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La Riforma dello Sport in Italia: un cambiamento epocale per il settore

25 Aprile, 2024

La Riforma dello Sport, entrata in vigore il 1 luglio 2023 e successivamente modificata dai decreti correttivi n. 163/2022 e n. 120/2023, rappresenta un intervento normativo di ampia portata, che ridisegna il quadro giuridico e organizzativo del settore sportivo italiano. Le novità introdotte, previste dall’articolo 5 della legge 8 agosto 2019, n. 86, toccano molteplici ambiti, dal lavoro sportivo al funzionamento delle associazioni e società sportive dilettantistiche (ASD e SSD), dal sistema di agevolazioni fiscali alle regole di governance delle federazioni sportive nazionali.

La riforma si pone l‘obiettivo di modernizzare e razionalizzare un settore che, negli anni, ha accumulato una normativa frammentaria e spesso poco chiara, con l’intento di garantire maggiori tutele per i lavoratori, semplificare gli adempimenti per le realtà di base e allineare l‘Italia agli standard europei in materia di promozione dello sport e sostenibilità economica delle organizzazioni sportive.

Un nuovo status per i lavoratori sportivi

Una delle principali novità riguarda la figura del lavoratore sportivo, per il quale viene superata la storica distinzione tra professionismo e dilettantismo. La riforma introduce una disciplina unitaria, riconoscendo la specificità del lavoro sportivo ma al contempo garantendo tutele e diritti fondamentali in materia di salute, sicurezza e trattamento economico.

I lavoratori sportivi, definiti come coloro che svolgono attività sportiva a titolo oneroso e in modo continuativo, potranno essere inquadrati in due diverse tipologie contrattuali:

  • Lavoratori subordinati: in questo caso, si applicheranno integralmente le tutele previste dal diritto del lavoro, inclusi i contratti collettivi nazionali. I lavoratori sportivi subordinati avranno diritto a ferie, permessi, riposi settimanali, tredicesima mensilità, trattamento di fine rapporto e tutti gli altri istituti previsti per i lavoratori dipendenti.
  • Collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co.): questa tipologia contrattuale potrà essere utilizzata solo entro un limite massimo di 24 ore settimanali per singolo committente. Oltre tale soglia, il rapporto  non si trasformerà automaticamente in lavoro subordinato a tempo pieno bensì sarà onere delle Società sportive dimostrare l’assenza del presupposto del lavoro subordinato. I collaboratori sportivi avranno diritto a un compenso prestabilito nel contratto sportivo, all’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali, alla tutela della maternità e alla sospensione del rapporto in caso di malattia o infortunio.per questi lavoratori è prevista l’applicazione di un regime fiscale e contributivo agevolato, entro determinati limiti di compenso annuo. In particolare, i compensi fino a 5.000 euro annui saranno esenti da imposte e contributi, mentre per la fascia da 5.001 a 15.000 euro si applicherà la sola contribuzione previdenziale. Oltre i 15.000 euro, i compensi saranno soggetti a tassazione e contribuzione ordinaria.

Vengono inoltre introdotte misure per favorire la formazione e l’aggiornamento professionale dei lavoratori sportivi, attraverso l’istituzione di un Fondo per la formazione dei lavoratori sportivi presso l’Istituto per il Credito Sportivo, con una dotazione iniziale di 5 milioni di euro annui.

Un nuovo regime fiscale e contributivo

La riforma introduce un nuovo regime fiscale e contributivo per i compensi dei lavoratori sportivi dilettanti, con l’obiettivo di semplificare gli adempimenti per le ASD/SSD e favorire l’emersione del lavoro sportivo.

In particolare, vengono previste tre fasce di esenzione o agevolazione:

  • Fino a 5.000 euro annui: i compensi saranno completamente esenti da imposte sui redditi (IRPEF) e da contributi previdenziali e assistenziali. Questa soglia di esenzione, più elevata rispetto al passato, mira a favorire la partecipazione allo sport dilettantistico e a ridurre il rischio di lavoro sommerso.
  • Da 5.001 a 15.000 euro annui: i compensi saranno esenti da IRPEF, ma assoggettati a contribuzione previdenziale con un’aliquota agevolata del 10%. Questa fascia intermedia garantisce una copertura previdenziale per i lavoratori sportivi dilettanti, pur mantenendo un regime fiscale vantaggioso.
  • Oltre 15.000 euro annui: i compensi saranno soggetti a tassazione IRPEF e a contribuzione previdenziale e assistenziale con le aliquote ordinarie. Questa soglia rappresenta il limite oltre il quale il lavoro sportivo dilettantistico assume caratteristiche di continuità e professionalità tali da giustificare l’applicazione del regime fiscale e contributivo standard.

Anche i premi per risultati sportivi saranno interessati da un nuovo regime fiscale: i premi corrisposti saranno soggetti a una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta del 20%.

Queste novità mirano a semplificare il sistema di tassazione per i lavoratori sportivi dilettanti, garantendo al contempo un maggior gettito contributivo per l’INPS e una più equa distribuzione del carico fiscale. Inoltre, l’innalzamento delle soglie di esenzione e l’introduzione di aliquote agevolate favoriscono l’emersione del lavoro sportivo sommerso e la regolarizzazione dei rapporti di collaborazione.

Nuovi adempimenti per le associazioni e società sportive dilettantistiche

La riforma introduce importanti novità anche per le associazioni e società sportive dilettantistiche (ASD e SSD), che rappresentano l’ossatura del movimento sportivo di base in Italia. Queste realtà, che spesso operano con risorse limitate e grazie all‘impegno volontario dei propri associati, sono chiamate ad adeguarsi a nuovi adempimenti e obblighi, finalizzati a garantire una maggiore trasparenza e controllo sull’attività sportiva dilettantistica.

Entro il 30 giugno 2024, tutte le ASD/SSD dovranno adeguare i propri statuti alle nuove disposizioni, pena la cancellazione dal Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche (RNASD). Questo adempimento mira a uniformare il funzionamento delle realtà sportive di base, garantendo il rispetto di principi di democrazia interna, parità di accesso e trasparenza gestionale.

Tra le principali novità introdotte dalla riforma per le ASD/SSD, vi sono:

  • Iscrizione al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche: l’iscrizione al RNASD diventa condizione necessaria per accedere alle agevolazioni fiscali e alle altre misure di sostegno previste per il settore sportivo dilettantistico. Il Registro, gestito dal Dipartimento per lo Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, rappresenta uno strumento di certificazione e controllo delle realtà sportive di base, garantendo una maggiore trasparenza e uniformità nel settore.
  • Obbligo di comunicazione dei rapporti di lavoro sportivo: le ASD/SSD saranno tenute a comunicare al Dipartimento per lo Sport, attraverso una piattaforma telematica dedicata, i dati relativi ai rapporti di lavoro sportivo instaurati, indipendentemente dalla tipologia contrattuale utilizzata. Questa comunicazione dovrà essere effettuata entro il giorno 16 del mese successivo all’instaurazione del rapporto, pena l’applicazione di sanzioni amministrative. L’obbligo di comunicazione mira a contrastare il lavoro sommerso nel settore sportivo e a favorire una maggiore trasparenza nella gestione dei collaboratori sportivi.

Nonostante le semplificazioni previste, gli adempimenti introdotti dalla riforma rappresentano indubbiamente un aggravio burocratico per le ASD/SSD, soprattutto nella fase di prima applicazione. Sarà quindi fondamentale un‘attività di informazione e supporto da parte delle istituzioni e degli enti di promozione sportiva, per accompagnare le realtà di base nell’adeguamento alle nuove norme e nella corretta gestione degli obblighi previsti.

Riforma del CONI e delle federazioni sportive nazionali

La Riforma dello Sport ridisegna anche il ruolo e la governance del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e delle federazioni sportive nazionali, con l’obiettivo di rafforzare l‘autonomia dell‘ordinamento sportivo e di adeguare il sistema sportivo italiano ai principi internazionali di buon governo e trasparenza.

Per quanto riguarda il CONI, la riforma ne rafforza il ruolo di confederazione delle federazioni sportive nazionali e di rappresentante dello sport italiano in ambito internazionale, attribuendogli la competenza esclusiva sulla preparazione olimpica e sull’alto livello. Al contempo, le funzioni di promozione dello sport di base e di gestione dei rapporti con le ASD/SSD vengono trasferite al nuovo Dipartimento per lo Sport, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Questa separazione di competenze mira a garantire una maggiore efficienza e specializzazione nell’azione di governo dello sport, evitando sovrapposizioni e conflitti di attribuzione. Il CONI potrà così concentrarsi sulla missione di sviluppo dello sport ad alto livello e di successo nelle competizioni internazionali, mentre il Dipartimento per lo Sport si occuperà di promuovere la pratica sportiva di base e di sostenere le realtà dilettantistiche sul territorio.

La riforma introduce anche importanti novità per le federazioni sportive nazionali, che dovranno adeguare i propri statuti ai principi di democrazia interna, parità di genere e trasparenza gestionale. In particolare, le federazioni dovranno:

  • Prevedere limiti ai mandati degli organi direttivi, con un massimo di tre mandati consecutivi per il presidente e di due mandati consecutivi per gli altri componenti del consiglio federale
  • Garantire una rappresentanza di genere negli organi direttivi, con una quota minima del 30% per il genere meno rappresentato
  • Introdurre criteri di eleggibilità più stringenti per i componenti degli organi direttivi, escludendo coloro che abbiano riportato condanne definitive per reati contro la pubblica amministrazione o per reati societari
  • Adottare sistemi di controllo interno e di gestione dei rischi, inclusa la nomina di un revisore legale dei conti e di un organismo di vigilanza ai sensi del D.Lgs. 231/2001
  • Pubblicare sul proprio sito web il bilancio d’esercizio, i compensi degli organi direttivi e dei collaboratori, nonché i contributi pubblici ricevuti

Queste misure mirano a promuovere una maggiore trasparenza e accountability delle federazioni sportive, favorendo il ricambio generazionale e la partecipazione delle donne ai processi decisionali. L’adeguamento degli statuti federali dovrà avvenire entro sei mesi dall’entrata in vigore dei decreti attuativi della riforma, pena il commissariamento della federazione inadempiente da parte del CONI.

La riforma attribuisce inoltre al CONI il potere di commissariamento delle federazioni sportive nazionali in caso di gravi irregolarità nella gestione o di persistenti violazioni dell’ordinamento sportivo. Il commissariamento potrà essere disposto dal Consiglio Nazionale del CONI, su proposta della Giunta Nazionale, e avrà una durata massima di 12 mesi, prorogabili una sola volta per ulteriori 12 mesi.

Durante il commissariamento, il CONI nominerà un commissario straordinario con il compito di adottare tutti gli atti necessari per il ripristino della legalità e per la prosecuzione dell‘attività sportiva, inclusa la convocazione dell‘assemblea elettiva per il rinnovo degli organi federali.

Questa misura, già prevista dal Testo Unico sullo Sport del 2003 ma raramente applicata nella prassi, mira a rafforzare i poteri di controllo e intervento del CONI sulle federazioni sportive, garantendo una più efficace azione di contrasto alle irregolarità e alle violazioni dell‘ordinamento sportivo.

Misure di sostegno e promozione dello sport

La Riforma dello Sport introduce anche diverse misure di sostegno e promozione dello sport, con l‘obiettivo di favorire la pratica sportiva di base, l’inclusione sociale e la valorizzazione del territorio. Queste misure, che si aggiungono agli interventi già previsti dalla legislazione vigente, mirano a riconoscere il valore sociale, educativo e di prevenzione dello sport, in linea con le raccomandazioni dell‘Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Tra le principali novità introdotte dalla riforma, vi sono:

  1. Istituzione del Fondo per il potenziamento del movimento sportivo italiano: questo fondo, con una dotazione iniziale di 50 milioni di euro per il 2023 e di 100 milioni di euro annui a decorrere dal 2024, è destinato a finanziare progetti di sviluppo e innovazione dello sport, presentati da federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva, associazioni benemerite e altri soggetti pubblici e privati. I progetti potranno riguardare diverse aree di intervento, come la realizzazione e il miglioramento di impianti sportivi, la promozione dello sport nelle scuole e nelle università, il sostegno alla pratica sportiva delle persone con disabilità, la lotta al doping e alla violenza nello sport.
  2. Incremento delle risorse per il “Fondo Sport e Periferie”: la riforma prevede un incremento di 50 milioni di euro annui, a decorrere dal 2023, delle risorse destinate al “Fondo Sport e Periferie”, istituito dalla legge di bilancio 2015 per la realizzazione e la rigenerazione di impianti sportivi nelle aree urbane disagiate. Questo incremento mira a potenziare l’azione di contrasto al degrado urbano e sociale attraverso lo sport, favorendo l’inclusione e la coesione nelle periferie delle città.
  3. Misure di sostegno alla maternità delle atlete: la riforma introduce misure di tutela della maternità per le atlete, prevedendo il diritto all’astensione dal lavoro sportivo per un periodo di 5 mesi (2 prima del parto e 3 dopo il parto) e il diritto a percepire un’indennità pari all’80% della retribuzione media giornaliera. Inoltre, le atlete potranno beneficiare di un contributo economico per le spese di assistenza e accudimento del figlio fino al compimento del primo anno di età, erogato dall’INPS previa domanda della lavoratrice.
  4. Interventi per favorire l’accesso allo sport delle persone con disabilità: la riforma prevede l’istituzione di un Fondo per l’inclusione sportiva delle persone con disabilità, con una dotazione di 10 milioni di euro annui a decorrere dal 2023. Il Fondo finanzierà progetti di promozione dello sport paralimpico, di abbattimento delle barriere architettoniche negli impianti sportivi, di formazione di tecnici e operatori specializzati, di acquisto di attrezzature sportive adattate. Inoltre, viene introdotta una riserva del 10% dei posti nei corsi di laurea in scienze motorie e sportive per gli studenti con disabilità, al fine di favorire la loro partecipazione alla pratica sportiva e la loro inclusione nel mondo dello sport.

Queste misure, insieme alle altre disposizioni della riforma, mirano a potenziare il ruolo dello sport come strumento di benessere, inclusione e sviluppo sociale, in linea con gli obiettivi dell‘Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con le strategie dell’Unione Europea per la promozione dello sport e dell‘attività fisica.

La sfida sarà quella di garantire un’attuazione efficace e tempestiva delle misure previste, attraverso un coordinamento tra i diversi livelli di governo e una collaborazione tra il settore pubblico e quello privato. Solo così sarà possibile cogliere appieno le opportunità offerte dalla riforma e costruire un modello di sport più equo, sostenibile e accessibile a tutti.

Esempi pratici

  • La ASD “Volley Mania” dovrà adeguare il proprio statuto alle nuove disposizioni entro il 30 giugno 2024, prevedendo il divieto di ricoprire cariche direttive per coloro che abbiano riportato condanne per reati sportivi o per doping. Dovrà inoltre iscriversi al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche e comunicare al Dipartimento per lo Sport i dati relativi ai rapporti di lavoro sportivo instaurati con i propri allenatori e istruttori.
  • Mario, istruttore di fitness presso la SSD “Body Power“, percepisce un compenso annuo di 12.000 euro. Con la riforma, questo compenso sarà esente da IRPEF ma assoggettato a contribuzione previdenziale. Inoltre, in caso di infortunio durante l’attività lavorativa, 
  • La Federazione Italiana Nuoto (FIN) dovrà adeguare il proprio statuto prevedendo una rappresentanza di genere negli organi direttivi di almeno il 30% per il genere meno rappresentato. Dovrà inoltre adottare un sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, pubblicando sul proprio sito web il bilancio d’esercizio e i compensi degli organi direttivi e dei collaboratori.
  • L’atleta paralimpica Giulia potrà beneficiare delle misure di sostegno previste dalla riforma per favorire l’accesso allo sport delle persone con disabilità. Potrà infatti usufruire di contributi per l’acquisto di attrezzature sportive adattate e per la partecipazione a competizioni internazionali, oltre che di servizi di assistenza e accompagnamento gratuiti per gli allenamenti e le gare.
  • La SSD “Tennis Club Azzurri” potrà partecipare al bando per l’assegnazione di contributi a valere sul Fondo per il potenziamento del movimento sportivo italiano, presentando un progetto per la realizzazione di un centro di alta specializzazione per il tennis in carrozzina. Il progetto, se approvato, potrà beneficiare di un finanziamento fino al 70% dei costi ammissibili, favorendo l’inclusione sportiva delle persone con disabilità.
  • La campionessa di sci alpino Francesca, in caso di maternità, potrà beneficiare delle tutele previste dalla riforma per le atlete professioniste. Avrà infatti diritto a un’indennità pari all’80% della retribuzione media giornaliera per 5 mesi (2 prima del parto e 3 dopo il parto) e a un contributo economico per le spese di assistenza e accudimento del figlio fino al compimento del primo anno di età.

Questi esempi mostrano come la Riforma dello Sport possa avere un impatto concreto sulla vita delle persone e delle organizzazioni che operano nel mondo sportivo, offrendo nuove opportunità di sviluppo e di inclusione ma richiedendo anche un impegno per adeguarsi alle nuove norme e per cogliere appieno le potenzialità del cambiamento.

Conclusioni

La Riforma dello Sport rappresenta un intervento di ampia portata, che ridisegna il quadro normativo e organizzativo del settore sportivo italiano, con l’obiettivo di adeguarlo alle sfide del XXI secolo e di valorizzarne il ruolo sociale, educativo ed economico.

Le novità introdotte toccano molteplici ambiti, dal lavoro sportivo al funzionamento delle associazioni e società sportive dilettantistiche, dal sistema di governance delle federazioni sportive nazionali alle misure di sostegno e promozione dello sport. Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma, che mira a superare la frammentazione e l‘obsolescenza della normativa previgente, garantendo maggiori tutele per i lavoratori, più trasparenza nella gestione delle organizzazioni sportive, un’azione di governo dello sport più efficiente e coordinata.

L’attuazione della riforma richiederà un impegno straordinario da parte di tutti gli attori coinvolti – istituzioni, enti sportivi, associazioni, società, lavoratori – per adeguarsi alle nuove norme e cogliere appieno le opportunità offerte dal cambiamento. Sarà fondamentale un‘opera di informazione, formazione e accompagnamento, per garantire una piena comprensione e applicazione delle novità introdotte, evitando incertezze e difficoltà interpretative.

Le criticità maggiori riguarderanno probabilmente i tempi ristretti per l‘adeguamento, soprattutto per le realtà sportive di base che dovranno modificare i propri statuti e adottare nuovi adempimenti gestionali, e i maggiori oneri burocratici e contributivi derivanti dall‘applicazione della riforma. Sarà quindi cruciale prevedere misure di sostegno e semplificazione, soprattutto nella fase di transizione, per evitare che la riforma si traduca in un appesantimento eccessivo per il mondo dello sport dilettantistico.

D’altra parte, la riforma offre anche importanti opportunità per il rilancio e la valorizzazione del sistema sportivo italiano. Le nuove tutele per i lavoratori sportivi potranno favorire una maggiore professionalizzazione e qualificazione del settore, attraendo nuovi talenti e competenze. La semplificazione del regime fiscale e contributivo per i compensi dei dilettanti potrà incentivare l’emersione del lavoro sportivo sommerso e la regolarizzazione dei rapporti di collaborazione. Le misure di sostegno e promozione dello sport potranno dare impulso alla pratica sportiva di base, all‘inclusione sociale e alla riqualificazione urbana attraverso lo sport.

Per cogliere appieno queste opportunità, sarà necessario un cambio di mentalità e di approccio da parte di tutti i soggetti interessati. Le organizzazioni sportive dovranno adottare modelli di governance più trasparenti e partecipati, aprendosi al contributo delle donne, dei giovani e delle competenze esterne. I lavoratori sportivi dovranno acquisire una maggiore consapevolezza dei propri diritti e doveri, impegnandosi in percorsi di formazione e aggiornamento continuo. Le istituzioni dovranno garantire un‘azione di governo dello sport più efficace e coordinata, valorizzando il ruolo del CONI e del Dipartimento per lo Sport e promuovendo una maggiore sinergia tra politiche sportive e politiche sociali, educative, sanitarie.


Domande e Risposte

D: Quali sono le principali novità introdotte dalla Riforma dello Sport in materia di lavoro sportivo?

R: La riforma introduce una disciplina unitaria per tutti i lavoratori sportivi, superando la distinzione tra professionismo e dilettantismo. I lavoratori sportivi potranno essere inquadrati come lavoratori subordinati, collaboratori coordinati e continuativi (con un limite di 18 ore settimanali per committente) o prestatori di lavoro autonomo occasionale, beneficiando in ogni caso di tutele in materia di malattia, infortunio, maternità e formazione professionale.

D: Come cambia il regime fiscale e contributivo per i compensi dei lavoratori sportivi dilettanti?

R: La riforma introduce tre fasce di esenzione o agevolazione per i compensi dei lavoratori sportivi dilettanti: fino a 5.000 euro annui sono esenti da imposte e contributi; da 5.001 a 15.000 euro sono esenti da IRPEF ma assoggettati a contribuzione previdenziale; oltre i 15.000 euro sono soggetti a tassazione e contribuzione. Anche i premi per risultati sportivi sono soggetti a una ritenuta alla fonte del 20%.

D: Quali sono i principali adempimenti previsti dalla riforma per le associazioni e società sportive dilettantistiche (ASD/SSD)?

R: Le ASD/SSD dovranno adeguare i propri statuti alle nuove disposizioni entro il 30 giugno 2024, iscrivendosi al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche. Dovranno inoltre comunicare al Dipartimento per lo Sport i dati relativi ai rapporti di lavoro sportivo instaurati, redigere un rendiconto economico-finanziario annuale e rispettare gli obblighi di tracciabilità dei pagamenti e delle erogazioni liberali ricevute.

D: Cosa prevede la riforma in materia di governance del CONI e delle federazioni sportive nazionali?

R: La riforma rafforza il ruolo del CONI di rappresentante dello sport italiano in ambito internazionale e di garante dell’autonomia dell’ordinamento sportivo, attribuendogli la competenza esclusiva sulla preparazione olimpica e sull’alto livello. Le federazioni sportive nazionali dovranno adeguare i propri statuti ai principi di democrazia interna, parità di genere e trasparenza gestionale, prevedendo limiti ai mandati degli organi direttivi e criteri di eleggibilità più stringenti.

D: Quali sono le principali misure di sostegno e promozione dello sport previste dalla riforma?

R: La riforma prevede l’istituzione di un Fondo per il potenziamento del movimento sportivo italiano, con una dotazione di 100 milioni di euro annui, per finanziare progetti di sviluppo e innovazione dello sport. Viene inoltre incrementato di 50 milioni di euro annui il “Fondo Sport e Periferie” per la realizzazione di impianti sportivi nelle aree urbane disagiate. Sono previsti anche misure di sostegno alla maternità delle atlete e interventi per favorire l’accesso allo sport delle persone con disabilità.

D: Quali sono le criticità e le opportunità legate all’attuazione della Riforma dello Sport?

R: Le principali criticità riguardano i tempi ristretti per l’adeguamento alle nuove norme, soprattutto per le realtà sportive di base, e i maggiori oneri burocratici e contributivi derivanti dall’applicazione della riforma. Sarà quindi cruciale prevedere misure di sostegno e semplificazione, soprattutto nella fase di transizione. D’altra parte, la riforma offre importanti opportunità per il rilancio del sistema sportivo italiano, favorendo una maggiore professionalizzazione del settore, l’emersione del lavoro sommerso, la promozione della pratica sportiva di base e l’inclusione sociale attraverso lo sport.

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