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Le novità in sintesi introdotte dal decreto correttivo del 26 luglio 2024

29 Luglio, 2024

Il recente decreto legislativo correttivo, approvato dal Consiglio dei Ministri, introduce novità significative che promettono di ridefinire il rapporto tra contribuenti e fisco. Al centro di questa rivoluzione troviamo il concordato preventivo biennale e una serie di misure volte a semplificare gli adempimenti fiscali, offrire maggiore flessibilità nelle scadenze e incentivare comportamenti virtuosi.

Il concordato preventivo biennale

Il concordato preventivo biennale rappresenta uno dei pilastri della riforma fiscale in atto. Questo strumento, pensato per instaurare un dialogo più costruttivo tra contribuenti e amministrazione finanziaria, si arricchisce ora di nuove caratteristiche che lo rendono ancora più attraente.

La novità più rilevante è l’introduzione di una flat tax incrementale, strutturata su tre aliquote: 10%, 12% e 15%. Queste aliquote non sono applicate in modo casuale, ma sono correlate ai punteggi ottenuti negli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA). In pratica, più alto è il punteggio ISA di un contribuente, più bassa sarà l’aliquota applicata sul reddito incrementale.Questo meccanismo mira a premiare i contribuenti più affidabili dal punto di vista fiscale, incentivando comportamenti virtuosi e trasparenti.

Ad esempio, un professionista con un punteggio ISA elevato potrebbe beneficiare dell’aliquota del 10% sul reddito eccedente quello concordato, ottenendo un significativo vantaggio fiscale.È importante sottolineare che l’adesione al concordato preventivo biennale rimane una scelta volontaria del contribuente. Tuttavia, le nuove condizioni lo rendono uno strumento particolarmente attraente per chi desidera una maggiore certezza fiscale e la possibilità di pianificare con più precisione i propri oneri tributari nel medio termine.

Regime forfettario: nuovi sconti e opportunità

Il decreto introduce novità significative anche per i contribuenti in regime forfettario, una categoria che negli ultimi anni ha visto una crescita costante. Per questi soggetti, viene introdotta un’imposta sostitutiva opzionale al 10% sulla differenza tra il reddito proposto nel concordato e quello effettivamente conseguito.

Questa misura si rivela particolarmente vantaggiosa per le start-up, per le quali l’aliquota scende addirittura al 3%. L’obiettivo è chiaro: sostenere l’imprenditorialità e l’innovazione, offrendo condizioni fiscali particolarmente favorevoli nelle fasi iniziali dell’attività.

Immaginiamo, ad esempio, un giovane professionista che avvia una start-up innovativa. Aderendo al concordato preventivo biennale, potrebbe beneficiare dell’aliquota agevolata del 3% sulla differenza tra il reddito concordato e quello effettivamente realizzato. Questo potrebbe tradursi in un risparmio fiscale significativo, liberando risorse da reinvestire nello sviluppo dell’attività.

Flessibilità nelle scadenze: un respiro di sollievo per i contribuenti

Il decreto interviene anche sul fronte delle scadenze fiscali, introducendo una maggiore flessibilità che viene incontro alle esigenze di liquidità di imprese e professionisti. In particolare, per coloro che aderiscono al concordato preventivo biennale, sarà possibile versare le imposte entro il 30 agosto con una maggiorazione dello 0,4%.

Questa proroga, apparentemente modesta, può fare una grande differenza nella gestione dei flussi di cassa, soprattutto per le piccole e medie imprese che spesso si trovano a fronteggiare picchi di spesa in determinati periodi dell’anno.

Inoltre, il decreto conferma la proroga della quinta rata della rottamazione delle cartelle esattoriali al 15 settembre, con un’ulteriore tolleranza di cinque giorni che sposta la scadenza effettiva al 20 settembre. Questa misura offre un ulteriore respiro a chi ha aderito alla definizione agevolata, permettendo una migliore pianificazione dei pagamenti.

La fine del redditometro: verso un nuovo approccio all’accertamento fiscale

Una delle novità più significative riguarda il superamento del tradizionale redditometro, uno strumento che nel corso degli anni ha suscitato non poche polemiche per la sua natura potenzialmente invasiva. Al suo posto, il decreto introduce un nuovo meccanismo, provvisoriamente denominato “scova maxi evasioni”.

Questo nuovo approccio si concentrerà sugli scostamenti rilevanti tra il reddito dichiarato e gli indici elaborati dall’amministrazione finanziaria. La soglia di attenzione dovrebbe essere fissata intorno ai 100.000 euro, un livello che mira a colpire le grandi evasioni piuttosto che le piccole discrepanze.

L’obiettivo è duplice: da un lato, rendere più efficace l’azione di contrasto all’evasione fiscale, concentrando le risorse sulle situazioni più gravi; dall’altro, ridurre la pressione sui contribuenti onesti, eliminando quello che è stato percepito come un “Grande Fratello fiscale”.

Questo cambiamento di approccio potrebbe avere un impatto significativo sulla percezione del fisco da parte dei contribuenti, favorendo un clima di maggiore fiducia e collaborazione.

Conclusioni

Le novità introdotte dal decreto legislativo correttivo rappresentano un tentativo ambizioso di ridisegnare il rapporto tra fisco e contribuenti in Italia. L’introduzione della flat tax incrementale nel concordato preventivo biennale, gli sconti per i forfettari e le start-up, la maggiore flessibilità nelle scadenze e il nuovo approccio all’accertamento fiscale sono tutti elementi che puntano verso un sistema tributario più equo, flessibile e orientato alla crescita economica.

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