Con l’avvento della Legge di bilancio 2024, i contribuenti italiani si trovano di fronte a una serie di nuove sfide e opportunità. Una delle modifiche più significative è stata l’introduzione di nuovi limiti alle compensazioni fiscali. Questo articolo si propone di analizzare in dettaglio la circolare n. 1 del 31 gennaio 2024 di Assonime, che fornisce chiarimenti sulla stretta alle compensazioni, esplorando le sue implicazioni e concludendo con un caso di esempio pratico.
Contesto Normativo:
La stretta alle compensazioni, come delineata dall’articolo 1, comma 94, lett. b), della Legge 213/2023, aggiunge il comma 49-quinquies all’articolo 37 del D.L. 153/223. Da luglio 2024, questa disposizione impedisce ai contribuenti con debiti erariali iscritti a ruolo superiori a 100.000 euro e non sospesi, di avvalersi della compensazione dei crediti fiscali.
Questa norma si sovrappone al divieto di autocompensazione previsto dall’articolo 31 del D.L. 78/2010 per i debiti superiori a 1.500 euro, estendendo il divieto a tutti i crediti fiscali e non solo quelli erariali.
Analisi della Circolare di Assonime:
Secondo Assonime, il divieto rappresenta una preclusione assoluta alla compensazione. In presenza di debiti erariali per importi superiori a euro 100.000, per i quali i termini di pagamento siano scaduti, non è possibile utilizzare in compensazione il credito fiscale, nemmeno per la parte eccedente la soglia.
Il divieto persiste fino alla completa rimozione delle violazioni contestate, ovvero fino all’estinzione del debito. Tale interpretazione comporta che, anche con rateizzazioni in corso, fino al pagamento integrale del debito, il divieto alla compensazione resta in vigore, a differenza di quanto previsto dal D.L. 78/2010.
Implicazioni Pratiche
La circolare evidenzia una potenziale incongruenza: mentre i contribuenti con rateizzazioni non subiscono azioni esecutive, sono preclusi dall’usare i propri crediti fiscali in compensazione. Assonime suggerisce che sarebbe opportuno permettere a questi contribuenti di estinguere i debiti fiscali rilevanti ai fini del divieto mediante compensazione con i propri crediti d’imposta.
Sanzioni
In caso di compensazione in violazione della nuova normativa, il pagamento si considera non effettuato. La sanzione applicabile segue l’ordinario sistema sanzionatorio per omessi versamenti, essendo assente una specifica sanzione nella norma in questione. Questo regime sanzionatorio è meno severo rispetto a quello dell’articolo 31 del D.L. 78/2010, che prevede una sanzione pari al 50% dell’importo dei debiti.
Esempi pratici
Vediamo ora come queste regole si applicano nella pratica attraverso alcuni esempi:
Esempio #1: Società “Alfa S.r.l”
Immaginiamo la situazione di “Alfa S.r.l.”, un’azienda con iscrizioni a ruolo per imposte erariali pari a 150.000 euro. I termini di pagamento sono scaduti e non ci sono provvedimenti di sospensione in atto. Alfa S.r.l. dispone di crediti IVA per 50.000 euro che intende compensare.
Con le norme pre-2024, Alfa avrebbe potuto utilizzare questi crediti per ridurre il debito. Tuttavia, sotto la nuova legislazione, non può procedere alla compensazione fino a quando l’intero debito non sia estinto o ridotto sotto la soglia dei 100.000 euro.
Se Alfa S.r.l. dovesse procedere con la compensazione, violerebbe la nuova disposizione e il versamento sarebbe considerato non effettuato, esponendo l’azienda al rischio di sanzioni.
Esempio #2: Società “Beta S.p.a.”
La società “Beta S.p.a”, operante nel settore della produzione industriale, ha accumulato debiti per tasse erariali non pagate per un totale di 250.000 euro. Allo stesso tempo, la società ha maturato un credito IVA di 80.000 euro e vorrebbe utilizzare questo credito per compensare una parte del debito. Tuttavia, a causa delle nuove disposizioni, “Beta Sel” non può procedere alla compensazione. L’azienda decide quindi di negoziare un piano di rateizzazione del debito con l’agenzia delle entrate. Nonostante il piano di rateizzazione sia attivo, la società non può ancora utilizzare la compensazione finché il totale del debito non scende al di sotto dei 100.000 euro.
Esempio #3: Ditta Individuale “Gamma”
Il titolare della ditta individuale “Gamma”, specializzata in consulenze IT, si trova con un debito verso l’Erario di 120.000 euro, derivante sia da imposte dirette che da contributi INPS non versati. Il titolare ha un credito di imposta per ricerca e sviluppo di 30.000 euro che vorrebbe utilizzare per ridurre il debito. In base alle nuove norme, non può effettuare tale compensazione. Pertanto, “Gamma” deve trovare altre vie per regolarizzare il debito, come un prestito bancario o una dilazione dei pagamenti che non le consenta comunque di compensare fino al saldo del debito.
Esempio #4: Impresa Edile “Delta S.p.A.”
“Delta S.p.A.”, un’impresa edile, ha subito un controllo fiscale che ha portato alla scoperta di debiti fiscali per un totale di 200.000 euro. La società dispone di un credito per bonus edilizio di 70.000 euro, che avrebbe potuto utilizzare per abbattere il debito. A causa delle nuove regole, “Delta S.p.A.” non può procedere alla compensazione e deve valutare l’opzione di un accordo con l’agenzia delle entrate per un piano di rientro che le permetta di ripianare il debito e recuperare la possibilità di compensare futuri crediti.
Esempio #5: Start-up Innovativa “Epsilon S.r.l.”
La start-up “Epsilon S.r.l.” ha accumulato debiti per imposte corrispondenti a 150.000 euro a seguito di un investimento iniziale mal gestito. L’azienda ha generato un credito di imposta per investimenti in start-up innovative di 40.000 euro, che sperava di utilizzare per ridurre il suo debito fiscale. A causa delle disposizioni della Legge di Bilancio 2024, “Epsilon S.r.l.” non può effettuare la compensazione. Dovrà o pagare direttamente l’importo o cercare finanziamenti alternativi per estinguere il debito e liberare il suo credito di imposta.
Riflessioni finali
La stretta alle compensazioni della Legge di bilancio 2024 impone ai contribuenti una nuova ed attenta valutazione delle proprie posizioni debitorie nei confronti dell’Erario. La norma, che mira a contrastare l’utilizzo di crediti fiscali per debiti significativi non ancora saldati, può avere importanti ripercussioni sulla liquidità delle aziende.
Le aziende si trovano di fronte alla necessità di pianificare con maggior cura le proprie strategie fiscali, possibilmente ricorrendo all’assistenza di consulenti esperti per navigare la complessità delle nuove regole e per valutare tutte le possibili alternative per il risanamento dei debiti erariali.
In conclusione, la stretta sulle compensazioni richiede una particolare attenzione da parte dei contribuenti, i quali dovranno adottare strategie più sofisticate per la gestione del proprio bilancio fiscale, ricordando sempre di procedere in conformità con le ultime disposizioni normative per evitare sanzioni e complicazioni.
Domande e Risposte
1. Quali sono le novità introdotte dalla Legge di bilancio 2024 in materia di compensazioni?
La Legge di bilancio 2024 ha introdotto il comma 49-quinquies all’articolo 37 del D.L. 153/223, per effetto del quale, a decorrere dal 1° luglio 2024, per i contribuenti che abbiano iscrizioni a ruolo per imposte erariali e relativi accessori o accertamenti esecutivi affidati agli agenti della riscossione per importi complessivamente superiori a euro 100.000, per i quali i termini di pagamento siano scaduti e siano ancora dovuti pagamenti o non siano in essere provvedimenti di sospensione, è esclusa la facoltà di avvalersi della compensazione.
2. Quali sono i soggetti interessati dal divieto di compensazione?
I soggetti interessati dal divieto di compensazione sono i contribuenti che abbiano iscrizioni a ruolo per imposte erariali e relativi accessori o accertamenti esecutivi affidati agli agenti della riscossione per importi complessivamente superiori a euro 100.000, per i quali i termini di pagamento siano scaduti e siano ancora dovuti pagamenti o non siano in essere provvedimenti di sospensione.
3. Quali sono i crediti interessati dal divieto di compensazione?
Il divieto di compensazione riguarda tutti i crediti fiscali, non solo quelli di natura erariale, ma anche quelli di natura agevolativa.
4. Quando termina il divieto di compensazione?
Il divieto di compensazione termina a seguito della completa rimozione delle violazioni contestate, ovvero al momento dell’estinzione del debito.
5. Quali sono le conseguenze del versamento compensato in violazione del divieto?
Il versamento compensato in violazione del divieto si considera non effettuato, sicché, in assenza di una specifica sanzione, non prevista dalla norma in commento, si applica l’ordinario sistema sanzionatorio in tema di omessi versamenti.