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Le Riserve del Patrimonio Netto: Guida Pratica alla Gestione e all’Utilizzo

8 Luglio, 2024

Il patrimonio netto rappresenta il valore residuo di un’azienda dopo aver sottratto tutte le passività dalle attività. È un concetto fondamentale nella contabilità e nella finanza aziendale, che riflette non solo la solidità finanziaria di un’impresa, ma anche la sua capacità di generare valore nel tempo. All’interno del patrimonio netto, le riserve giocano un ruolo cruciale, fungendo da cuscinetto finanziario, strumento di gestione strategica e indicatore della politica aziendale in termini di accantonamento e distribuzione degli utili.

In questo articolo, esploreremo in dettaglio le varie tipologie di riserve, il loro utilizzo, le implicazioni fiscali e legali, fornendo una guida completa e approfondita per imprenditori, manager, professionisti contabili e consulenti aziendali. Analizzeremo ogni aspetto delle riserve di patrimonio netto, dalle basi concettuali alle applicazioni pratiche più complesse, offrendo esempi concreti e scenari reali per illustrare al meglio ogni concetto.

Definizione di Patrimonio Netto

Il patrimonio netto è essenzialmente il “valore netto” di un’azienda, rappresentando la differenza tra il totale delle attività e il totale delle passività. In termini più semplici, è ciò che rimarrebbe ai proprietari se l’azienda vendesse tutti i suoi beni e pagasse tutti i suoi debiti.

Esempio pratico;

Immaginiamo un’azienda con le seguenti voci di bilancio:

  • Totale attività: €1.000.000
  • Totale passività: €600.000

Il patrimonio netto è dato da: €1.000.000 – €600.000 = €400.000

Componenti del Patrimonio Netto

Il patrimonio netto è composto da diverse voci, ciascuna con caratteristiche e funzioni specifiche:

a) Capitale sociale:

È il valore nominale delle azioni o quote sottoscritte dai soci. Rappresenta l’investimento iniziale dei proprietari nell’azienda.

Esempio: Una S.r.l. viene fondata con un capitale sociale di €100.000, suddiviso in quote da €1.000 ciascuna tra 100 soci.

b) Riserve

Sono porzioni di utili non distribuiti, accantonati per vari scopi. Le riserve possono essere di diversi tipi, come vedremo in dettaglio più avanti.

Esempio: Un’azienda che guadagna €500.000 in un anno potrebbe decidere di accantonarne €100.000 come riserva straordinaria.

c) Utili (o perdite) portati a nuovo

Sono i profitti o le perdite degli anni precedenti non ancora distribuiti o coperti.

Esempio: Se un’azienda ha conseguito un profitto di €200.000 l’anno scorso ma ha deciso di non distribuirli, questi diventano utili portati a nuovo.

d) Utile (o perdita) dell’esercizio

È il risultato economico dell’anno in corso.

Importanza del Patrimonio Netto

Il patrimonio netto è fondamentale per diverse ragioni:

  • Indicatore di solidità finanziaria: Un patrimonio netto positivo e consistente indica che l’azienda ha più attività che debiti, suggerendo una buona solidità finanziaria.
  • Base per decisioni di investimento: Gli investitori spesso valutano il patrimonio netto per decidere se investire in un’azienda.
  • Requisito legale: In molti paesi, le leggi societarie richiedono un patrimonio netto minimo per certi tipi di società.
  • Calcolo di indici finanziari: Molti indici finanziari importanti, come il ROE (Return on Equity), utilizzano il patrimonio netto nel loro calcolo.

Le Riserve: Definizione, Importanza e Classificazione

Le riserve sono una componente fondamentale del patrimonio netto. Esse rappresentano una parte degli utili che l’azienda ha deciso di non distribuire, ma di conservare per vari scopi. Le riserve possono essere viste come un “salvadanaio” aziendale, utilizzato per far fronte a diverse esigenze future.

Importanza delle Riserve

Le riserve svolgono diverse funzioni cruciali all’interno di un’azienda:

  • Protezione finanziaria: Fungono da cuscinetto contro perdite future o spese impreviste.

Esempio pratico: Un’azienda ha una riserva straordinaria di €500.000. Durante una crisi economica, subisce una perdita inaspettata di €300.000. Grazie alla riserva, può coprire questa perdita senza intaccare il capitale sociale o ricorrere a finanziamenti esterni.

  • Autofinanziamento: Possono essere utilizzate per finanziare investimenti o espansioni.

Esempio pratico: Un’azienda vuole aprire una nuova filiale che costa €1.000.000. Invece di chiedere un prestito, utilizza €800.000 dalle sue riserve e finanzia solo €200.000 con un prestito bancario, riducendo così gli oneri finanziari.

  • Conformità legale: Alcune riserve sono richieste per legge per proteggere i creditori e garantire la stabilità finanziaria dell’azienda.

Esempio pratico: In Italia, una S.p.A. con un capitale sociale di €1.000.000 deve accantonare almeno il 5% degli utili annuali a riserva legale fino a raggiungere €200.000 (20% del capitale sociale).

  • Politica dei dividendi: Le riserve permettono all’azienda di mantenere una politica di dividendi stabile anche in anni di minor profitto.

Esempio pratico: Un’azienda ha una politica di distribuzione di dividendi di €1 per azione. In un anno di minor profitto, può attingere alle riserve per mantenere questa politica, evitando di deludere gli azionisti.

Classificazione delle Riserve

Le riserve possono essere classificate in diversi modi, ma le due classificazioni principali sono basate sull’origine e sulla destinazione.

1. Classificazione basata sull’origine

a) Riserve di utili:
Derivano dagli utili non distribuiti dell’azienda. Si suddividono in:

  • Riserve obbligatorie: Richieste per legge o dallo statuto dell’azienda. Ad esempio, la riserva legale in Italia, che deve essere alimentata con almeno il 5% degli utili annuali fino a raggiungere il 20% del capitale sociale.
  • Riserve facoltative: Create volontariamente dall’azienda. Ad esempio, una riserva straordinaria creata per futuri investimenti.

b) Riserve di capitale:
Non derivano dagli utili, ma da altre fonti come:

  • Riserva da sovrapprezzo azioni: Si forma quando le azioni vengono vendute a un prezzo superiore al loro valore nominale. Ad esempio, un’azione con valore nominale di €1 viene venduta a €1,50. I €0,50 di differenza vanno in questa riserva.
  • Riserva da rivalutazione: Si crea quando un’azienda rivaluta i propri beni in base a leggi speciali. Ad esempio, Un immobile acquistato a €1.000.000 viene rivalutato a €1.500.000. La differenza di €500.000 va in questa riserva.
  • Versamenti in conto capitale: Apporti dei soci non imputati ad aumento del capitale sociale. Ad esempio, i soci versano €100.000 per rafforzare il patrimonio dell’azienda senza aumentare il capitale sociale.
  • Riserva da conversione obbligazioni: Si forma quando le obbligazioni vengono convertite in azioni. Ad esempio, obbligazioni per €1.000.000 vengono convertite in azioni del valore nominale di €800.000. La differenza di €200.000 va in questa riserva.

2. Classificazione basata sulla destinazione:

  • Riserve disponibili: Possono essere utilizzate liberamente, Ad esempio, per distribuire dividendi o aumentare il capitale sociale. Ad esempio una riserva straordinaria può essere utilizzata per distribuire un dividendo straordinario agli azionisti.
  • Riserve non disponibili (o vincolate): Hanno un uso limitato o vietato fino al completamento di specifiche operazioni. Ad esempio, la riserva legale non può essere distribuita ai soci finché non raggiunge il limite di legge.

Utilizzo delle Riserve

L’utilizzo delle riserve deve seguire regole precise stabilite dalla legge e dallo statuto dell’azienda. Vediamo i principali utilizzi in dettaglio:

a) Copertura delle perdite:

in caso di perdite, le riserve vengono utilizzate in un ordine specifico, dalla meno vincolata alla più vincolata:

  1. Riserve facoltative
  2. Riserve statutarie
  3. Riserva legale
  4. Capitale sociale

Esempio pratico. Un’azienda ha subito una perdita di €250.000. Ha le seguenti riserve:

  • Riserva straordinaria (facoltativa): €100.000
  • Riserva statutaria: €80.000
  • Riserva legale: €50.000
  • Capitale sociale: €500.000

L’ordine di utilizzo sarà:

  1. €100.000 dalla riserva straordinaria (esaurita)
  2. €80.000 dalla riserva statutaria (esaurita)
  3. €50.000 dalla riserva legale (esaurita)
  4. €20.000 dal capitale sociale

Dopo questa operazione, il capitale sociale sarà ridotto a €480.000 e tutte le riserve saranno esaurite.

b) Aumento del capitale sociale:

Alcune riserve possono essere utilizzate per aumentare il capitale sociale senza richiedere nuovi apporti dai soci. Questo processo è noto come “aumento gratuito del capitale”.

Esempio pratico. Un’azienda ha un capitale sociale di €1.000.000 e una riserva straordinaria di €500.000. L’assemblea dei soci decide di aumentare il capitale sociale a €1.500.000 utilizzando interamente la riserva straordinaria. Questo aumento non richiede nuovi versamenti da parte dei soci e non modifica le percentuali di partecipazione.

c) Distribuzione ai soci:

Alcune riserve possono essere distribuite ai soci come dividendi, ma ci sono restrizioni.

Esempio pratico. Un’azienda ha una riserva straordinaria di €1.000.000. L’assemblea dei soci può decidere di distribuirne €800.000 come dividendi straordinari, mantenendo €200.000 come ulteriore cuscinetto finanziario. Tuttavia, se l’azienda ha anche una riserva legale di €150.000 che non ha ancora raggiunto il 20% del capitale sociale, questa non potrà essere distribuita.

Aspetti Fiscali delle Riserve

Dal punto di vista fiscale, è fondamentale distinguere tra riserve di utili e riserve di capitale, poiché il loro trattamento fiscale è diverso.

a) Riserve di utili

Quando vengono distribuite ai soci, sono generalmente tassate come dividendi.

Esempio pratico: In Italia, se un socio persona fisica riceve una distribuzione di €10.000 da una riserva di utili, questa sarà soggetta a una ritenuta del 26% (per partecipazioni non qualificate). Quindi, il socio riceverà effettivamente €7.400, mentre €2.600 andranno al fisco.

b) Riserve di capitale

La distribuzione di queste riserve non è considerata come distribuzione di utili e quindi non è soggetta a tassazione come dividendo. Tuttavia, se la distribuzione supera il costo fiscalmente riconosciuto della partecipazione del socio, l’eccedenza è tassata.

Esempio pratico: Un socio ha investito €50.000 in un’azienda. L’azienda distribuisce €70.000 da una riserva di capitale. I primi €50.000 non saranno tassati, ma i €20.000 eccedenti saranno soggetti a tassazione.

Presunzione di distribuzione

Secondo l’articolo 47, comma 1 del TUIR, indipendentemente dalla delibera assembleare, si presumono prioritariamente distribuiti l’utile dell’esercizio e le riserve diverse da quelle di capitale.

Esempio pratico: Un’azienda ha €100.000 di utili dell’esercizio, €200.000 di riserva straordinaria e €300.000 di riserva da sovrapprezzo azioni. Se l’assemblea delibera una distribuzione di €400.000, ai fini fiscali si considererà che siano stati distribuiti prima i €100.000 di utili dell’esercizio, poi i €200.000 della riserva straordinaria, e solo per la parte rimanente (€100.000) la riserva da sovrapprezzo azioni.

Riserve Speciali e Loro Utilizzo

Esistono alcune riserve con regole particolari per il loro utilizzo. Vediamone alcune in dettaglio:

a) Riserva legale:

  • Obbligatoria per le società di capitali.
  • Almeno il 5% degli utili annuali deve essere accantonato fino a raggiungere il 20% del capitale sociale.
  • Non può essere distribuita ai soci ma può essere utilizzata per coprire le perdite.

Esempio pratico:

Una S.p.A. ha un capitale sociale di €1.000.000. La riserva legale deve raggiungere €200.000 (20% di €1.000.000).

  • Anno 1: Utile di €100.000. Accantonamento a riserva legale: €5.000 (5% di €100.000)
  • Anno 2: Utile di €200.000. Accantonamento a riserva legale: €10.000
  • Anno 3: Utile di €1.000.000. Accantonamento a riserva legale: €50.000
  • Anno 4: Utile di €3.000.000. Accantonamento a riserva legale: €150.000 (raggiunge il limite del 20% del capitale sociale)
  • Anno 5: Utile di €500.000. Non è più necessario accantonare a riserva legale in quanto ha già raggiunto il limite.

b) Riserva da sovrapprezzo azioni

  • Si forma quando le azioni vengono vendute a un prezzo superiore al loro valore nominale.
  • Non può essere distribuita finché la riserva legale non ha raggiunto il limite di legge.
  • Può essere utilizzata per aumentare il capitale sociale o coprire perdite.

Esempio pratico:
Una S.p.A. emette 10.000 nuove azioni del valore nominale di €10 ciascuna, vendendole a €15 per azione.

  • Aumento di capitale sociale: €100.000 (10.000 x €10)
  • Riserva da sovrapprezzo azioni: €50.000 (10.000 x €5)

Se la riserva legale non ha ancora raggiunto il 20% del capitale sociale, questa riserva da sovrapprezzo non può essere distribuita. Può però essere utilizzata per coprire eventuali perdite o per un futuro aumento gratuito del capitale sociale.

c) Riserva da rivalutazione:

  • Si crea quando un’azienda rivaluta i propri beni in base a leggi speciali.
  • La sua distribuzione è soggetta a regole particolari e spesso comporta una tassazione.

Esempio pratico:
Un’azienda possiede un immobile iscritto a bilancio per €1.000.000. Una legge speciale permette di rivalutarlo al valore di mercato di €1.500.000.

  • Rivalutazione: €500.000
  • Imposta sostitutiva (ipotizziamo al 10%): €50.000
  • Riserva da rivalutazione netta: €450.000

Questa riserva può essere utilizzata per coprire perdite, ma se viene distribuita ai soci è soggetta a tassazione come dividendo.

Tabella riepilogativa

Per questo schematizzare quanto riportato di seguto forniamo na tabella riepilogativa delle principali riserve di patrimonio netto, con le loro caratteristiche e possibilità di utilizzo:

Tipo di Riserva Origine Disponibilità Utilizzo per aumento capitale Utilizzo per copertura perdite Distribuibilità ai soci
Riserva legale Utili Non disponibile No Sì (dopo altre riserve) No
Riserva statutaria Utili Variabile* Sì/No* Sì/No* Sì/No*
Riserva straordinaria Utili Disponibile
Riserva da rivalutazione monetaria Capitale Disponibile Sì**
Riserva da sovrapprezzo azioni Capitale Parzialmente disponibile*** Sì***
Riserva da conversione obbligazioni Capitale Disponibile
Versamento soci in c/aumento capitale Capitale Non disponibile No No
Versamento soci in c/copertura perdite Capitale Non disponibile No No
Versamento soci a fondo perduto Capitale Disponibile
Riserva da utili su cambi Utili Non disponibile**** No No****

Note:

  • Dipende dalle previsioni statutarie
    ** Soggetta a procedura ex art. 2445 c.c.
    *** Non distribuibile fino a quando la riserva legale non ha raggiunto 1/5 del capitale sociale
    **** Distribuibile solo dopo che l’utile netto su cambi è stato realizzato

Ordine di utilizzo per copertura perdite:

  1. Riserve facoltative
  2. Riserve statutarie
  3. Riserva legale
  4. Capitale sociale

Conclusioni

Le riserve di patrimonio netto sono uno strumento fondamentale per la gestione finanziaria e la stabilità di un’azienda. La loro corretta gestione richiede una profonda conoscenza delle norme civilistiche e fiscali, nonché una visione strategica dell‘andamento aziendale.

Punti chiave da ricordare:

  • Le riserve forniscono un cuscinetto finanziario contro le avversità e offrono flessibilità per la crescita futura.
  • L’utilizzo delle riserve deve sempre rispettare l’ordine di priorità stabilito dalla legge e dallo statuto aziendale.
  • Le implicazioni fiscali variano significativamente tra riserve di utili e riserve di capitale.
  • Alcune riserve, come la riserva legale, hanno vincoli specifici sul loro utilizzo e non possono essere distribuite ai soci.
  • La distribuzione delle riserve può attivare presunzioni fiscali che è importante conoscere e gestire correttamente.
  • In caso di perdite, è fondamentale seguire l’ordine corretto di utilizzo delle riserve per la loro copertura.
  • La gestione oculata delle riserve può rappresentare un vantaggio competitivo significativo, permettendo all’azienda di affrontare periodi di crisi e cogliere opportunità di crescita.

In un contesto economico sempre più complesso e volatile, la capacità di gestire efficacemente le riserve di patrimonio netto può fare la differenza tra un’azienda che prospera e una che lotta per sopravvivere. È quindi fondamentale che imprenditori, manager e professionisti contabili mantengano una conoscenza aggiornata e approfondita di questa materia, consultando esperti quando necessario per navigare le complessità legali e fiscali associate alla gestione del patrimonio netto.

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