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Legge di Bilancio 2025 in Consiglio dei ministri: le novità su tasse, pensioni e sostegni alle famiglie

16 Ottobre, 2024

La legge di Bilancio 2025, presentata al Consiglio dei Ministri nella serata di ieri 15 ottobre 2024, rappresenta un intervento finanziario di ampio respiro, con un valore complessivo stimato in 30 miliardi di euro, di cui 9 miliardi finanziati in deficit. Questa manovra si propone di affrontare le sfide economiche del paese attraverso una serie di misure mirate, bilanciando la necessità di stimolare la crescita con l’esigenza di mantenere sotto controllo i conti pubblici.

Cuneo fiscale e scaglioni Irpef

Il governo conferma e rafforza alcune delle misure chiave introdotte negli anni precedenti, con l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale sui lavoratori e stimolare i consumi. Il taglio del cuneo fiscale viene confermato e modulato in base alle fasce di reddito. Per i redditi fino a 25.000 euro annui, il taglio sarà del 7%, mentre per i redditi tra 25.000 e 35.000 euro annui, sarà del 6%. Questa misura mira a incrementare il reddito disponibile dei lavoratori, con un beneficio medio stimato intorno ai 100 euro mensili per i redditi più bassi. L’impatto previsto sul bilancio dello Stato è di circa 10 miliardi di euro.

La revisione degli scaglioni Irpef prevede una semplificazione del sistema che diventa “a regime”. Si procederà, così come inizialmente previsto per il solo periodo di imposta 2024, all’accorpamento dei primi due scaglioni, da 0 a 15.000 euro e da 15.000 a 28.000 euro, con un’aliquota unica del 23%. Gli scaglioni successivi manterranno le attuali aliquote del 35% per redditi da 28.000 a 50.000 euro e del 43% per redditi superiori a 50.000 euro. Questa riforma mira a ridurre la pressione fiscale sui redditi medio-bassi, con un costo stimato per le casse dello Stato di circa 4 miliardi di euro. L’obiettivo è abbassare la pressione fiscale complessiva dal 42,3% del 2024 al 42,1% nel 2025.

Sostegno alle famiglie e alla natalità

La manovra introduce novità significative per le famiglie, con l’obiettivo di contrastare il calo demografico e sostenere i nuclei familiari. Il “quoziente familiare” rappresenta un’innovazione significativa nel sistema fiscale italiano. Questo meccanismo prevede un importo massimo detraibile modulato in base alla composizione del nucleo familiare, con maggiori detrazioni per le famiglie numerose e con figli a carico. È prevista una progressiva riduzione delle detrazioni all’aumentare del reddito familiare. Il costo stimato di questa misura è di circa 1 miliardo di euro.

Si valuta inoltre l’estensione del bonus mamme alle lavoratrici autonome, con una decontribuzione fino a 3.000 euro annui per le madri con almeno due figli. La misura potrebbe essere estesa anche alle libere professioniste e alle imprenditrici. L’assegno unico per i figli viene confermato, con possibili modifiche che includono l’aumento degli importi per le famiglie numerose e l’introduzione di maggiorazioni per i nuclei monogenitoriali.

Inoltre, tra le misure previste,  spicca l’introduzione della “Carta per i nuovi nati”, un contributo di 1000 euro destinato ai genitori con un ISEE non superiore a 40.000 euro. Questo bonus mira ad alleviare l’onere delle prime spese legate all’arrivo di un nuovo bambino.

Un’altra iniziativa significativa riguarda il potenziamento del bonus per la frequenza degli asili nido. In questo contesto, il governo ha deciso di escludere dal calcolo dell’ISEE le somme relative all’assegno unico universale, rendendo così il bonus più accessibile a un maggior numero di famiglie.

La manovra prevede anche il rifinanziamento della carta “dedicata a te” per il 2025, con uno stanziamento di 500 milioni di euro. Questa misura si inserisce nel quadro più ampio degli interventi di carattere sociale.

Interventi nel settore edilizio

Il governo punta a sostenere il settore edilizio e incentivare la riqualificazione del patrimonio immobiliare. Il bonus ristrutturazioni viene prorogato al 50% per il 2025, con alcune modifiche. Sarà limitato alle prime case, con un tetto massimo di spesa confermato a 96.000 euro e la possibilità di detrazione in 10 anni. Saranno inclusi interventi di efficientamento energetico e adeguamento sismico. Il costo stimato per questa misura è di circa 600 milioni di euro.

Contributo del settore bancario

Il governo sta negoziando un contributo significativo da parte del settore bancario. Gli istituti bancari più grandi potrebbero anticipare circa 3-4 miliardi di euro sulle imposte differite attive (DTA). Questo meccanismo permette alle banche di utilizzare crediti fiscali futuri per ridurre l’impatto immediato sul loro bilancio. L’approccio si differenzia dalla precedente tassa sugli extraprofitti, cercando una soluzione più condivisa con il settore.

Questo apporto, come sottolineato dal vicepremier Antonio Tajani, non si configura come una tassa sugli extraprofitti, ma come il risultato di un accordo concordato con il settore bancario.

Spending review e tagli ai ministeri

La manovra prevede una significativa razionalizzazione della spesa pubblica. È previsto un taglio del 5% della spesa per tutti i ministeri, con l’esclusione degli enti locali e dei Comuni. I singoli dicasteri avranno flessibilità nella gestione di questi tagli, potendo scegliere dove intervenire. È inoltre previsto un possibile aumento fino a 3 miliardi per la spesa sanitaria, con l’obiettivo di rafforzare il sistema sanitario nazionale e ridurre le liste d’attesa. Il risparmio complessivo atteso da questa spending review è stimato intorno ai 2 miliardi di euro.

Misure per il welfare aziendale

Il governo conferma e potenzia le agevolazioni sul welfare aziendale. È prevista una tassazione agevolata sul welfare aziendale fino a 3.000 euro per i lavoratori con figli a carico e una detassazione sui fringe benefit fino a 1.000 euro per i lavoratori senza figli a carico. Le aziende avranno la possibilità di offrire servizi come asili nido, assistenza sanitaria integrativa e buoni pasto con un trattamento fiscale vantaggioso. Il costo stimato per queste misure è di circa 800 milioni di euro.

Interventi sulle pensioni

Sebbene non siano previste riforme strutturali del sistema pensionistico, la manovra include diverse misure significative. È prevista la piena indicizzazione degli assegni pensionistici all’inflazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo (circa 2.000 euro mensili). Per gli importi superiori, l’indicizzazione sarà parziale e decrescente. Si prevede inoltre un incremento delle pensioni minime, con un aumento che potrebbe arrivare fino a 100 euro mensili per gli over 75. Il governo sta valutando un perfezionamento del “bonus Maroni”, con la possibilità di versare i contributi direttamente al lavoratore anziché all’INPS per chi decide di posticipare il pensionamento. Il costo complessivo di queste misure sulle pensioni è stimato intorno ai 3 miliardi di euro.

Tabella di sintesi della manovra

Di seguito proponiamo una panoramica più completa delle principali misure previste nella manovra finanziaria 2025,

LEGGE DI BILANCIO 2025
Cuneo fiscale Taglio del 7% per redditi fino a € 25.000; 6% per redditi € 25.000-35.000
Carta per i nuovi nati Bonus di €1.000  per genitori con ISEE ≤ € 40.000
Bonus asili nido Rafforzamento del bonus, esclusione dell’assegno unico dal calcolo ISEE
Detrazioni fiscali Importo massimo detraibile modulato per nucleo familiare
Welfare aziendale Tassazione agevolata al 5% con tetto di € 3.000
Fringe benefit Esenzione: € 2.000 per lavoratori con figli, € 1.000 per gli altri
Premi di produttività Tassazione al 5% per i premi erogati dalle aziende
Soglia detrazioni Possibile riduzione della soglia per il decalage delle detrazioni al 19%
Bonus mamme Estensione alle lavoratrici autonome della decontribuzione
Carta “dedicata a te” Rifinanziamento per € 500 milioni
Pensioni Piena indicizzazione all’inflazione per pensioni fino a 4 volte il minimo
Spending review Taglio del 5% della spesa dei ministeri
Contributo banche Anticipo sulle imposte differite attive (DTA)

Tempistiche dell’iter di approvazione

È fondamentale evidenziare che le misure attualmente presentate costituiscono una proposta preliminare del governo. Il disegno di legge sarà sottoposto a molteplici passaggi parlamentari, durante i quali potranno essere apportate modifiche, emendamenti e integrazioni. La versione definitiva della manovra finanziaria, che potrebbe differire in alcuni aspetti da quanto inizialmente proposto, verrà delineata solo al termine di questo complesso iter legislativo, previsto per la fine dell’anno.

Il processo di approvazione segue un calendario ben definito, articolato in diverse fasi principali. Inizialmente, il Consiglio dei Ministri approverà il Documento Programmatico di Bilancio il 15 ottobre 2024. Successivamente, il testo della manovra sarà trasmesso alle Camere il 20 ottobre 2024, dando così avvio alla fase parlamentare.

Tra novembre e dicembre, il disegno di legge sarà oggetto di un intenso dibattito nelle commissioni competenti e in aula. Durante questo periodo, i parlamentari avranno l’opportunità di esaminare dettagliatamente il testo, proporre emendamenti e discutere le varie disposizioni della manovra finanziaria.

L’intero iter si concluderà con l’approvazione finale della legge di bilancio, prevista entro il 31 dicembre 2024.

Conclusioni

La manovra finanziaria 2025 si configura come un intervento complesso e articolato, che cerca di bilanciare diverse esigenze: stimolare la crescita economica, sostenere le fasce più deboli della popolazione, riformare il sistema fiscale in senso più equo e mantenere sotto controllo i conti pubblici.

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