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La riforma del Terzo Settore e il crocevia dell’iscrizione al RUNTS

19 Settembre, 2024

La riforma del Terzo Settore sta entrando in una fase cruciale, ponendo le oltre 23.000 Onlus iscritte all’anagrafe di fronte a scelte determinanti per il loro futuro. Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC) ha recentemente pubblicato un documento che analizza in dettaglio le diverse situazioni e le possibili opzioni che si prospettano per queste organizzazioni. La transizione al nuovo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) non sarà un processo automatico e uniforme per tutte le Onlus, ma richiederà una valutazione attenta e personalizzata delle opzioni disponibili.

Le opzioni sul tavolo

Con l’avvicinarsi della scadenza per l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), le oltre 23.000 Onlus attualmente iscritte all’anagrafe si trovano di fronte a un cruciale bivio decisionale. Il documento del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC) delinea diverse strade percorribili, ciascuna con le proprie implicazioni e opportunità. Esaminiamo ora nel dettaglio le principali opzioni a disposizione delle Onlus, considerando le caratteristiche, i vantaggi e le potenziali sfide di ogni scelta. Questa analisi aiuterà le organizzazioni a navigare con maggiore consapevolezza attraverso questo complesso processo di transizione, valutando attentamente quale percorso si allinea meglio con la loro missione, struttura operativa e visione futura.

Enti filantropici

Per le Onlus che hanno come attività primaria la raccolta fondi, si prospetta la possibilità di orientarsi verso la sezione degli enti filantropici del RUNTS. Questa scelta comporterebbe l’adeguamento dello statuto in conformità con gli articoli 37, 38 e 39 del Codice del Terzo Settore. Gli enti filantropici si caratterizzano per:

  • Focus sulla raccolta e distribuzione di risorse per finalità di utilità sociale
  • Necessità di adottare modelli di governance trasparenti
  • Obbligo di rendicontazione dettagliata delle attività filantropiche

Questa opzione potrebbe essere particolarmente adatta per organizzazioni che hanno costruito la loro reputazione e il loro modello operativo attorno alla capacità di mobilitare risorse per cause sociali specifiche.

ETS generici

Un’altra opzione è quella di iscriversi al RUNTS come Enti del Terzo Settore (ETS) generici non commerciali. Questa scelta permetterebbe di:

  • Mantenere attivo il controllo sulla natura non commerciale dell’attività, come previsto dall’articolo 79 comma 5 del Codice del Terzo Settore
  • Beneficiare di un regime fiscale agevolato, a condizione di rispettare i limiti di commercialità previsti dalla legge
  • Avere maggiore flessibilità nella scelta delle attività da svolgere, purché rientrino tra quelle di interesse generale elencate nel Codice

È una soluzione che potrebbe adattarsi bene alle Onlus che svolgono attività prevalentemente non commerciali ma che desiderano comunque rientrare nel nuovo sistema del Terzo Settore, mantenendo una certa continuità con il loro status attuale.

Imprese sociali

Per le Onlus che fondano la loro attività sull’esercizio di un’attività economica organizzata, la trasformazione in impresa sociale potrebbe essere la scelta più appropriata. Questa opzione comporta:

  • La possibilità di svolgere attività commerciali in modo più strutturato e con meno limitazioni rispetto agli ETS non commerciali
  • L’accesso a forme di finanziamento e investimento specifiche per le imprese sociali
  • L’obbligo di reinvestire gli utili nell’attività statutaria o nell’incremento del patrimonio
  • La necessità di adottare modelli di governance partecipativa e di rendicontazione sociale

La scelta dell’impresa sociale richiede una valutazione attenta dei rischi legati al mutamento di qualifica dell’ente, ma offre anche opportunità significative in termini di sviluppo imprenditoriale e impatto sociale.

Il nodo della scelta

La decisione non è semplice e richiede un’analisi approfondita delle caratteristiche specifiche di ciascuna organizzazione. Alcuni fattori chiave da considerare includono:

  • La natura prevalente delle attività svolte e la loro sostenibilità economica
  • Le fonti di finanziamento e la struttura economica dell’ente
  • Gli obiettivi futuri e la visione strategica dell’organizzazione
  • Le implicazioni fiscali e amministrative delle diverse opzioni
  • La composizione e le competenze del personale e dei volontari

È fondamentale sottolineare che la mancata iscrizione al RUNTS entro il 31 marzo del periodo d’imposta successivo all’autorizzazione della Commissione Europea comporterà la perdita della qualifica di Onlus, con conseguenze significative sul piano fiscale e operativo. Questo termine pone una pressione temporale non indifferente sulle organizzazioni, che devono agire con tempestività ma anche con ponderazione.

Implicazioni fiscali e patrimoniali

Un elemento di particolare rilevanza nella riforma riguarda il trattamento del patrimonio accumulato durante il periodo in cui l’ente ha goduto della qualifica di Onlus. La normativa prevede che:

  • In caso di scioglimento o di perdita della qualifica, il patrimonio debba essere devoluto ad altri enti del Terzo Settore
  • Sono previste alcune eccezioni e la possibilità di mantenere il patrimonio sotto certe condizioni, specialmente per gli enti che si iscriveranno al RUNTS
  • Gli incrementi patrimoniali realizzati durante il periodo di qualifica come Onlus potrebbero essere soggetti a tassazione in caso di perdita della qualifica

Queste disposizioni richiedono una pianificazione attenta e una valutazione accurata delle conseguenze patrimoniali e fiscali di ogni possibile scelta.

Il ruolo della governance e della rendicontazione

La riforma pone un’enfasi particolare sulla governance e sulla rendicontazione degli enti del Terzo Settore. In particolare:

  • Gli ETS dovranno adottare modelli di governance trasparenti e partecipati
  • Sarà necessario implementare sistemi di rendicontazione sociale e di impatto più strutturati
  • La comunicazione con gli stakeholder diventerà un elemento centrale nella gestione dell’ente

Questi aspetti richiedono un’evoluzione significativa nelle pratiche organizzative e gestionali di molte Onlus, che dovranno investire in formazione e sviluppo di competenze specifiche.

Conclusione

La riforma del Terzo Settore rappresenta un momento di svolta epocale per le Onlus italiane. Mentre offre nuove opportunità di sviluppo e una cornice normativa più moderna, pone anche sfide significative in termini di adeguamento strategico e operativo.In questo contesto, il ruolo dei professionisti del settore, come commercialisti, esperti legali e consulenti specializzati, diventa cruciale per guidare le Onlus attraverso questo processo di transizione. La consulenza specializzata può fare la differenza tra una transizione di successo e il rischio di perdere benefici fiscali o, nei casi più gravi, la stessa esistenza dell’ente.

Le Onlus si trovano di fronte a un bivio che richiede una profonda riflessione sulla propria identità, missione e modalità operative. La scelta non riguarda solo aspetti formali o fiscali, ma implica una ridefinizione del proprio ruolo nel panorama sociale ed economico italiano.Il countdown è iniziato: le Onlus hanno davanti a sé una finestra temporale limitata per prendere decisioni che influenzeranno profondamente il loro futuro.

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