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IVA nella ristorazione digitale: guida alle aliquote per ordini tramite app

25 Ottobre, 2024

La digitalizzazione del settore della ristorazione ha introdotto nuove dinamiche nell’applicazione dell’IVA. La distinzione tra somministrazione e cessione di beni richiede un’analisi approfondita delle modalità operative, con implicazioni significative sulle aliquote applicabili.

Quadro normativo di riferimento

Il sistema fiscale italiano prevede un’aliquota IVA ridotta del 10% per i servizi di somministrazione di alimenti e bevande, mentre applica l’aliquota ordinaria del 22% per le mere cessioni di beni. La normativa si basa sul DPR 633/1972, integrato dalle interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate e dalla giurisprudenza comunitaria.

Caratteristiche della somministrazione

La somministrazione si configura quando il servizio ristorativo include elementi qualificanti sostanziali. Il locale deve disporre di spazi dedicati al consumo, personale qualificato per il servizio ai tavoli, supporto nella scelta delle pietanze e un ambiente strutturato per garantire un’esperienza gastronomica completa. La presenza di arredi specifici, stoviglie e servizi complementari come il guardaroba rafforza la natura di somministrazione.

Elementi distintivi della cessione di beni

La cessione si caratterizza per la predominanza dell’elemento traslativo rispetto ai servizi accessori. Un esempio tipico è il locale che offre esclusivamente un bancone d’appoggio o sedute basilari. In questi casi, anche la presenza di elementi minimi di servizio non modifica la natura dell’operazione, che resta qualificata come cessione di beni.

Impatto delle piattaforme digitali

Le app di ordinazione hanno introdotto una variabile tecnologica che non modifica la sostanza della prestazione. L’elemento discriminante resta la modalità di fruizione del servizio. Se il cliente consuma nel locale con servizio completo, l’operazione mantiene la natura di somministrazione, indipendentemente dal canale di ordinazione utilizzato.

Casistica pratica e interpretazioni

La giurisprudenza comunitaria ha stabilito che la prestazione di ristorazione deve caratterizzarsi per una prevalenza significativa dei servizi rispetto alla mera cessione alimentare. Un ristorante tradizionale che accetta ordini via app, mantenendo il servizio al tavolo, applicherà l’IVA al 10%. Diversamente, un locale che offre principalmente asporto, pur accettando ordini digitali, applicherà l’aliquota specifica per ciascun prodotto.

Conclusioni

La digitalizzazione dei processi di ordinazione non modifica i criteri sostanziali per la determinazione dell’aliquota IVA. L’elemento decisivo resta la modalità effettiva di erogazione del servizio e la presenza di strutture e personale dedicati alla somministrazione.

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