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Le verifiche fiscali delle Associazioni Sportive Dilettantistiche: le contestazioni più frequenti e come evitarle

4 Maggio, 2024

Le associazioni sportive dilettantistiche (ASD) in Italia godono di un regime fiscale agevolato, ma sono anche soggette a frequenti controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Questi controlli mirano a verificare che le ASD rispettino i requisiti previsti dalla legge per beneficiare delle agevolazioni fiscali e che non siano in realtà delle attività commerciali mascherate. In questo articolo analizzeremo le contestazioni più frequenti mosse dal fisco alle ASD e forniremo alcuni consigli su come evitarle.

Le fasi della verifica fiscale

L’attività di verifica fiscale nei confronti delle ASD si articola in diverse fasi, volte ad analizzare la corretta applicazione delle norme di riferimento:

  • L’analisi dello statuto per verificare il rispetto dei requisiti civilistici e fiscali previsti dalla legge, tra cui l’assenza di scopo di lucro, la democraticità della struttura, l’obbligo di redazione del rendiconto;
  • Il controllo dell’applicazione delle norme fiscali di cui agli articoli 148 del TUIR (regime IRES) e 4 del DPR 633/72 (regime IVA) che prevedono la decommercializzazione di alcune attività istituzionali verso corrispettivi specifici;
  • La verifica della corretta applicazione del regime forfettario della Legge 398/91, che consente la determinazione forfettaria dell’IVA, dell’IRES e dell’IRAP in presenza di proventi commerciali non superiori a 400.000 euro;
  • Il controllo della redazione e approvazione del rendiconto economico-finanziario annuale, che deve riassumere le vicende economiche e finanziarie dell’ente in modo veritiero e trasparente;
  • La verifica dell’iscrizione al Registro CONI, al RASD e dell’invio del Modello EAS all’Agenzia delle Entrate (fino al 2023), adempimenti necessari per certificare la natura sportiva dilettantistica;
  • L’analisi dei contratti di sponsorizzazione stipulati dall’ASD, per valutare se si tratta di spese di pubblicità integralmente deducibili o di spese di rappresentanza soggette a limiti di deducibilità;
  • Il controllo della tracciabilità bancaria dei pagamenti e versamenti effettuati dall’ASD per importi superiori a 516,45 euro, obbligo previsto dall’art.25 L.133/99 per consentire i controlli fiscali;
  • La verifica della tenuta del prospetto di cui al DM 11/2/97 per le ASD (registro iva minori) che hanno optato per la Legge 398/91, in luogo dei registri IVA;
  • Svolgimento di attività commerciali prevalenti, nel caso in cui l’ASD svolga in via prevalente attività commerciali non strettamente connesse agli scopi istituzionali, può essere disconosciuta la sua natura di ente non commerciale e riqualificata come società commerciale.

Al termine della verifica, in caso di violazioni, gli organi di controllo notificano al legale rappresentante dell’ASD un processo verbale di constatazione e successivamente un avviso di accertamento. Ciò può comportare il disconoscimento della natura associativa e sportiva dilettantistica dell’ente, con la sua riqualificazione come società commerciale.

False associazioni sportive dilettantistiche

Una delle contestazioni più frequenti riguarda le cosiddette “false ASD”, ovvero quelle realtà che si costituiscono come associazioni sportive dilettantistiche solo per godere delle agevolazioni fiscali, ma che in realtà svolgono attività commerciali.

Gli elementi che fanno sospettare il fisco di trovarsi di fronte ad una falsa ASD sono ad esempio:

  • la mancanza di una delle forme giuridiche prescritte dalla legge (associazione, società sportiva dilettantistica, cooperativa senza scopo di lucro);
  • l’assenza dell’indicazione di “associazione sportiva dilettantistica” nella denominazione;
  • la tardiva affiliazione al CONI;
  • rendiconti imprecisi e stringati;
  • mancanza di una reale vita associativa e di criteri di democraticità;
  • attività svolta in concreto diversa da quella sportiva dilettantistica.

Per godere delle agevolazioni fiscali, le ASD devono inoltre rispettare anche una serie di requisiti formali, la cui inosservanza può portare a contestazioni da parte del fisco. Tra questi:

  • la non corretta tenuta dei libri sociali;
  • la non regolare convocazione delle assemblee.

Per evitare contestazioni su questo fronte, è fondamentale che l’ASD abbia effettivamente le caratteristiche di un ente senza scopo di lucro, con un’autentica vita associativa improntata a criteri di democraticità e con una partecipazione dei soci dimostrabile tramite le assemblee che vada oltre la singola adunanza annuale relativa all’approvazione del rendiconto finanziario. 

Lo statuto delle ASD

Il secondo aspetto che viene attentamente esaminato durante una verifica fiscale è la corretta applicazione nello statuto sociale delle disposizioni civilistiche e fiscali previste dal D.Lgs. 460/97 e dall’art. 90 L. 289/02.

Lo statuto deve contenere specifiche clausole per garantire lo status di ente non commerciale e l’accesso alle agevolazioni fiscali, tra cui:

  • Divieto di distribuzione degli utili
  • Obbligo di devoluzione del patrimonio in caso di scioglimento
  • Disciplina uniforme del rapporto associativo
  • Obblighi contabili e di rendicontazione
  • Democraticità dei rapporti associativi
  • Intrasmissibilità della quota associativa

Inoltre, l’art. 90 della Legge 289/2002 ha introdotto i seguenti requisiti civilistici:

  • Obbligo di indicare nella ragione sociale la finalità sportiva
  • Obbligo di indicare nella ragione sociale la natura dilettantistica dell’attività svolta

La denominazione sociale deve indicare la finalità sportiva dilettantistica. L’assenza di scopo di lucro deve essere esplicitata. L’oggetto sociale deve prevedere l’organizzazione di attività sportive dilettantistiche. Vanno rispettati il principio di democrazia interna, il divieto per gli amministratori di ricoprire cariche in altre società sportive e l’obbligo di devolvere il patrimonio ai fini sportivi in caso di scioglimento.

Esempio: L’ASD “Calcio Senza Frontiere” deve modificare il proprio statuto per adeguarlo ai requisiti previsti dalla normativa. Nello specifico, dovrà inserire clausole che vietino la distribuzione degli utili, prevedano la devoluzione del patrimonio in caso di scioglimento a un’altra associazione con finalità analoghe e garantiscano la democraticità dei rapporti associativi, con il diritto di voto per tutti gli associati maggiorenni. Inoltre, dovrà modificare la propria ragione sociale per includere la finalità sportiva e la natura dilettantistica dell’attività svolta.

Il mancato adeguamento dello statuto anche ad una sola di queste clausole comporta la presunzione di ente commerciale e la perdita delle agevolazioni.

Il regime fiscale delle ASD

Le ASD godono di un regime fiscale agevolato sia ai fini IRES (art. 148 TUIR) che IVA (art. 4 DPR 633/72). Non sono considerate commerciali, a determinate condizioni, le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti di soci e tesserati. Restano comunque imponibili alcune attività come cessioni di beni nuovi, somministrazioni di pasti, prestazioni alberghiere.Le ASD possono anche optare per il regime forfetario della L. 398/91, che prevede la determinazione forfetaria del reddito imponibile e dell’IVA, oltre a semplificazioni contabili. Per accedervi non bisogna superare 400.000 euro di proventi commerciali nel periodo precedente.

Esempio: L’ASD “Basket Passion” ha scelto di aderire al regime forfetario della Legge 398/91. Questo significa che il suo reddito imponibile sarà calcolato applicando una percentuale del 3% sui proventi lordi derivanti dalle quote associative (ad esempio, 30.000 euro)  derivanti da pubblicità e sponsorizzazioni .

Il rendiconto annuale

Le ASD hanno l’obbligo di redigere annualmente, secondo le disposizioni statutarie, un rendiconto economico-finanziario, da approvare poi in assemblea. Esso deve riassumere le vicende economiche e finanziarie dell’ente, sia per l’attività istituzionale che per quella commerciale.

La mancata redazione e approvazione del rendiconto determina la perdita delle agevolazioni fiscali. Anche per le raccolte pubbliche di fondi va redatto un apposito rendiconto. La circolare 9/E del 2013 ha però chiarito che la mancata redazione non è ostativa se i dati sono comunque desumibili dalla contabilità.

Esempio: L’ASD “Tennis Club” ha tenuto una corretta contabilità durante l’anno e ha approvato il rendiconto annuale in assemblea dei soci. Questo rendiconto mostra in modo trasparente tutte le operazioni economiche e finanziarie dell’associazione, comprese le entrate derivanti dalle quote associative (50.000 euro) e dalle sponsorizzazioni (15.000 euro), nonché le uscite per l’acquisto di attrezzature sportive (20.000 euro) e il pagamento degli istruttori (30.000 euro). Inoltre, evidenzia un credito non riscosso di 5.000 euro e un patrimonio finale di 60.000 euro

Iscrizione al Registro CONI, RASD e Modello EAS

Le ASD devono iscriversi al Registro telematico del CONI e al nuovo Registro delle Attività sportive Dilettantistiche che certificano la loro effettiva attività sportiva dilettantistica e permette l’accesso alle agevolazioni fiscali.

Inoltre, le ASD che intendono beneficiare della detassazione dei corrispettivi specifici devono inviare all’Agenzia delle Entrate il modello EAS (art. 30 D.L. 185/08) per comunicare i dati e le notizie rilevanti ai fini fiscali. La mancata trasmissione del modello preclude l’accesso al regime agevolato. Ciò vale fino al periodo di imposta 2023 in quanto, con l’entrata in vigore della Riforma dello Sport, vige l’esonero della trasmissione del modello EAS per le associazioni sportive iscritte al RASD.

I contratti di sponsorizzazione

Le ASD possono stipulare contratti di sponsorizzazione con aziende o privati, che prevedono l’erogazione di somme di denaro o la fornitura di beni e servizi in cambio di pubblicità.

I contratti di sponsorizzazione tra ASD e sponsor sono attentamente esaminati durante le verifiche. Si tratta di contratti atipici in cui lo sponsor offre un corrispettivo per legare il proprio marchio all’attività della ASD, traendone un ritorno di immagine.

Fino al 2007 i costi di sponsorizzazione per le imprese rientravano nelle spese di rappresentanza, con deducibilità limitata. Dal 2008, se rispettano determinati requisiti, sono considerati integralmente deducibili come spese di pubblicità (art. 108 TUIR e D.M. 19/11/2008).

Questi contratti rappresentano un’importante fonte di finanziamento per le attività sportive dilettantistiche e devono essere redatti in forma scritta, nel rispetto di specifiche norme fiscali.

In particolare, i contratti di sponsorizzazione devono:

  1. Essere redatti in forma scritta.
  2. Indicare chiaramente le prestazioni a carico dello sponsor e dell’associazione sponsorizzata.
  3. Quantificare il corrispettivo in denaro o il valore dei beni e servizi forniti dallo sponsor.
  4. Essere registrati e conservati ai fini delle eventuali verifiche fiscali.

Dal punto di vista fiscale, i corrispettivi percepiti dalle ASD per le sponsorizzazioni sono assoggettati al regime forfetario della Legge 398/91, con una percentuale del 3% sul valore lordo.

Esempio: L’ASD “Volley Stars” ha stipulato un contratto di sponsorizzazione con un’azienda locale di abbigliamento sportivo. Il contratto, redatto per iscritto, prevede che l’azienda fornisca gratuitamente le divise da gara alle squadre dell’associazione, per un valore complessivo di 10.000 euro, in cambio dell’esposizione del proprio logo sulle divise stesse e sulle attrezzature sportive utilizzate durante le partite. L’ASD, in sede di dichiarazione dei redditi, assoggetta il valore delle divise ricevute (10.000 euro) al regime forfetario, calcolando un reddito imponibile di 300 euro (3% di 10.000).

La tracciabilità dei pagamenti

Al fine di contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro, le ASD sono tenute a effettuare i pagamenti e i versamenti tramite strumenti tracciabili, come bonifici bancari o postali, assegni non trasferibili o carte di credito o di debito, qualora l’importo sia superiore a 1.000,00 euro.

Le ASD devono utilizzare strumenti di pagamento tracciabili (bonifici, assegni) per incassare e pagare importi superiori a 1.000,00 euro.

Questa disposizione si applica sia ai pagamenti effettuati dalle ASD nei confronti di fornitori, collaboratori o altri soggetti, sia ai versamenti effettuati dai soci o da terzi a favore delle ASD (ad esempio, per il pagamento delle quote associative o delle sponsorizzazioni).

È importante che le ASD conservino tutte le ricevute e le disposizioni di pagamento effettuate tramite strumenti tracciabili, in quanto potrebbero essere richieste in caso di verifiche fiscali.

La violazione non comporta più la decadenza dal regime L. 398/91 bensì la sola applicazione di sanzioni.

Esempio: L’ASD “Karate Fighters” ha acquistato nuove attrezzature per un importo complessivo di 1.500 euro. Per rispettare l’obbligo di tracciabilità, ha effettuato il pagamento tramite bonifico bancario, conservando la ricevuta come prova dell’operazione. In caso di verifica fiscale, l’associazione potrà dimostrare di aver effettuato il pagamento in modo tracciabile.

Il prospetto ex D.M. 11/02/1997

Le ASD che hanno optato per il regime forfetario della Legge 398/91 devono compilare un prospetto riepilogativo, secondo il modello previsto dal D.M. 11 febbraio 1997. Questo prospetto deve essere allegato alla dichiarazione dei redditi e riportare i seguenti dati:

  • Proventi lordi derivanti dalle quote associative
  • Proventi lordi derivanti da pubblicità e sponsorizzazioni
  • Proventi lordi derivanti da altre attività commerciali eventualmente svolte
  • Redditi imponibili determinati applicando le percentuali forfetarie

Il prospetto rappresenta uno strumento di controllo e verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate, per accertare la corretta applicazione del regime forfetario da parte delle ASD.

La mancata tenuta non fa decadere dal regime agevolato ma comporta sanzioni (circ. 9/E del 2013).

Attività commerciale prevalente

Un altro frequente rilievo mosso dal fisco riguarda lo svolgimento, da parte dell’ASD, di attività commerciale in via prevalente rispetto all’attività istituzionale. Ciò fa venir meno il diritto alle agevolazioni fiscali.Per valutare la prevalenza o meno dell’attività commerciale, vengono presi in considerazione diversi elementi, tra cui1:

  • l’ammontare dei proventi commerciali rispetto ai proventi istituzionali
  • la frequenza e rilevanza delle operazioni commerciali
  • l’impiego di personale e mezzi per l’attività commerciale
  • la destinazione dei locali

È importante quindi che l’ASD mantenga l’attività commerciale entro limiti marginali, sia in termini quantitativi che qualitativi, rispetto all’attività sportiva dilettantistica. Una corretta pianificazione e un monitoraggio costante sono fondamentali per non superare le soglie critiche.

Omessa dichiarazione dei redditi

L’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi da parte dell’ASD comporta l’impossibilità di applicare il regime fiscale agevolato previsto dalla legge 398/1991. In caso di accertamento, spetterà all’associazione dimostrare di possedere i requisiti per beneficiare di tale regime.

È quindi fondamentale presentare ogni anno la dichiarazione, anche se l’ASD non ha redditi imponibili o ha solo redditi esenti. In questo modo si evitano contestazioni e si restringe il campo di azione in caso di futuri accertamenti.

Modalità operative delle verifiche fiscali

Le verifiche fiscali nei confronti delle ASD possono essere effettuate da diversi organi di controllo, tra cui l’Agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza e la SIAE (Società Italiana Autori ed Editori). Queste verifiche possono avvenire tramite accessi, ispezioni o richieste di documentazione e mirano ad accertare la corretta applicazione della normativa fiscale agevolata.

Le modalità operative delle verifiche possono variare a seconda dell’organo di controllo che le effettua e dei casi specifici, ma generalmente prevedono le seguenti fasi:

  • Selezione delle associazioni da verificare: Gli organi di controllo individuano le ASD da sottoporre a verifica, sulla base di criteri di rischio prestabiliti o attraverso controlli a campione.
  • Richiesta di documentazione: Viene inviata una richiesta formale all’ASD di esibire tutta la documentazione contabile, fiscale e amministrativa rilevante, fissando un termine per la consegna.
  • Analisi della documentazione: La documentazione fornita dall’ASD viene analizzata nel dettaglio dagli organi di controllo, al fine di individuare eventuali irregolarità o violazioni della normativa.
  • Accesso e ispezione presso la sede: Gli organi di controllo possono effettuare accessi e ispezioni presso la sede dell’ASD, per acquisire ulteriori elementi probatori e verificare direttamente la corretta tenuta delle scritture contabili e degli adempimenti fiscali.
  • Contestazione delle eventuali violazioni: Qualora vengano riscontrate violazioni della normativa, gli organi di controllo contestano formalmente le irregolarità all’ASD, concedendo un termine per presentare eventuali osservazioni o memorie difensive.
  • Emissione dell’avviso di accertamento: In caso di violazioni gravi o non sanate, gli organi di controllo possono emettere un avviso di accertamento che comporta il disconoscimento della natura associativa dell’ente e la riqualificazione come società commerciale, con conseguenti ripercussioni fiscali.

È importante che le ASD collaborino pienamente con gli organi di controllo durante le verifiche, fornendo tempestivamente tutta la documentazione richiesta e dimostrando la correttezza dei propri adempimenti fiscali e contabili. Inoltre, in caso di eventuali contestazioni, è fondamentale presentare adeguate memorie difensive e ricorrere agli strumenti di tutela previsti dalla legge.

Conclusioni

Le verifiche fiscali rappresentano un momento delicato per le ASD, che devono dimostrare di rispettare tutti i requisiti per fruire della fiscalità di vantaggio loro riservata. Adempimenti come la redazione di uno statuto conforme, l’approvazione dei rendiconti, l’iscrizione al CONI, l’invio del modello EAS, l’utilizzo di pagamenti tracciabili sono fondamentali per superare positivamente i controlli.Allo stesso tempo, è importante che le ASD non abusino delle agevolazioni e mantengano sempre un comportamento coerente con la loro natura non commerciale. Eventuali violazioni possono portare a pesanti conseguenze, con la perdita dei benefici e la riqualificazione dell’ente come società di capitali.Una corretta gestione amministrativa e fiscale, unita alla genuinità dell’attività sportiva dilettantistica svolta, è la chiave per muoversi in sicurezza in questo delicato ambito normativo.


Domande e Risposte

D: Quali sono le principali norme fiscali di riferimento per le ASD?
R: Le ASD sono soggette alle disposizioni del D.Lgs. 460/97, dell’art. 90 L. 289/02, dell’art. 148 TUIR, dell’art. 4 DPR IVA, della L. 398/91 e dell’art. 30 D.L. 185/08 sul modello EAS.

D: Cosa rischia un’ASD in caso di violazioni fiscali accertate in sede di verifica?
R: L’ente può vedersi disconosciuta la natura associativa e sportiva dilettantistica, con la perdita di tutte le agevolazioni fiscali e la riqualificazione come società commerciale a fini di tassazione.

D: Quali sono i principali aspetti dello statuto di un’ASD esaminati durante una verifica fiscale?
R: Lo statuto deve contenere clausole sul divieto di distribuzione degli utili, l’obbligo di devoluzione del patrimonio, la democraticità interna, gli obblighi contabili. Deve indicare esplicitamente le finalità sportive dilettantistiche. Il mancato adeguamento comporta la presunzione di commercialità.

D: Cosa succede se un’ASD non redige e approva il rendiconto annuale?
R: Viene meno il diritto ad accedere alle agevolazioni fiscali previste per gli enti non commerciali. Tuttavia, la mancata redazione non è ostativa se i dati sono desumibili dalla contabilità (circ. 9/E/2013).

D: Quali sono le conseguenze in caso di violazioni della normativa da parte delle ASD?

R: In caso di violazioni della normativa sulla “fiscalità di vantaggio”, gli organi di controllo possono emettere un avviso di accertamento che comporta il disconoscimento della natura associativa e la riqualificazione dell’ente come società commerciale, con conseguenti ripercussioni fiscali.

D: Quali sono gli adempimenti contabili e di rendicontazione previsti per le ASD?

R: Le ASD sono tenute a redigere e approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario, che riporti tutte le entrate e le uscite, gli impegni assunti e non ancora pagati, i crediti non riscossi e la consistenza del patrimonio. Inoltre, se aderiscono al regime forfetario della Legge 398/91, devono compilare il prospetto previsto dal D.M. 11 febbraio 1997.

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