordi collettivi rappresentano uno strumento fondamentale per adattare le norme generali sulla protezione dei dati alle specificità del settore sportivo. Attraverso la contrattazione collettiva, le parti sociali possono definire regole più dettagliate e calate nella realtà delle singole discipline sportive, tenendo conto delle esigenze organizzative e delle peculiarità dei rapporti di lavoro. Ad esempio, gli accordi possono disciplinare aspetti quali le finalità del trattamento, le categorie di dati trattati, i tempi di conservazione, le misure di sicurezza da adottare, i diritti degli interessati e le modalità di esercizio degli stessi. La stipula di accordi collettivi consente quindi di bilanciare l‘interesse alla protezione dei dati con le legittime esigenze del mondo sportivo.

Le best practice per il trattamento dei dati

Al di là delle previsioni normative e contrattuali, è fondamentale che gli enti sportivi adottino delle best practice per garantire un trattamento corretto e trasparente dei dati personali. Tra queste, possiamo citare:

  • La designazione di un responsabile della protezione dei dati (DPO) che supporti l’ente nell’adeguamento alla normativa e funga da punto di contatto con gli interessati
  • L’adozione di policy e procedure interne che definiscano ruoli, responsabilità e modalità operative per il trattamento dei dati
  • La formazione del personale sulle tematiche privacy e sulla gestione dei dati
  • L’implementazione di misure di sicurezza adeguate a proteggere i dati da accessi non autorizzati, perdite o alterazioni
  • La predisposizione di informative chiare e complete che illustrino agli interessati le finalità e le modalità del trattamento
  • La definizione di processi per la gestione delle richieste di esercizio dei diritti da parte degli interessati (accesso, rettifica, cancellazione, ecc.)

Esempi pratici

Vediamo ora alcuni esempi concreti di come le disposizioni normative e le best practice possono trovare applicazione nel settore sportivo:

  1. Una società calcistica che intende utilizzare i dati biometrici dei propri atleti per finalità di monitoraggio delle performance dovrà stipulare un accordo con le rappresentanze sindacali che definisca nel dettaglio le modalità di raccolta e utilizzo di tali dati, garantendo il rispetto dei principi di necessità, proporzionalità e minimizzazione.
  2. Una federazione sportiva che organizza eventi e manifestazioni dovrà fornire ai partecipanti un’informativa privacy che indichi chiaramente quali dati vengono raccolti, per quali scopi, per quanto tempo vengono conservati e a chi possono essere comunicati. Dovrà inoltre acquisire, ove necessario, il consenso specifico degli interessati per i singoli trattamenti.
  3. Un’associazione dilettantistica che si avvale di volontari dovrà comunque rispettare le norme privacy, ad esempio acquisendo il consenso per la pubblicazione di foto e video sui social media, adottando misure di sicurezza per proteggere i dati dei tesserati e rispondendo alle eventuali richieste di esercizio dei diritti.

Conclusioni

La protezione dei dati personali dei lavoratori sportivi è un tema complesso che richiede attenzione e impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti. Le norme generali del GDPR e del Codice Privacy forniscono la cornice di riferimento, ma è attraverso gli accordi collettivi e l’adozione di best practice che si può arrivare ad un quadro di regole chiaro, equilibrato ed efficace. L’auspicio è che il mondo sportivo sappia cogliere questa sfida, facendo della protezione dei dati un elemento di valore e di competitività.


Domande e Risposte

D: Quali sono i soggetti che possono stipulare accordi collettivi sulla protezione dei dati dei lavoratori sportivi?
R: Gli accordi collettivi possono essere stipulati dalle Federazioni Sportive Nazionali, dalle Discipline Sportive Associate, dagli Enti di Promozione Sportiva e dai rappresentanti delle categorie di lavoratori sportivi interessate.

D: Cosa succede se non vengono stipulati accordi collettivi?
R: In mancanza di accordi, si applicano le norme stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri o dell’Autorità politica delegata in materia di sport, da adottarsi di concerto con il Ministro del lavoro entro 12 mesi dall’entrata in vigore del D.Lgs. 36/2022.

D: Quali sono alcuni esempi di best practice per il trattamento dei dati nel settore sportivo?
R: Tra le best practice possiamo citare la designazione di un DPO, l’adozione di policy interne, la formazione del personale, l’implementazione di misure di sicurezza, la predisposizione di informative chiare e la definizione di processi per la gestione delle richieste degli interessati.

D: Gli enti sportivi dilettantistici sono soggetti alle norme sulla protezione dei dati?
R: Sì, anche gli enti dilettantistici devono rispettare le norme privacy, ad esempio acquisendo i consensi necessari, adottando misure di sicurezza adeguate e rispondendo alle richieste di esercizio dei diritti da parte degli interessati.

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