Le partite IVA si preparano a importanti cambiamenti dal 1° gennaio 2025, con l’introduzione di nuove regole europee che promettono di semplificare la vita delle piccole e medie imprese (PMI) operanti nell’Unione Europea. Queste novità derivano dall’attuazione delle direttive UE 2020/285 e 2022/542, mirate a riformare il sistema dell’imposta sul valore aggiunto.
Il nuovo regime IVA semplificato
A partire dal prossimo anno, le PMI potranno beneficiare di un regime IVA semplificato che offre vantaggi significativi. La Commissione Europea ha recentemente lanciato un portale informatico dedicato per illustrare queste novità, che includono la possibilità per le imprese di vendere beni e servizi in esenzione IVA e di godere di una riduzione degli oneri amministrativi legati all’imposta.
Il regime transfrontaliero: un’opportunità per le PMI europee
Una delle innovazioni più rilevanti è l’introduzione del “regime transfrontaliero”. Questo sistema è pensato per le PMI stabilite in uno Stato membro dell’UE che operano anche in altri Stati membri, dove sono tenute al versamento dell’IVA. L’obiettivo è creare parità di condizioni tra le imprese locali e quelle che operano in uno Stato membro senza esservi stabilite, garantendo loro la medesima esenzione IVA.
Per accedere a questo regime, le PMI devono rispettare alcuni requisiti:
- Avere un fatturato annuo complessivo in tutta l’UE non superiore a 100.000 euro o comunque inferiore alla soglia nazionale prevista dallo Stato membro in cui si richiede l’esenzione.
- Il fatturato annuo in ogni Stato UE in cui si desidera l’esenzione IVA non deve superare la soglia annuale nazionale nell’anno corrente e in quello precedente.
Per aderire al regime transfrontaliero, l’impresa deve presentare una comunicazione preventiva nello Stato UE di stabilimento, che fungerà da punto di contatto con gli altri Stati membri. Al termine della registrazione, verrà assegnato un numero identificativo “EX”, utilizzabile in tutti gli Stati membri in cui l’impresa beneficia dell’esenzione IVA.
Il regime forfettario “speciale” per le PMI
Un’altra novità significativa è la possibilità per gli Stati UE di adottare regimi di franchigia IVA a favore delle PMI. Questo regime è riservato alle imprese stabilite nello Stato che lo adotta e con un fatturato annuo inferiore a una soglia stabilita liberamente da ciascuno Stato, ma non superiore a 85.000 euro.
Gli Stati membri avranno la facoltà di stabilire più di una soglia annuale, dette “soglie settoriali”. In caso di più soglie applicabili, lo Stato indirizzerà la PMI verso quella più appropriata, sottolineando che può essere applicata una sola soglia per soggetto passivo. Le autorità fiscali potranno rivalutare la soglia settoriale applicabile alla fine di ogni anno.
Applicazione delle nuove regole
È importante sottolineare che l’adesione a questi nuovi regimi non è obbligatoria. Le PMI potranno scegliere se aderire al regime speciale sull’IVA o continuare ad applicare il regime IVA nazionale anche dopo il 1° gennaio 2025. Le procedure per l’applicazione del regime transfrontaliero varieranno a seconda della situazione dell’impresa al 31 dicembre 2024 e delle sue intenzioni per il 2025.
Il regime speciale UE si applicherà a tutti i beni e servizi, con alcune eccezioni come le transazioni occasionali di fabbricati o terreni edificabili, le cessioni transfrontaliere di nuovi mezzi di trasporto e altre operazioni eventualmente escluse dallo Stato membro interessato.
Novità specifiche per l’Italia
In Italia, l’attuazione delle direttive UE avviene attraverso il decreto legislativo 180/2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 novembre e in vigore dal 1° gennaio 2025. Oltre all’estensione del regime di franchigia IVA, il decreto introduce altre importanti novità:
- I soggetti passivi ammessi al regime forfettario potranno emettere fatture in modalità semplificata, senza i limiti di importo previsti dall’articolo 21-bis del Dpr 633/1972.
- Cambiano i criteri di territorialità IVA per gli eventi in streaming: saranno considerati effettuati nel territorio dello Stato se il committente è domiciliato in Italia o vi è residente senza domicilio all’estero. In sostanza, il luogo di stabilimento del cliente finale determinerà lo Stato in cui versare l’IVA.
Queste modifiche rappresentano un passo significativo verso la semplificazione e l’armonizzazione del sistema IVA a livello europeo, offrendo alle PMI nuove opportunità per operare in modo più efficiente nel mercato unico.